“Il tempo concesso”

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Riflessione sulla lettura partendo da quanto scritto da Pennac

“Il tempo per leggere, come il tempo per amare, dilata il tempo per vivere. Se dovessimo considerare l’amore tenendo conto dei nostri impegni, chi mai si arrischierebbe? Chi ha tempo di essere innamorato? Eppure, si è mai visto un innamorato non avere tempo per amare? Non ho mai avuto tempo di leggere, eppure nulla, mai, ha potuto impedirmi di finire un romanzo che mi piaceva. La lettura non ha niente a che fare con l’organizzazione del tempo sociale. La lettura è, come l’amore, un modo di essere. La questione non è di sapere se ho o non ho tempo per leggere (tempo che nessuno, d’altronde, mi darà), ma se mi concedo o no la gioia di essere lettore.”   (Daniel Pennac, Come un romanzo, Milano, Feltrinelli, 1993.)

Il tempo, qualcosa di così affascinante quanto effimero.

Il tempo, spesso diamo la colpa a lui se non siamo in grado di concludere qualcosa, gli diamo tutte le responsabilità delle nostre azioni. In fin dei conti il tempo ha una scadenza, è limitato, quindi per via di questo “difetto” ce la prendiamo con lui. Pensiamo di non riuscire ad avere abbastanza ore in una giornata per concedere spazio ad ogni nostro impegno, e a volte ragioniamo su ciò che abbiamo fatto e magari ci rendiamo conto che avremmo voluto fare altro in quel determinato tempo. E questo ci fa perdere l’occasione di conoscere qualcosa di molto affascinante come i libri.

Leggere è un’attività che ci concediamo raramente ma che porta molti aspetti positivi. I libri permettono la conoscenza, un grande potere. Permettono di conoscere nuovi mondi, spesso fantastici ma talvolta anche reali, ci danno la possibilità di arricchirci e di comprendere punti di vista differenti dai nostri. Ci fanno avere l’opportunità di vivere molteplici vite e di vivere la vita con altri occhi e in modi così diversi; tanto da riuscire poi a farci riflettere e capire meglio le persone che ci stanno intorno, che spesso sono un mistero per noi, ma anche noi stessi, perché spesso ci sentiamo più capiti dai libri che dalle persone.

Sono preziosi e ci aiutano anche a scappare o fuggire anche solo per qualche ora dalla nostra vita di tutti i giorni, facendoci immergere tra le pagine e le parole del libro scelto. Ci aiutano a staccarci da ciò che ci sta intorno facendoci vivere sensazioni che si hanno solo leggendo.

Mentre viviamo, però, non ci rendiamo conto che in realtà siamo noi a decidere come gestire il nostro tempo, siamo noi ad avere il controllo sulla nostra vita, e questo ce lo scordiamo sempre. Il modo in cui viviamo dipende per lo più da noi, ma diamo troppo potere al tempo. E inoltre diamo sempre per scontate le cose, senza darci troppo peso perché sappiamo che sono lì.

Sappiamo che i libri sono lì e che non si sposteranno, e quindi rimandiamo la loro lettura sapendo di avere tempo, ma non sappiamo effettivamente se quel tempo ci verrà concesso.

Valentina Perini
(Classe 4^ D GeC)
Istituto di Istruzione Superiore “Palladio” – Treviso

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