E quando i figli escono di casa?

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Il nido vuoto

Generalmente quando si vuole comprendere un momento di disagio vissuto dai genitori, il pensiero va subito ad un periodo della vita legato ai bambini piccoli o quando più cresciuti i figli entrano nel periodo dell’adolescenza.

Proprio per quel bisogno di accudirli, di assicurargli quel sostegno per poter avanzare nel corso della vita, i figli diventano il centro di tutte le nostre riflessioni, preoccupazioni e spesso ambizioni.

I figli crescono, forse più lentamente rispetto ad un tempo, proprio perchè spesso i genitori hanno smesso di crescere anche loro imprigionati in un ruolo di eterni figli. Ecco perchè molte difficoltà di gestire il proprio ruolo in relazione alla crescita dei figli necessita di un aiuto in tale empasse educativa.

I figli possono fare i figli nella misura in cui hanno dalla loro dei genitori in grado di recuperare su di sè quella autorevolezza e quella sicurezza genitoriale.

Il genitore fa il genitore ed il figlio fa il figlio, ovvero c’è chi sostiene e rappresenta la fonte della nostra sicurezza ed una guida per il futuro e chi invece si deve affidare per poi prendere il volo.

Molti incontri e conferenze affrontano proprio questo tema, perchè la nostra società necessita di un sostegno affinchè i genitori riescano a recuperare quel ruolo di genitori.

Avviene però un momento in cui i figli finalmente escono di casa. Ma a quel punto la coppia dove va? Fino al giorno prima tutto era puntato alla crescita completa dei figli ed ora?

La crescita di un figlio rappresenta solo una parte di un sistema molto più ampio e complesso che dovrebbe essere sostenuto in diversi momenti della propria vita e addirittura su più generazioni, proprio per la delicatezza degli eventi critici che si innescano e che possono, se non adeguatamente riconosciuti, innescare delle problematiche. Si parla a tal fine di educazione permanente, proprio per la necessità di rinforzare dei momenti importanti della nostra esistenza, soprattutto legati all’entrata e all’uscita dei membri all’interno della famiglia.

La nascita della coppia, l’arrivo del nuovo nato, la crescita, l’uscita, la ridefinizione della coppia, la ridefinizione dei rapporti con i propri genitori anziani, la malattia, la morte. Ebbene proprio al momento dell’uscita dei figli, spesso la coppia si ritrova a dover rinegoziare un ruolo, una relazione a due che non sempre rappresenta la migliore delle situazioni possibili. Come se, l’aver passato un’intera esistenza ad accudire i figli avesse per un certo verso indebolito la coppia stessa proprio per non aver lavorato parallelamente al proprio ruolo di coppia e non solo di genitori.

La famiglia è un sistema aperto che funziona in relazione al suo contesto socioculturale e che si evolve durante il ciclo di vita, ma per poterlo fare devono essere fornite adeguate informazioni e strumenti per accettare e rinegoziare le relazioni di fronte ai cambiamenti della vita stessa.

La famiglia deve essere flessibile per potersi adattare ai cambiamenti interni ed esterni. Essa deve riorganizzarsi internamente per rispondere alle necessità dello sviluppo individuale e dell’intera famiglia durante il corso del ciclo vitale.

Il ciclo di vita familiare è un processo complesso che comprende almeno 3 – 4 generazioni che avanzano insieme nel tempo. La sorprendente influenza di una generazione su quelle seguenti non è mai abbastanza sottolineata e spesso non aiutata nell’essere realmente un sostegno lei stessa per la generazione futura.

Dr.ssa Anita Avoncelli
https://educazionefamiliare.wordpress.com

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