Quali speranze per il futuro?

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Schlossplatz, Erlangen, Bavaria, Germany

Ho sempre riflettuto molto sul futuro ed è un tema che un po’ mi spaventa.

Sono sempre stata una ragazza che ama le certezze e che adora avere tutto sotto controllo e, forse proprio per questo, sono tanto titubante sul futuro. D’altronde, cos’è? È come un salto nel vuoto, senza sapere dove poi si atterrerà. È astratto e ignoto, ma non direi imprevedibile. Il futuro è l’esito delle nostre decisioni e azioni: siamo noi il futuro. Quest’ultima è una frase che spesso è uscita dalla bocca di molti, specialmente di politici che offrono tante promesse e non ne realizzano nessuna. Forse servirebbe parlare proprio dei politici. Loro incitano noi giovani a prenderci cura del nostro pianeta e ad avere successo accademico per il nostro futuro. Eppure, cosa fanno per aiutarci? Parlano tanto, quasi a vanvera, e spesso li trovo ridicoli. Dicono le medesime cose come un copia e incolla. Ci consigliano di  batterci per ciò che vogliamo ma, quando lo facciamo, ci danno degli immaturi o maleducati.

Prendiamo come esempio Greta Thunberg. Lei si esponeva, e lo fa ancora, su tematiche riguardanti l’ambiente. Denunciava i capi di Stato con le sue parole taglienti e questi si sentivano attaccati, quindi le   davano dell’immatura o le negavano la possibilità di parlare pubblicamente. Le parole della giovane attivista erano taglienti proprio perché pronunciavano la verità, eppure si sa che spesso la verità non piace. Quasi sempre le persone preferiscono le menzogne o le illusioni al posto della verità. Spesso, dunque, si tende a ignorare invece che ad agire e questo avrà i suoi esiti a lungo termine, esiti che si riscontreranno nel futuro. Ignorando coloro che dicono la verità e assecondando coloro che la smentiscono si evitano i problemi che, accumulati, causeranno danni irreparabili. Dimenticando Greta Thunberg, ad esempio, si ignorerà il problema dell’ambiente e dell’ecosistema che si sta lentamente distruggendo: il livello dell’acqua sta salendo perché i ghiacciai si stanno sciogliendo, le temperature aumentano in maniera spaventosa e molta fauna sta perdendo il suo habitat naturale.

Eppure, mentre il nostro pianeta sta lentamente morendo, noi pensiamo alla tecnologia. I robot stanno venendo perfezionati, l’economia e parte della vita sociale di noi giovani dipende da dispositivi elettronici: stiamo diventando dipendenti dalla tecnologia, eppure ciò non viene reputato come un problema. Nessuno si oppone, perché questo è il futuro della nostra società. La tecnologia fa passi immensi ogni giorno e tutti aspettano ansiosi i nuovi prodotti dell’Apple. Eppure, questa è la nostra normalità ora.

Seppure la nostra società progredisca verso un futuro ben evidente, il senno delle persone sembra regredire. Un anno fa è scoppiata una guerra tra la Russia e l’Ucraina. Di questa guerra si è parlato tanto, considerata la potenza dell’armata Russa, ma non è l’unico conflitto in corso. In Iran, infatti è in atto un conflitto anche morale. Una giovane ragazza è stata uccisa perché dall’hijab usciva un ciuffo di capelli. Ero rimasta a bocca aperta all’apprendere questa notizia. Se ciò non bastasse, in molti stati dell’America le donne sono state private del diritto di abortire.

Quindi, una riflessione mi sorge spontanea: stiamo progredendo verso il futuro o il nostro futuro è in verità il nostro passato che si svolge di nuovo?

Dunque sì, temo il futuro e forse proprio perché temo le decisioni della mia società. Ho paura, quindi, che il futuro non sia l’idea paradisiaca che tutti abbiamo in mente, bensì il risultato delle nostre scelte e che, temo, si percuoterà contro di noi.

Ginevra Lavinia Zago 1AC
Liceo Classico Collegio Pio X

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