Quattro storie per la memoria

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Gli studenti del Max Planck sono stati protagonisti, il 28 gennaio scorso, con i compagni degli Istituti superiori Riccati-Luzzati, Leonardo da Vinci, Fabio Besta e Massimo Alberini, della Giornata della Memoria promossa dalla Consulta Provinciale Studentesca e dalla Provincia di Treviso. Alcuni ragazzi della classe quarta liceo raccontano l’esperienza che li ha visti partecipare alla consegna delle Medaglie d’onore alla memoria di cittadini italiani internati nei lager nazisti, e assistere alla posa delle “pietre d’inciampo” in ricordo di quattro deportati dall’Ospedale Psichiatrico di Treviso.

Il giorno 28 gennaio, grazie alle attività proposte per la Giornata della Memoria dalla Consulta degli studenti e dalla Provincia, siamo potuti entrare in contatto, all’auditorium di Sant’Artemio, con le istituzioni locali che si sono dimostrate particolarmente attente nel promuovere il Ricordo attraverso i giovani. Questa grande responsabilità è stata da noi accolta e vista come un’opportunità di crescita e di formazione personale che concorrerà al miglioramento della società del futuro di cui noi ragazzi saremo i protagonisti.

La consegna delle Medaglie d’Onore alle famiglie delle vittime dei campi di prigionia ha conferito alla cerimonia uno spirito di continuità tra passato e presente, ma anche un senso di vicinanza tra i giovani e i parenti di coloro che hanno vissuto gli orrori della deportazione e dell’internamento nei lager durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ha contribuito a farci entrare direttamente nella storia l’efficace presentazione della dott.ssa Francesca Meneghetti (ex professoressa all’Istituto Max Planck) che ha riferito le storie di quattro vittime delle persecuzioni, vissute nell’ospedale psichiatrico di Sant’Artemio a Treviso.

In ricordo delle quattro vittime sono state poste altrettante pietre d’inciampo nel parco della Provincia; queste piccole targhe commemorative incastonate nel terreno, che riportano i loro nomi, hanno la funzione di catturare l’attenzione dei passanti e di costituire un ricordo tangibile e duraturo nel tempo dei deportati. Esse si trovano in tutta Europa ma la loro installazione deve rispettare particolari regole che ne vincolano la presenza esclusivamente nei luoghi in cui i perseguitati hanno abitato.

È stato da noi ragazzi particolarmente sentito il fatto che anche la nostra città, che ci appare incapace di malignità e azioni atroci, possa essere stata sede degli orrori della shoah con l’arresto di molti individui a cui spettava conseguentemente una morte quasi certa. Quei quattro nomi collocati nel Parco di Sant’Artemio ci hanno per la prima volta fatto toccare con mano ciò che fino a quel momento avevamo solo letto nei libri di storia; abbiamo sentito quegli avvenimenti più vicini poiché, pensandoci bene hanno riguardato i nostri bisnonni e addirittura i nostri nonni.

La cerimonia della posa delle “pietre d’inciampo” ci ha commosso: le piccole targhe d’ottone con i nomi incisi delle vittime sono state portate dal Presidente della Consulta Provinciale Studentesca di Treviso Nicolò Dogao lungo un breve tragitto dall’auditorium della sede della Provincia (già ex Psichiatrico) fino al luogo del Parco designato. Il corteo formato prevalentemente da noi giovani e da alcuni adulti accompagnatori è stata una marcia silenziosa che abbiamo profondamente apprezzato in quanto emblema di un simbolico passaggio del testimone.

Le quattro pietre portano incisi i nomi di Elena Guttmann, Salvatore Segrè, Ruggero Polacco e Ruth Bondi Schlesinger e resteranno per sempre nel giardino del Sant’Artemio in memoria di queste persone e di tutte le vittime delle persecuzioni, come è stabilito dalla Legge italiana ma, ancor di più, come desiderano le nostre stesse coscienze che aspirano ad un futuro caratterizzato dall’assenza di persecuzioni di alcun genere.

Matteo Polo, Lisa Tottolo (4B LSSA- Max Planck, Treviso)

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