“A tutta birra”

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Un progetto “learning by doing” per gli studenti del Giorgi-Fermi

Provetti birrai crescono e, è il caso di dirlo, “A tutta Birra!”.

E’ proprio questo il titolo del progetto che coinvolge gli studenti delle classi quinte degli indirizzi Chimica e Biotecnologie Sanitarie dell’Istituto Tecnico Giorgi Fermi di Treviso. Un’idea che nasce nove anni fa con l’intento di trasmettere motivazione nell’apprendimento delle discipline di indirizzo attraverso la pratica del “learning by doing”, favorendo un contesto di lavoro dettato da serenità, coesione, cooperazione e soprattutto gioia di fare.

Tra gli intenditori si afferma che la birra sia una delle invenzioni più grandi nella storia del genere umano. Come biasimarli? Lo diceva persino Platone: “Era un uomo saggio chi ha inventato la birra”. Ed infatti, di invenzioni notevoli e di prima necessità ve ne sono state ma nessuna si accompagna altrettanto bene con la pizza! In passato la birra era assunta anche come sostanza energetica: i carrettieri, ad esempio, ne davano un po’ anche ai loro cavalli prima di affrontare la parte più difficile del loro percorso.

Ma torniamo a noi, anche perché: Verba volant, Scripta manent, Birra Fermient!

Gli studenti, sotto l’attento coordinamento della Prof.ssa Tiziana Tonus, referente del progetto, sono chiamati a cimentarsi in varie attività dal carattere completamente multidisciplinare: Biochimica e Microbiologia, Inglese, Italiano ed il tocco sicuramente di classe dell’Educazione Civica, organizzano il progetto come un tavolo di lavoro e collaborazione tra vari docenti, che spesso sfocia in una gustosa visita guidata ad un birrificio artigianale o industriale della zona.

Tuttavia, è nei laboratori della scuola che si realizza la vera essenza del progetto. Gli studenti, divisi in gruppi, hanno a disposizione un fermentatore di piccola capacità e un semilavorato a base di estratto di malto. Spetta ai ragazzi stessi curare tutte le fasi di produzione della loro birra: dalla preparazione del mosto alle analisi necessarie per il monitoraggio del processo fermentativo, fino all’imbottigliamento finale. Ma che birra sarebbe senza un’etichetta? Pertanto spazio alla creatività per rendere anche il packaging una parte essenziale di questo “pasto da re”. La citazione shakespeariana non è casuale. Il foglietto illustrativo infatti riporta tutte le informazioni sulla birra prodotta sia in italiano sia in inglese per una migliore e più attenta degustazione in compagnia.

“All’inizio, la produzione della birra era solo dimostrativa: gli insegnanti facevano, gli studenti guardavano.” – afferma la prof.ssa Tonus. “La curiosità e l’interesse dimostrati hanno però spinto i docenti a promuovere una partecipazione più attiva e significativa da parte dei ragazzi. E’ così che la nostra scuola ha acquistato alcuni kit di fermentazione”. Ed aggiunge: “L’adesione da parte degli studenti è in continua crescita, nonostante l’attività sia piuttosto impegnativa: prevede infatti sessioni di lavoro pomeridiano a scuola e a casa, richiede lo studio aggiuntivo di concetti/tematiche oggetto di approfondimento e lo svolgimento di compiti e prove di verifica.”

Ma la birra? Dove va a finire? “Solo una piccola quantità di bottiglie è lasciata ai nostri provetti birrai… la maggior parte del loro sudato lavoro è regalato al personale docente e ATA del nostro Istituto che ringrazia e apprezza”.

Dunque non ci resta che augurare a tutti: Prosit!!!

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