Maustrap

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Nati grazie al virus, nati nel Lockdown. Talpe di una trappola per topi.

Una gabbia di suono: chitarre gravide, tasti ostinati, loop di tamburi, bassi di cemento, intorno ad una voce che prova a restare a galla mentre l’onda arriva.

La wave, le macchine in moto, la clessidra del tempo, il pop.

La batteria di Enrico Ceccato, le chitarre di Ale Riello, il basso di Ettore Craca, la voce di Lele Mancuso.

Colpi di machete a liberare una via nella giungla d’asfalto, sapendo che tutto può finire alla prima curva. Ma non è questo, non sono i chilometri. Ciò che conta non è la strada né il viaggio, ma alzare le vele. Comunque, sempre, nonostante tutto.

“Masquerade” il primo singolo uscito a fine marzo su tutte le piattaforme.

Riff di chitarra in salsa british dallo splendido sapore alternative pop anni ‘90, una sezione ritmica perfettamente a fuoco, inserti elettronici e una voce evocativa, per certi versi accostabile ad un Mauro Ermanno Giovanardi qui sobrio e misurato, il disagio di una generazione di mezzo ingabbiata in un Veneto operoso e industriale vissuto come una sorta di trappola per topi.

“Soyuz”, il secondo singolo, in uscita il 23 aprile.

“Spegni la luce”, l’album, in uscita il 3 maggio.

L’intero album, che uscirà per Dischi Soviet, è stato registrato e mixato da Massimiliano Berto e Devis Costa presso il Phöniox Studio di San Giorgio in Bosco (PD). Mastering di Ivan Zora.

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