Quanti genitori si sono trovati a passare le nottate a cercare di addormentare il proprio bambino? Alzino la mano!
Escludendo il fatto che il bambino possa stare male (fame, digestione, dentini che spuntano, camera poco riscaldata oppure troppo calda, febbre, etc…) nelle situazioni di normalità il bambino va a dormire con gioia nella sua cameretta, dorme e si risveglia nel suo lettino.
Durante la notte i bambini hanno parecchi risvegli e tutto questo è assolutamente normale. Il problema nasce quando l’addormentamento è supportato da qualcosa che è stato successivamente tolto.
Se il bambino si addormenta in un certo modo, magari in braccio, risvegliandosi si aspetterà di ritrovarsi nella stessa situazione. Proviamo ad immaginare se ci addormentassimo nel nostro letto e ci svegliassimo in macchina, che cosa proveremmo?
Addormentarsi da soli è una modalità che si impara e il genitore educa il proprio bambino a trovare le strategie più adatte affinché il momento dell’andare a dormire sia vissuto come un momento di serenità e non con tensione.
Pertanto ricordiamo che riuscire ad educare il proprio bambino ad addormentarsi da solo è importante, non solo per il riposo degli adulti, ma soprattutto per rendere il bambino autonomo e sereno.
Tralasciando i primi mesi, dove il bambino necessita di un rapporto e di una vicinanza fisica importante, successivamente metterlo a dormire nel suo lettino da sveglio, senza associare il momento dell’addormentamento a qualcosa di esterno, permetterà al bambino, nel caso di risveglio notturno, di riaddormentarsi in autonomia.
Mi spiego meglio, se ancora dopo i primi mesi il bambino viene addormentato dondolandolo, oppure nel lettone con la mamma e papà, o accarezzandolo, in braccio, in carrozzina, etc.. nel caso di risveglio, per riaddormentarsi cercherà giustamente la stessa situazione, costringendo così mamma e papà a riproporre la stessa modalità, anche per parecchie volte durante la notte.
Il bambino piange, perché? Quando si risveglia non trova la situazione che aveva al momento di addormentarsi. Importante sarà quindi associare il sonno a qualcosa che NON verrà tolto dopo!!
Dieci utili suggerimenti:
- Se lo metti a dormire nel suo lettino, imparerà prima a riconoscerlo.
- Mettiamolo a dormire nel suo lettino quando ha sonno ma riconosce dove lo si sta mettendo.
- Le tensioni familiari vissute di giorno possono influenzare la serenità del sonno del bambino, soprattutto quello notturno.
- Se si risveglia e borbotta nel sonno, lasciamolo tranquillo, onde evitare di essere proprio noi ad innescare il risveglio continuo.
- Se dovesse piangere rassicuriamolo con calma tentando di lasciarlo nel suo lettino e poi usciamo dalla stanza, se però continuasse a piangere dopo questi tentativi, prendiamolo in braccio e cerchiamo di capire cosa succede, rassicuriamolo sempre.
- Non prendiamolo subito in braccio dal suo lettino, onde evitare di associarlo a qualcosa di minaccioso (se piango e mi prendono subito in braccio forse c’è qualcosa che non va).
- Possibilmente non cambiatelo di notte (alcuni bambini però non lo accettano).
- Creiamo un rituale per andare a letto con pochi passaggi, es: cambiarlo prima di andare a letto, qualche coccola e poi nel suo lettino da sveglio, al contrario, evitiamo i rituali di ore sono altra cosa che creano ancora di più confusione.
- Allo stesso tempo non irrigidiamoci sui rituali, se una sera si vuole stare in compagnia e cambiare, non succede nulla, meglio dei genitori sereni che non diventano schiavi delle loro stesse regole.
- La mamma e il papà si addormentano e dormono nella loro camera e i bambini nella loro.
… E ricordiamoci che, ogni bambino è diverso, non si può generalizzare, pertanto, fidatevi del vostro istinto, è la cosa migliore per capire cosa succede e cosa fare.
Dr.ssa Anita Avoncelli
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