In campo con la legalità

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12 ragazzi e ragazze trevigiani protagonisti del campo di Libera

In campo con la legalità è l’esperienza nata da una collaborazione tra il progetto Sconfinamenti e Libera: un’esperienza concreta per dare impulso alla cultura della legalità.

12 Ragazzi e ragazze trevigiani dai 12 ai 17 anni sono stati i protagonisti di un campo estivo di tre giorni in Villa Valente Crocco a Badia Polesine (Rovigo), un bene confiscato alla mafia, oggi sede della Casa della Cultura e della Legalità “Silvano Franzolin”. Con loro alcuni educatori.

Il gruppo è partito da Silea dove si trova uno dei presidi di Libera, l’associazione che si impegna nella lotta alle mafie, ed è stato accompagnato da 3 volontari e un’operatrice del Centro di Servizio per il Volontariato.

Nei tre giorni di campo, dal 30 agosto al primo settembre, i giovani hanno svolto attività formative sul tema della legalità, della lotta alla mafia, dei diritti umani e della tutela e salvaguardia dell’ambiente. Hanno conosciuto le storie di alcune vittime di mafia per comprendere, attraverso i racconti, il dolore e la sofferenza di chi ha vissuto tali esperienze. Hanno svolto attività pratiche nell’appezzamento attorno alla villa, un’area agricola di 3.000 mq, prendendosi cura dell’orto e delle piante da frutto.

Durante i tre giorni di permanenza, le attività svolte hanno avuto il fine di creare legami con e tra il gruppo, di sviluppare consapevolezza e conoscenza sui temi della legalità e dei beni confiscati alla mafia e inoltre, di far comprendere l’importanza del senso di comunità e di cittadinanza attiva.

La prima giornata è stata dedicata alla conoscenza tra i partecipanti del gruppo, tramite dinamiche e giochi cooperativi. Successivamente si è posta l’attenzione sul bene confiscato che ha ospitato le attività, raccontando qualche dettaglio sulla storia della villa e sul suo utilizzo poi come bene confiscato restituito alla comunità, ed esplorando i suoi spazi. Alla sera c’è stata la visione del film “La mafia uccide solo d’estate” che ha permesso di condividere diversi spunti di riflessione.

La seconda giornata è stata dedicata al lavoro agricolo e al mantenimento degli orti e del giardino, per evidenziare che il bene confiscato è una responsabilità collettiva ed è necessario prendersene cura insieme. Il pomeriggio ha visto la presenza di un esperto che ha approfondito il tema dei beni confiscati e delle mafie nel nord a cui è seguita un’attività di gruppo sulla progettazione di iniziative da svolgere nella villa di Salvaterra. La serata è stata di svago con un gioco di gruppo a tema legalità.

L’ultima giornata è iniziata con la presentazione e conclusione dell’attività del giorno precedente. Successivamente sono arrivate le famiglie dei ragazzi e delle ragazze e, insieme, si è ascoltata la testimonianza di Tiberio Bentivoglio, vittima sopravvissuta alla mafia. Per concludere, un pranzo conviviale per salutarsi alla fine del campo.

Durante le giornate si sono lette anche le storie di alcune vittime innocenti di mafia, con il fine di coltivare la memoria e la consapevolezza sul tema.

“Il valore della legalità non si insegna facendo grandi lezioni teoriche ed astratte, ma vivendo esperienze concrete, sul campo”, riferisce Anna Corò, presidente di Volontarinsieme, capofila del progetto Sconfinamenti in cui si inserisce l’esperienza vissuta dai partecipanti.

Il progetto “Sconfinamenti. Uscire dai propri confini per crescere una comunità educante” vede collaborare una rete di associazioni ed enti pubblici, per coinvolgere ragazzi e ragazze trevigiane ed è finalizzato a favorire in loro il senso di appartenenza alla comunità, la partecipazione, la solidarietà e l’inclusione, contrastando la povertà educativa.

Alcuni ragazzi del campo hanno lasciato una testimonianza.

Il campo di Libera è stata un’esperienza molto educativa e divertente. Durante queste giornate ho scoperto che la mafia non è solo una cosa lontana che non ci può colpire; ho conosciuto una vittima di mafia che ha deciso di ribellarsi ed ha deciso di raccontarci la sua storia nonostante sia ancora in processo. Ho conosciuto dei ragazzi con cui mi sono divertito molto. Per me è stata la prima esperienza di campo estivo e mi sono trovato bene con gli animatori e con le attività.

Leonardo Zeno

Mi è piaciuta molto la testimonianza di Fabrizio Bentivoglio domenica mattina, in cui ha raccontato la sua esperienza personale con la mafia, e come essa agiva contro di lui e la sua attività commerciale. Mi è piaciuto molto anche il film “La mafia uccide solo d’estate” che abbiamo visto venerdì sera.

Carlo

È stata una bella esperienza dove ho conosciuto persone che venivano da paesi non vicini a dove abito, mi ha anche aperto gli occhi sul fatto che le mafie non sono solo nei posti in cui c’è disagio, ma spesso sono in mezzo a noi e qualche volta siamo noi.

Jacopo

“Come associazione Libera nel territorio trevigiano abbiamo accolto con entusiasmo questa proposta educativa per promuovere la conoscenza delle storie delle vittime innocenti, dei beni confiscati e di ciò che essi rappresentano e possono generare come valore aggiunto se restituiti alla collettività” dichiarano Chiara Vecchio, coordinatrice provinciale di Libera Treviso e Dario Furlanetto, referente del recente presidio Libera di Silea.

Le attività di Sconfinamenti proseguiranno fino al 2026, con altre esperienze di partecipazione e impegno rivolte ai giovani.

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