Noia esistenziale & sabbie mobili esistenziali (introduzione)

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Attualmente abbiamo raggiunto un livello molto alto di dipendenza dai dispositivi cellulari, problema che richiede un’attenzione prioritaria perché va ad incidere anche nell’ambito etico-sociale, (testimoniato da recenti fatti di cronaca) e, soprattutto, sta trasformando le peculiari dinamiche di apprendimento e relazione degli esseri umani, in particolare della generazione Z (i cosiddetti “nativi digitali” dal 1997- 2010 in poi).

Gli esperti hanno dimostrato che gli adolescenti e i giovani adulti, cresciuti a stretto contatto con le tecnologie digitali, hanno raggiunto un livello preoccupante di dipendenza da Internet (Social, Whatsapp) perché durante la connessione a queste attività avviene la produzione di dopamina nel cervello, la stessa che si attiva con le sostanze psicotrope. E’ stato dimostrato inoltre che c’è stato un calo dei livelli di attenzione e di capacità multitasking, senza contare la drastica riduzione del tempo dedicato alla conversazione in presenza anche tra amici. Non è raro vedere in un locale che la vicinanza delle persone sedute una a fianco all’altra è solo fisica, perché ciascuno è proiettato “altrove” attraverso il proprio smartphone. Ne consegue un uso limitato del lessico (anche nella produzione scritta) per esprimere idee ed emozioni: è sufficiente utilizzare le emoticon e gli avatar che manifestano gli stati d’animo al nostro posto. Sono dati sui quali riflettere dal momento che non possiamo pensare senza parole e viceversa, perciò se ogni parola corrisponde ad una nostra idea, meno svilupperemo le capacità linguistiche, più danni ci saranno per le capacità cognitive.

Al fine di stimolare la comunicazione attraverso un linguaggio adeguato, è importante riscoprire l’efficacia di una didattica d’aula nella quale si fa uso del dibattito (ciascuno spiega la motivazione della propria tesi/punto di vista e le loro antitesi) e della lezione dialogata o rovesciata: le scuole, dopo le famiglie, sono rimasti gli unici luoghi dove è ancora possibile attuare un cambiamento graduale e costante per far riscoprire la bellezza delle attività vitali peculiari alla nostra natura di “animali pensanti”… è evidente che eliminando questo aggettivo le conseguenze nel contesto privato e sociale diventerebbero davvero drammatiche.

Non c’è cambiamento a lungo termine senza motivazione intrinseca, ovvero è necessaria la convinzione personale che sia la scelta migliore. Non sarebbe possibile bloccare uno stile di vita succube della tecnologia attraverso regole imposte dall’alto di cui non si sente la necessità, sarebbero trasgredite anche se fossero fatte rispettare attraverso punizioni e sanzioni pecuniarie come avviene già col divieto di fumare all’interno e nel perimetro delle scuole.

Molti adolescenti si rivelano già consapevoli dei rischi ai quali sono esposti, altri si arrendono ad un sistema che li ha ormai intrappolati. In ambito scolastico vorrebbero lezioni più interattive per evitare la noia in aula che li conduce a consultare i cellulari durante le spiegazioni, inoltre, ad eccezione degli ambienti sportivi, esprimono il rammarico di non avere luoghi di ritrovo extra scolastici anche in fascia serale adatti alla loro età, dove potersi riunire, ascoltare musica, ballare.

In realtà questo è già il primo passo di un possibile cambiamento! Solo quando si sa di avere un problema e se ne individuano possibili cause, si può iniziare a trovare strategie risolutive in modo autonomo e responsabile, infatti non si vuole negare l’uso consapevole del cellulare, ma il suo abuso, come sempre deleterio per ogni attività umana.

Prof.ssa Isabella Silvestri – Docente di tecniche di comunicazione

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