“Proteggo la protesta”

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La campagna di Amnesty International e i casi di attualità

Questa volta vi vogliamo parlare della più importante campagna internazionale di Amnesty International.

“Proteggo la protesta” intende sfidare gli attacchi internazionali e diffusi alla protesta pacifica, supportando le e i manifestanti pacifici e sostenendo le cause dei movimenti sociali che spingono al cambiamento per la realizzazione dei diritti umani. Il nostro obiettivo è che tutte le persone possano intraprendere azioni pacifiche e far sentire la propria voce, in sicurezza e senza ripercussioni.

I principali obiettivi della campagna sono:

  • modificare le legislazioni eccessivamente restrittive;
  • porre fine alle detenzioni arbitrarie, alla criminalizzazione delle e dei manifestanti, all’uso illegale della forza da parte delle forze di polizia, all’uso improprio di armi meno letali;
  • porre fine alla sorveglianza di massa illegale e mirata;
  • supportare coloro la cui voce è stata soffocata.

Inoltre, la crescente partecipazione dei ragazzi alle proteste ci testimonia come stiano crescendo generazioni sempre più attente, vigili e più sensibili alle questioni globali e alle violazioni che vedono coinvolte anche persone che vivono dall’altra parte del mondo.

Qui di seguito alcuni dei casi che stiamo seguendo.

A seguito di una crisi politica di lunga data, il Perú è entrato in una spirale di violenza che sta causando sistematiche violazioni dei diritti umani, soprattutto contro i manifestanti a Lima e in altre importanti città.

Il 13 settembre 2022, la donna curda iraniana Mahsa Amini è stata arrestata a Teheran dalla cosiddetta polizia “morale” iraniana, che regolarmente sottopone donne e ragazze ad arresti e detenzioni arbitrarie, torture e altri maltrattamenti per non aver rispettato l’obbligo discriminatorio di indossare il velo. Secondo testimoni oculari, Mahsa Amini è stata picchiata violentemente mentre veniva trasferita con la forza nel centro di detenzione di Vozara a Teheran. In poche ore, è stata trasferita all’ospedale di Kasra dopo essere entrata in coma. È morta tre giorni dopo.

In Turchia, dal maggio 1995, i parenti delle persone “scomparse” in custodia di polizia tengono una veglia settimanale nel centro di Istanbul, chiedendo alle autorità di rendere conto del destino dei loro cari. Sono conosciute come le “Madri del sabato”, poiché si riuniscono ogni sabato a mezzogiorno davanti al liceo Galatasaray in Istiklal Street, tenendo le foto dei loro figli, figlie, mariti, mogli, padri, fratelli “scomparsi”. Durante le veglie molti partecipanti subiscono intimidazioni, molestie, uso eccessivo della forza, detenzioni arbitrarie e procedimenti giudiziari ingiusti.

Dal primo giorno dell’invasione russa dell’Ucraina il 24 febbraio 2022, migliaia di persone, inclusi attivisti della società civile e difensori dei diritti umani, sono scese in piazza in molte città della Russia per manifestare il loro dissenso nei confronti della guerra. Le autorità hanno disperso le manifestazioni con la forza, perseguendo legalmente chi era sceso in piazza. Lo stesso è successo ai media indipendenti, che sono stati censurati, chiusi e/o bloccati, solamente per essersi pubblicamente opposti all’invasione dell’Ucraina.

Come sempre, per approfondire i casi trattati in questo articolo e tenervi aggiornati su tutte le altre tematiche riguardanti i diritti umani, vi invitiamo a visitare il sito www.amnesty.it e le pagine Facebook e Instagram di Amnesty International Italia e del gruppo di Treviso agli indirizzi indicati qui sotto.

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