Volontariato, l’esperienza di Alessandra

0
2115
Mettersi in gioco per gli altri

Quest’esperienza è iniziata un po’ per caso, ma posso dire che da tre anni ormai il volontariatologo laboratorio scuola volontariato è entrato nella mia vita e ne è diventato una componente molto importante.

Ho cominciato con un laboratorio di teatro presso il Quadrifoglio di Treviso, per poi mettermi alla prova con le attività  di studio assistito e giornalino all’interno dell’Istituto Penale Minorile di Santa Bona.

A ottobre il mio professore di religione mi ha proposto di presentarmi al Granello di Senapa, un’associazione fondata da due genitori affidatari che hanno deciso di aprire la loro casa a chi ne ha bisogno e offrono ai ragazzi di medie ed elementari del comune di Ponzano, che riscontrano maggiori difficoltà  a scuola, un progetto di studio assistito il pomeriggio.

Incuriosita mi sono messa in contatto con il Centro di Volontariato per avere maggiori informazioni e una volta ottenuto il numero di telefono ho chiamato Elisabetta e Maurizio, i genitori, che fin da subito mi hanno accolta nel migliore dei modi.

Il mio ruolo consiste nel seguire nei compiti e in attività creative Maria Chiara, una ragazzina con la sindrome di down, anche se mi piace logo granello di senapa - Alessandraconsiderarmi un piccolo jolly, perché alla fine non sto mai solo ed esclusivamente con lei ma anche con gli altri bambini.

I miei primi giorni posso definirli come una continua scoperta, in qualsiasi stanza andassi mi trovavo davanti un volto nuovo, un altro nome da imparare, ma anche una nuova personalità  con cui relazionarmi. Con il passare del tempo le novità  non sono esaurite, perché i ragazzi hanno sempre qualcosa da mostrarti e che inevitabilmente finisci per apprezzare, un talento nascosto oppure il disegno che devono consegnare per educazione artistica, le loro fragilità  ma anche i loro punti di forza.

Io e Maria Chiara siamo una squadra ormai, o per lo meno per me è così, abbiamo le nostre abitudini, i nostri spazi, e ed è una cosa meravigliosa. Quando arrivo il più delle volte mi sta aspettando seduta sul tavolo con qualche libro in mano, dieci minuti buoni prima di metterci al lavoro li dedichiamo alla nostra chiacchierata settimanale, in cui lei mi domanda il perché di qualsiasi cosa faccia o dica e io invento storie bizzarre per soddisfare la sua curiosità. Non sempre fila tutto liscio, dipende dalla giornata, abbiamo le nostre incomprensioni, magari non mi ascolta e devo rincorrerla per la casa, oppure è stanca, si arrabbia e mi spinge via, ma nulla di tutto ciò mi pesa, perché basta un suo sorriso a tenermi lì con lei.

Poi ci sono L., P., E., A., D. e B., con cui sto imparando a costruire un rapporto, piano piano, perché, sarà  una mia impressione, quando si è più piccoli forse si è più ingenui, ma si valuta bene a chi dare la propria fiducia e a chi negarla.

Il volontariato alla fine è questo, parti con l’obiettivo di dare qualcosa agli altri e a percorso concluso realizzi che sei tu quello che ha ricevuto di più. I ragazzi mi stanno veramente impartendo una lezione dietro l’altra, Maria Chiara ad esempio mi sta aiutando a lasciarmi andare, a prendermi un po’ meno sul serio e a essere più affettuosa, miei grandissimi limiti, che a quanto pare con lei riesco a superare. Io sono sempre stata una ragazza abbastanza chiusa, non amo i cambiamenti, le novità, e automaticamente molte persone, tra cui i miei parenti, mi hanno chiesto che cosa mi abbia spinta a fare e soprattutto a continuare volontariato; è partito tutto come una sfida verso me stessa, è stato un po’ un salto nel vuoto, e non nascondo di essermi sentita a disagio in qualche occasione, ma dopo che hai saltato, nella caduta verso quel vuoto ignoto, è come se si aprissero delle ali che non sapevi di avere e cominciassi a volare, salendo sempre più in alto.

Il volontariato mi ha fatto e mi fa sentire viva, poter fare qualcosa per gli altri, anche se a tempo determinato, non è mai un impegno a senso unico, non ha mai esiti prevedibili. Ho provato tre ambiti completamente diversi tra loro, per contesto, fascia d’età  e tipo di laboratorio, accomunati dal fatto che le persone che ho incontrato hanno lasciato il segno, e tutti i giorni mi porto dentro qualcosa di loro. Il volontariato sono sicura mi abbia fatto maturare più di ogni altro percorso e non mi pento assolutamente di nulla. Invito chiunque a essere per almeno un giorno un volontario.

Alessandra G. – Liceo Canova

Previous articleMirela, un cuore per metà “brasileiro”
Next articlePer una mezza pasticca di ecstasy…