Viaggio a Cracovia: istruzioni per l’uso

0
1981
Chiarisco subito: questo non sarà  un (per alcuni noiosissimo) reportage del mio viaggio estivo a Cracovia – in Polonia, per chi non lo sapesse… – e dintorni.
La mia idea è quella di presentare una specie di breviario, spiritoso e particolare, di una nazione e di una popolazione direi molto lontane da noi italici.
1 – Non si capisce una parola quando parlano: non solo la lingua è distante anni luce dalla nostra (l’unica parola comprensibile è “autobus” e, infatti, non è una parola italiana…), ma gli aborigeni polacchi si esprimono ad una velocità  supersonica. Aneddoto: stazione, fermo un tizio dei treni per un’informazione che gli propongo in inglese: mi guarda, mi indica qualche cosa – che non scoprirò mai – e in polacco stretto e ultrarapido mi risponde allontanandosi; io rimango lì come un fesso: come, io italiano ti faccio una domanda in inglese e tu rispondi a me italiano in polacco da stadio? E che cavolo capisco io?!?!
2 – La birra: se siete fanatici di questa bevanda la Polonia è la vostra patria: mezzo litro (non 0,42, proprio mezzo litro!) costa al tavolo la bellezza di € 1,10. A qualsiasi ora del giorno e – immagino – della notte si vedono uomini e donne (praticamente tutte) che bevono sti gran boccali di birra. Una pacchia per i miei nobili studenti…
3 – Le gambe delle donne: escludendo le signore non più giovanissime, le ragazze e le donne polacche hanno due caratteristiche riconoscibili: gambe lunghissime e occhi chiari. Se la seconda caratteristica va un po’ a gusti, la prima per quelli non proprio alti come me è un vero piccolo dramma…
4 – I treni: se hai dimenticato a casa l’orologio hai un metodo infallibile per conoscere l’ora: sapere a che ora parte il tuo treno, perché cascasse il mondo, i treni polacchi sono dei cronografi svizzeri (o polacchi, a sto punto): partono infallibilmente puntuali. Bello, no? Peccato però che non si sa quando arriveranno (c’è pure un detto polacco, che vi risparmio, perché la lingua locale mi innervosisce proprio). E per non farsi mancare nulla, sono lentissimi; per capirci 65 chilometri in due ore! Sai che super dormite vi fate: lo fanno per voi, così quando arrivate a destinazione siete belli riposati perché avete dormito…!
5 – Il gelato: a fine luglio ho trovato tra i 6 e i 14 gradi durante il giorno, eppure le gelaterie erano prese letteralmente d’assalto dagli autoctoni pronti ad ingurgitare mucchi di palline (glotka) di gusti vari. Ho provato questa prelibatezza e non c’è che dire, niente male (oltre al fatto che costa un amen..)
Insomma ragazzi, prendete Ryanair (da Treviso) e in un’ora e mezza sarete arrivati in un altro, ma bellissimo, mondo.
Previous articleL’uomo dell’anno (con Robin Williams)
Next articlePoesie – raccolta