In battello alla scoperta di Porto Marghera

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Classi del Planck ospiti dell’Autorità portuale di Venezia e Chioggia

Gli studenti del Max Planck (di Lancenigo-Treviso) alla scoperta dell’altro lato di Venezia, quello della città portuale, snodo intermodale dell’Alto Adriatico. A permettere l’inusuale visita didattica è stata l’Autorità del Sistema Portuale del Mare Adriatico (Ministero delle infrastrutture) che ha messo a disposizione un battello con il quale è stato possibile percorrere i canali di Porto Marghera e vedere da vicino le banchine dove attraccano le navi cargo, le aree carico e scarico di materie prime e la zona di Fincantieri dove si costruiscono le navi da crociera. La visita, organizzata per tre classi del Planck (4D elettronica e automazione, 3A Informatica e 2A liceo delle scienze applicate), è stata illustrata con grande professionalità dalla dott.ssa Giorgia Costantini dell’area Promozione, comunicazione dell’Autorità portuale. Racconta l’insolita mattinata scolastica in Laguna Anna Bettio della classe 2AL.

Il 19 aprile scorso abbiamo potuto navigare da Venezia attraverso la Laguna fino a Porto Marghera. L’originale tour didattico ci ha permesso di concludere direttamente sul mare il progetto storico-ambientale che abbiamo messo a punto in classe su Porto Marghera.

Siamo partiti dal libro di Gianfranco Bettin “Cracking”, romanzo ambientato negli anni della crisi del Petrolchimico tra proteste operaie e problemi sociali della città. Ne abbiamo sviscerato gli argomenti, attingendo anche alle notizie di cronaca, ci siamo quindi confrontati con l’autore stesso, esperto conoscitore della realtà di Marghera e di Venezia. E poi eccoci direttamente là, proprio davanti alle ciminiere del “cracking”, dove fino a pochi anni fa si producevano i polimeri utilizzati per la produzione delle plastiche.

Una volta arrivati a Venezia, siamo saliti in barca e abbiamo percorso Canale Nord, Canale Ovest e Canale Sud mentre la guida ci faceva notare gli aspetti logistici e le caratteristiche del traffico commerciale di Venezia. Abbiano visto anche interessanti edifici di archeologia industriale come il vecchio Emporio Sali e Tabacchi.

Porto Marghera è molto esteso: occupa 1447 ettari e ha 12 km di banchine attive. Al suo interno si sviluppa una fitta rete di canali (ce ne sono 662), strade (40 km), ferrovie (135 km) e fibra ottica (7 km). I canali presentano una curiosità particolare: il fondo è scavato in modo che anche le navi più grandi possano passare senza incagliarsi, quindi le imbarcazioni seguono un percorso preciso, una sorta di autostrada tracciata dalle bricole in mezzo alla laguna.

Le aziende coinvolte a Porto Marghera, che sono 1200, producono un valore diretto stimato di 6,6 milioni. Il Porto ha una storia millenaria. La città di Venezia era uno snodo cruciale per il commercio, soprattutto con l’Oriente, divenne quindi un importante centro portuale. L’area si è progressivamente allargata fino a spostarsi dall’estremità ovest di Venezia a Porto Marghera. Nel 1846, infatti, venne inaugurata la ferrovia trans-lagunare e dopo poco il porto venne esteso all’area ovest, detta dei Bottenighi e poi denominata Porto Marghera.

Grazie a questa attività noi ragazze e ragazzi della generazione Z abbiamo scoperto un pezzo di storia recente e una realtà fondamentale per la nostra economia che merita di essere conosciuta anche da chi non è addetto ai lavori.

Anna Bettio (classe 2 A Liceo delle scienze applicate Max Planck)

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