Le baby gang, il fenomeno del momento

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Glass broken cracks splinters in front of car ( Filtered image processed vintage effect. )

Le baby gang sono diventate il fenomeno del momento. In internet la parola baby gang è più cercata del termine bullismo con cui si etichettava ogni comportamento aggressivo, violento e criminale di adolescenti senza controllo. Oggi gli adolescenti sono armati, usano tirapugni, coltelli, spranghe, fino ad arrivare alle pistole. Chi va in giro armato e pronto ad usare le armi per attacco già nel momento in cui acquista un’arma è una persona violenta.

Il problema delle gang, dei branchi o dei gruppi si sviluppa sia nei piccoli che nei grandi centri in cui gruppi di adolescenti decidono di unirsi e di esprimere il proprio disagio in modo violento, è sufficiente leggere i giornali per apprendere che il fenomeno è presente in tutta Italia.

Un branco non è una baby gang. Quando parliamo di gang ci riferiamo ad una microcriminalità organizzata, ad un gruppo che ruota intorno ad un capo, che mette in atto tutta una serie di crimini, dalla violenza contro le persone, al patrimonio, al furto. Il branco invece è un’aggregazione di ragazzi uniti dalla “fratellanza” che mette in atto comportamenti più impulsivi, che spesso agisce senza motivazione apparente.

I comportamenti devianti ed a termine devianza hanno un significato ampio e fanno riferimento non solo a dei fenomeni criminali e ad un comportamento che viola la legge ma anche ad altri comportamenti come ad esempio l’alcolismo e l’uso di droghe. Ciò che oggi è decisamente preoccupante è la convinzione di troppi adolescenti di rimanere impuniti: sotto i 14 anni non sono imputabili, sopra i 14 anni si devono valutare tutta una serie di fattori, tra cui la capacità di intendere e di volere. Oggi si tende a dare ai ragazzi la possibilità di essere recuperati attraverso delle “pene” parallele con servizi socialmente utili.

Come è stato più volte ribadito dai giornali ed anche dal giornalista Enrico Mentana in una puntata della sua trasmissione di approfondimento giornalistico, questi ragazzi crescono senza paura di una punizione. Seguono sul web serie in streaming che osannano comportamenti criminali i cui protagonisti diventano loro idoli e ricercano video in rete di torture, aggressioni e violenze. I loro idoli musicali rispecchiano i modelli delle gang americane basate su soldi e armi.

Questa realtà non riguarda solo ragazzi che abitano in periferie o quartieri a rischio, caratterizzati da condizioni difficili, spesso si tratta di ragazzi benestanti provenienti da famiglie con un livello economico elevato, che vanno scuola e potrebbero avere un futuro diverso.

Anche le ragazze sono sempre più coinvolte e fanno parte di questi gruppi tanto da essere state protagoniste di risse in centro a Treviso.

All’inizio della scuola, per esempio, non riuscivo mai a prendere l’autobus in tempo perché queste “baby gang” amavano piazzare petardi sotto le ruote degli autobus oppure bloccavano la stazione per non far passare la gente. Ci sono state risse sia maschili che femminili riprese con i telefonini in diretta dai compagni con immagini che giravano in internet per molto tempo.

Si è cercato di far fronte all’emergenza creando attività e manifestazioni nelle piazze del centro della città in modo tale da controllare maggiormente i passanti ed evitare scontri.

Mi auguro che tutto ciò possa cambiare e si possa trovare una soluzione grazie a leggi più severe e all’intervento e alla collaborazione dei genitori, la scuola ed il territorio.

Agostino C.

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