Duecento persone tra studenti del Berto e associazioni marciano per chiedere maggiori semplificazioni e incentivi per i pannelli sui tetti di case e capannoni e per l’agrivoltaico.
Il 25 marzo, Giornata globale di Sciopero per il Clima, anche a Mogliano giovani (e non solo) hanno fatto sentire la loro voce. Più di duecento i partecipanti, quasi tutti studenti del Liceo Berto, che hanno marciato lungo alcune vie di Mogliano Veneto con striscioni, cartelloni e bandiere, con il supporto logistico di associazioni del territorio come APIO, Amici del Parco, FridaysForFuture, SOMS – Circolo Galileo Galilei, Omega APS e molti altri.
Il percorso fino al campo “della discordia” (quello riguardante il progetto del fotovoltaico), il trasferimento di alcuni pannelli finti dal terreno ad un capannone; infine la marcia verso il Palazzo Comunale.
La convinzione dei manifestanti è che una transizione ecologica fatta con grandi progetti a terra, contestati e ostacolati dalla cittadinanza, procederebbe lenta e inefficace, mentre velocizzare e semplificare ogni tipo di impianto sopraelevato invece darebbe risultati rapidi e accolti da tutti.
Nella manifestazione dunque non ha trovato espressione solo la preoccupazione verso la crisi climatica (per quanto persistente), ma “il gruppo ha voluto focalizzarsi su un tema “caldo”, che ha coinvolto da vicino i moglianesi e rispetto al quale abbiamo voluto elaborare una serie di proposte. I pannelli vanno sui tetti, mentre il grano va lasciato sui campi” sintetizza, come messaggio che la manifestazione vuole trasmettere, Stefani Tommaso, uno degli organizzatori e studente del Liceo Berto di Mogliano.
Ottima collaborazione con Carabinieri e Polizia: l’unico problema per gli agenti è stato il dover sopportare in uniforme il caldo estivo (aggravato da una siccità anomala) a quattro giorni dalla fine dell’inverno.
Si parla di pannelli fotovoltaici sopraelevati, contrapposti a quelli a terra: a partire dai classici pannelli sopra le case, passando per quelli sopra ai balconi, ai capannoni, ai parcheggi, alle pensiline e sopra alle coltivazioni stesse.
“Ultimamente i pannelli per tetto e per balconi hanno ricevuto degli incentivi dal governo, ma burocrazia e bassa informazione sono ancora un ostacolo, tanto che a Mogliano ancora pochi ne fanno uso” rivela Cesare, studente di Scienze Ambientali, anche lui organizzatore: “I pannelli sopra ai capannoni hanno anche loro bisogno di una spinta politica, specialmente per ciò che riguarda i capannoni dismessi; quelli sopra a parcheggi e pensiline soffrono di un vuoto normativo, ma se utilizzati (e ben combinati con gli alberi) avrebbero anche l’effetto di proteggere il centro città dalle ondate di calore, e impedire alle automobili di diventare dei forni in estate”.
Ma una rivoluzione sarebbe anche quella dell’agrivoltaico: pannelli mobili su strutture alte da due a cinque metri, che permettono la coltivazione sotto di essi e quindi producono energia pulita senza rubare il suolo alla produzione di cibo.
“A conti fatti, non “rubano” alle piante abbastanza luce da diminuirne granché la resa” sostiene Federico, padre di Cesare, che come molti altri agricoltori vede l’agrivoltaico di buon occhio e ha approfondito molto in merito, “dall’altra parte, protegge le piante (e animali e lavoratori) da una luce che in estate è ormai nociva e causa di un consumo eccessivo di acqua. Su questa tecnologia, però, la palla è ancora in mano al Ministero della Transizione Ecologica”.
Le tecnologie fotovoltaiche, con i loro doppi vantaggi, possono rendere poco appetibili gli impianti a terra e prevenire che invadano le terre di pregio paesaggistico; ma hanno bisogno di un’accelerazione della politica locale, regionale e nazionale, ed è questo l’obiettivo della manifestazione: fare pressione alla politica per ottenere questa accelerazione.
Perché le richieste dei manifestanti siano considerate e approfondite da chi ha il potere di legiferare, il gruppo organizzatore ha mandato un documento al Comune e alla Regione. A questo proposito dichiarano:
“La vicenda di questo progetto può insegnarci molto: è paradossale che i cittadini per esprimere la propria volontà debbano ricorrere a cause legali e alle proteste. Siamo convinti che per qualunque grande opera i cittadini (specie quelli colpiti più da vicino) dovrebbero essere consultati sin dall’inizio, non solo a posteriori quando “i giochi sono fatti”. Per questo diversi movimenti ambientalisti chiedono l’istituzione di assemblee di cittadini, perché le scelte non siano sempre “calate dall’alto” ma seguano un autentico confronto”.
“Chiediamo di fermare il consumo di suolo, di incentivare l’installazione del fotovoltaico sui tetti, di tutelare le aree naturali di pregio da nuovi progetti di fotovoltaico. Non ci fermiamo più alla protesta (per quanto necessaria): ecco la nostra proposta!”.