Dislessia, DSA e qualità uditiva

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Cosa li accomuna?

Quando la nitidezza dell’udito è precaria, l’alunno può avere difficoltà nella comprensione. Se queste difficoltà non vengono subito evidenziate è perché il bambino riesce a compensare bene il deficit uditivo con uno sforzo intellettivo, che però gli toglierà energie in altri ambiti.

Alcuni pazienti o genitori riferiscono che il bambino:

  • Ha iniziato a parlare in ritardo rispetto ai coetanei;
  • NON ascolta volentieri racconti, NON segue il filo del suo discorso;
  • NON rimane attento a chi parla;
  • Vuole tv o musica con volume basso, parla a voce bassa, è stonato;
  • Ha dolore di tipo uditivo con certi suoni, con volumi alti;
  • Quando ascolta, dà l’impressione di non capire o dice di non capire, ha difficoltà nei dettati;
  • Fa errori di tipo fonologico: scambia lettere che hanno la stessa “radice” come ad esempio “f” con “v”, “c” con “g” , “p” con ”b”, “t” con “d”;
  • Inverte lettere nelle parole, ha difetti di pronuncia, balbuzie;
  • Ha eccessiva difficoltà ad apprendere una lingua straniera;
  • Ha problemi a comprendere H, accenti o apostrofi;
  • In ambienti affollati è infastidito dal movimento delle persone e/o dai rumori;
  • Ogni minimo rumore lo distrae dal compito che sta facendo
  • A volte si tappa le orecchie con le mani, non sopporta l’aspirapolvere.

Questo dipende dal fatto che le nostre orecchie SENTONO (atto meccanico) ma il cervello NON DECODIFICA (atto cognitivo), quindi non comprendiamo bene.

L’incapacità di inibire/isolare certi rumori provoca distrazione. Questa è una delle maggiori cause di apparentemente inspiegabili lentezze nel fare i compiti.

Sempre più frequenti sono le difficoltà di apprendimento.

Esse non dipendono da mancata intelligenza, da problemi psico affettivi o da condizioni socio economiche sfavorevoli. Se le aree uditive del cervello non si sono correttamente sviluppate, ci possono essere i disturbi di comprensione uditiva. Con un’accurata anamnesi ed una corretta diagnosi, si può approntare una rieducazione uditiva individualizzata ed anche ritarata durante la stessa.

Come avviene la rieducazione uditiva?

È necessaria un’audiometria mirata ad individuare le iper o le dis-acusie.

La rieducazione consiste in una serie di sedute di riabilitazione, durante le quali viene fatta ascoltare al paziente musica polifonica (sempre diversa) filtrata secondo le esigenze specifiche.

Questi brani musicali stimolano la contrazione ed il rilassamento dei muscoli dell’orecchio interno, come suggerito dall’audiometria.

L’improvviso ed imprevedibile passaggio da frequenze alte a basse, e viceversa, stimola l’orecchio a trovare potenzialità perse o mai sviluppate.

É un’attività di stimolazione mirata e guidata che non riguarda solo i muscoli dell’orecchio, ma   coinvolge   anche le aree uditive del cervello creando nuovi engrammi cerebrali (è come se si reinstallasse un software che si è danneggiato, perso o mai correttamente installato).

In pratica viene sfruttato il meccanismo di NEUROPLASTICITA del cervello,

In questo caso stimoliamo la sua capacità di riorganizzare una funzione nella sede originaria.

I benefici si possono vedere subito dopo la rieducazione in questi settori:

  • miglioramento dei disordini affettivi ed emotivi (se presenti)
  • miglioramento del linguaggio/canto e nell’apprendere lingue straniere
  • migliore integrazione psico-motoria
  • maggior attenzione e quindi più facilità nell’apprendimento
  • minor stress di fronte a richieste di prestazioni
  • maggior capacità comunicativa (espansività)
  • maggior accettazione delle regole.

Inoltre, la parte vestibolare dell’orecchio interno contribuisce al controllo dei movimenti fini di braccio e mano e, in generale, alla coordinazione motoria, se insufficiente. Il bambino è avvantaggiato in termini di crescita, accettazione di sé ed interazione e, nel caso di un adulto, lo aiuta a non avere difficoltà di inserimento in ambito lavorativo e sociale.

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