I cibi per bambini: attenzione alle etichette!

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Il mercato degli alimenti destinati ai bambini offre sempre nuovi prodotti: oltre alle classiche merendine, cereali per la colazione e biscotti, è possibile trovare bevande di ogni genere, pasta di formato ridotto o con la forma dei personaggi preferiti, sughi pronti, hamburger a forma di orsetto, yogurt, dessert e altro ancora.

Questi prodotti hanno confezioni che si rivolgono sia ai bambini che agli adulti: i più piccoli sono attirati da colori vivaci, personaggi simpatici e spesso da gadget, gli adulti dalle scritte che decantano le caratteristiche del prodotto per la presenza di vitamine, calcio, ferro o verdure (i cosiddetti “claim nutrizionali”).

Purtroppo non è tutto oro quello che luccica… dietro a slogan rassicuranti sul contenuto di preziose sostanze nutrizionali, spesso passano in secondo piano presenze meno gradite come elevate quantità di zuccheri e grassi di scarsa qualità.

Come fare?

Una premessa: i nostri bambini non hanno bisogno di “speciali” cibi industriali, nemmeno quando iniziano ad avvicinarsi agli alimenti solidi dopo i sei mesi di età. Adulti e bambini hanno bisogno di una dieta variata, di cibi non lavorati, casalinghi, basati su ingredienti freschi e di stagione. I bambini ci osservano e ci imitano, per cui se le abitudini alimentari di noi adulti sono sane, così saranno quelle dei i nostri figli.

Non serve essere dei cuochi provetti o spendere una fortuna, anzi, i cibi industriali per bambini e ragazzi sono piuttosto cari, quindi semmai si può risparmiare.

Detto questo, se occasionalmente si vuole acquistare un cibo industriale, è fondamentale leggerne l’etichetta e gli ingredienti.

In generale, se la lista degli ingredienti è lunga, è già un brutto segno!

Per legge, gli ingredienti sono indicati in ordine decrescente di peso, quindi sapete già con certezza che il primo ingrediente sarà quello presente in quantità maggiore.

Lo zucchero Molti alimenti destinati ai più piccoli sono troppo ricchi di zucchero, per renderli più appetibili e quindi ricercati dai bambini. Lo zucchero aggiunto è celato sotto molti nomi: saccarosio, glucosio, lattosio, fruttosio, sciroppo di mais o malto, succo di frutta concentrato, miele. La preferenza per il gusto dolce è innata (il latte materno è dolce!), ma “dolce” non significa necessariamente “zuccherato”. Il dolce di una spremuta d’arancia fatta in casa è ben diverso dal dolce di un’aranciata, alla quale è stato aggiunto zucchero! La soglia del gusto dolce si fissa nei primi anni di vita: è questa la ragione per cui si sconsiglia l’uso dello zucchero aggiunto per i piccolissimi, proprio per non abituarli a un gusto di dolce innaturale.

E’ anche vero però che la tabella nutrizionale non distingue tra gli zuccheri aggiunti e gli zuccheri naturalmente presenti negli ingredienti, come nel caso della frutta.

Come capire quindi se gli zuccheri contenuti sono tanti o pochi? Non potendo sapere quanti siano gli zuccheri aggiunti, un’occhiata all’elenco degli ingredienti ci può aiutare, in base alla posizione degli zuccheri. Se avete in casa dei cerali per la colazione, provate a verificare: molto probabilmente lo zucchero si trova al secondo posto…

Un cucchiaio colmo di zucchero corrisponde a 20 grammi: questo ci può aiutare per capire “a occhio” e con buon senso se quel prodotto ha troppo zucchero.

Metteremmo quella stessa quantità di zucchero in un cibo analogo preparato in casa per i nostri bambini?

I grassi La tabella nutrizionale distingue tra grassi saturi (da limitare!), monoinsaturi e polinsaturi (da preferire). Il problema però risiede più nella qualità che nella quantità dei grassi. E’ bene evitare oli e grassi idrogenati, dannosi per la salute. Le diciture generiche come “oli vegetali” o “grassi vegetali” con la nuova normativa spariranno a favore di informazioni precise sul tipo di olio utilizzato (es. olio di palma). L’olio di oliva e il burro sono i grassi migliori, gli altri – chi più chi meno – sono di qualità inferiore e sono sottoposti a processi di lavorazione industriale che spesso ne alterano le proprietà. In particolare gli oli da evitare sono l’olio di colza, di palma, di cocco. Spesso questi oli si trovano in prodotti destinati ai bambini come gelati, merendine e biscotti.

Presenze sgradite Additivi, coloranti, conservanti e aromi (naturali e non) sono ingredienti che non vorremmo vedere nei cibi industriali, ancor più se si tratta di cibi destinati ai più piccoli. Sono sostanze che non hanno valore nutritivo e vengono aggiunte solo per ragioni “tecniche”. Le valutazioni sulla tossicità, e quindi sulla sicurezza, di queste sostanze è stata fatta sulla popolazione adulta e non si riferisce ai bambini, che in proporzione al loro peso mangiano più degli adulti e di conseguenza è più facile che assumano una dose eccessiva di questi ingredienti sgraditi.

Un prodotto che non contiene additivi e aromi è molto probabilmente un prodotto di migliore qualità e caratteristiche nutrizionali: significa che il produttore ha usato materie prime e processi di lavorazione che hanno ottenuto un gusto gradevole senza “aiuti esterni”.

Per tornare all’esempio dello yogurt, provate a confrontare varie marche: alcune contengono aromi e altre no.

Un tocco di “natura” Alcuni produttori, di fronte a una crescente consapevolezza dei consumatori, hanno orientato i loro prodotti in maniera più “naturale”: mettono in evidenza l’uso di aromi naturali anziché sintetici, o di dolcificanti diversi dallo zucchero bianco, come fruttosio, zucchero di canna, miele. E’ più apparenza che sostanza: gli aromi naturali non sono necessariamente più sicuri di quelli chimici, e, anche se con qualche distinguo, tutti gli zuccheri inutilmente aggiunti sono da evitare.

E le vitamine e i sali minerali aggiunti? Spesso gli alimenti industriali per bambini mettono in evidenza il contenuto di vitamine, calcio, ferro trasmettendo l’immagine di un prodotto sano e fatto apposta per i nostri figli. In realtà qualunque persona con un’alimentazione varia non ha bisogno di integrazioni di queste sostanze. Eventualmente, nel caso sia realmente riscontrata una carenza, sarà il medico a indicare come intervenire, se modificando l’alimentazione o con l’assunzione di integratori.

L’aggiunta di vitamine e sali minerali è un espediente commerciale per far sembrare i prodotti industriali più “sani” di quelli casalinghi, quando invece questo non è vero.

Lo stesso vale per alcuni prodotti per bambini e ragazzi, come pasta ripiena o secondi di carne o pesce, che contengono verdure. Le confezioni mettono in evidenza il contenuto di verdura ma la quantità contenuta è minima e di certo non può sostituire le porzioni di verdura che andrebbero consumate quotidianamente.

In conclusione I cibi industriali sono presentati come una soluzione “facile”: desiderati dai bambini, veloci da preparare, ricchi di vitamine per tranquillizzare mamme e papà. Ma gli svantaggi appena visti sono molti, per cui il consumo dovrebbe essere solo occasionale.

E’ molto meglio coinvolgere i vostri bambini, anche molto piccoli, nella preparazione casalinga di biscotti e dolcetti per la merenda, così come nella preparazione di qualunque altro piatto, anche con l’aiuto dei nonni che potranno tramandare qualche ricetta di famiglia: sarà una fruttuosa e divertente lezione di educazione alimentare!

S.C. – Il Melograno – Centro Informazione Maternità e Nascita
www.melogranotv.org

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