Una nuova frontiera per i videogiochi

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Negli ultimi decenni i videogiochi hanno assunto un ruolo fondamentale nella cultura contemporanea e nella vita di giovani e adulti. Secondo le rilevazioni di Common Sense Media (2019) su un campione rappresentativo di 1600 adolescenti e preadolescenti statunitensi, il videogame è tra le attività d’intrattenimento più frequenti. In media, i ragazzi passano oltre due ore al giorno a videogiocare, mentre le ragazze spendono in questa attività poco meno di un’ora. L’influenza dei videogiochi è evidente in vari aspetti della società, dall’arte, alla comunicazione, all’immaginario collettivo, arrivando fino all’ambito della salute mentale. Ad esempio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha lanciato l’hashtag #PlayApartTogether durante la pandemia, invitando i più giovani a rimanere a casa rispettando le normative anti-covid e a mantenere i contatti sociali giocando online con i propri amici. I videogiochi stanno diventando anche uno strumento terapeutico innovativo per il miglioramento dello stato di benessere della persona.

Le opportunità dei videogiochi. La Video Game Therapy valorizza l’utilizzo del videogioco in terapia, aiutando le persone a esprimere pensieri e sentimenti allo stesso modo della terapia che utilizza il gioco tradizionale, poiché offre un altro modo per comunicare e sperimentare acquisendo maggiore fiducia nell’ambiente circostante.

Alcuni videogiochi permettono al giocatore di sentirsi valido e capace perché raggiunge risultati positivi nelle sfide che il gioco richiede, mettendo in atto le sue competenze e risorse cognitive ed emotive. Si viene, così, a creare ciò che Mihaly Csikszentmihalyi chiama “stato di flow”, una condizione di benessere in cui siamo completamente assorbiti da ciò che stiamo facendo e riusciamo a dare importanza al momento presente. In questo modo la persona ha la possibilità di stare concentrato nel momento presente e nelle sensazioni che sta provando attraverso il gioco. In questo tipo di contesto possono venire alla luce ricordi significativi ed emozioni collegate attraverso il dialogo tra giocatore/paziente e terapeuta durante e attraverso la sessione di gioco stessa. I videogiochi permettono di mantenere l’attenzione in un compito, che può essere il primo passo per aiutare i pazienti a controllare pensieri indesiderati, spaventosi o che fanno sentire a disagio, riducendo, così, il malessere. Giocare ai videogiochi può diventare, quindi, una strategia per affrontare lo stress, gestire, controllare ed esprimere le emozioni negative, sperimentando la possibilità di tollerare la sconfitta o l’espulsione durante una partita.

Un esempio di utilizzo del videogioco in ambito terapeutico è lo sviluppo di un “gioco serio”, ovvero utilizzato a scopo educativo e di apprendimento. Per migliorare il controllo degli impulsi nel disturbo da deficit di attenzione/iperattività (ADHD), nel gioco Antonyms il giocatore impersona un supereroe, Atansyon, il cui nome è un riferimento alla parola “Attenzione” e il cui compito è quello di salvare il regno di Antonyms, in cui le cose accadono secondo regole diverse rispetto a quelle del pianeta Terra. Lo scopo del gioco è spingere il giocatore ad essere riflessivo prima di compiere le proprie azioni: per fronteggiare i nemici che insidiano il regno di Antonyms, chi gioca deve imparare a fermarsi rispetto ad azioni impulsive ed agire secondo le poco familiari regole di Antonyms. La scelta di utilizzare un videogioco per il trattamento dell’ADHD proviene dalla necessità di trattare questo disturbo già dalla prima infanzia e la difficoltà di coinvolgere in molti trattamenti tradizionali i giovani pazienti, che viene così superata dalla natura intrinsecamente coinvolgente dei videogame.

L’altro lato dei videogame. Nel considerare possibili sviluppi benefici dei videogame, è utile anche considerare i possibili rischi associati, che hanno portato l’associazione americana di psichiatria a definire la dipendenza da gioco online. Tale disturbo sarebbe caratterizzato da un’intensa dipendenza da videogame che presenterebbe notevoli paralleli con la dipendenza da sostanze o da gioco d’azzardo: il giocatore può rimanere nel gioco otto-dieci ore al giorno, mostra irritabilità quando il gioco viene impedito e perde interesse per le altre attività della vita quotidiana. In questi casi, il gioco online verrebbe utilizzato per evitare stati d’animo negativi e rappresenterebbe una strategia disfunzionale che potrebbe compromettere il benessere dell’individuo, le sue relazioni, la prosecuzione dei suoi studi o le sue opportunità di lavoro.

Numerosi articoli accademici evidenziano un’associazione tra videogame violenti e minore rendimento scolastico, povertà relazionale, minore autostima, aumento dei comportamenti irrispettosi, aggressivi e riduzione dei comportamenti solidali, collaborativi. Altri videogame, invece, a causa di meccanismi di acquisto all’interno del gioco che utilizzano valuta reale e danno accesso a scatole premio virtuali, sono collegati al rischio di sviluppo di dipendenza da gioco d’azzardo. Inoltre, videogiocare eccessivamente può influenzare anche la salute fisica degli adolescenti: è infatti associato a sovrappeso o obesità, maggior rischio di sviluppare disturbi muscolo-scheletrici e una maggiore incidenza di danni alla vista.

Se hai difficoltà a regolare le tue sessioni di gioco e questo ti porta uno stato di malessere, puoi trovare aiuto ed informazioni contattando:

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Servizio Dipendenze “La Madonnina”, 3° piano
Via Castellana 2 – Treviso Tel: 353 4204911

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