Studenti del Berto e il loro territorio

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Criticità, richieste e proposte in lettere simulate al Sindaco

NOTA DEI DOCENTI. Correggendo i lavori che i nostri studenti di prima e di seconda CA ci presentano nella mappa interattiva di quest’anno, abbiamo osservato che da qualche anno, chiedendo loro di indagare sulle ferite inferte al territorio tra Venezia e Treviso, il rapporto discente/docente si è rovesciato: a salire in cattedra sono stati loro, aprendo uno sguardo nuovo su quelle ferite che, del tutto o in parte, ignoravamo.

I ragazzi hanno osservato e descritto parchi, quartieri, strade. Eleonora di 1CA ha scoperto che in Viale San Marco a Mestre il sottosuolo è da tempo contaminato da rifiuti industriali usati per una “bonifica” avviata molti anni prima, che ora il Comune inizierà a risanare, ma dopo aver approvato il progetto di una torre residenzial-commerciale di 60 metri di altezza in mezzo a quelle case martoriate. 

Luigi Biasia di 1CA, descrivendo l’ex mangimificio Pagnan nel comune di Silea, ci ha invece fatto riflettere su un’evidenza confermata dai suoi compagni che espongono casi analoghi: il degrado dei luoghi incentiva la criminalità. Così, capannoni vuoti o altri luoghi lasciati a frequentazioni incivili si moltiplicano, divenendo ricettacolo di vandalismi e talvolta episodi come anni fa, presso il mangimificio descritto da Luigi, l’uccisione di un uomo a bastonate.

Denis Anghelache di 1CA giudica che le condizioni del parco comunale di Marcon sul fiume Zero si potrebbero migliorare.

Infine, di certo un sindaco da solo non può fare tutto quanto chiede Giulia Mason di 1CA, dopo aver descritto il problema delle decine di edifici vuoti e abbandonati in provincia di Treviso: ma più sindaci di comuni limitrofi in accordo tra loro, forse sì. Lei e i suoi compagni ora sanno che molte leggi sono state scritte a tutela dei cittadini. Facciamo in modo che tra qualche anno anche loro non ne ridano con cinismo, come hanno imparato a fare molti adulti che continuano a vedere quel che loro hanno visto, e ad agire come se nulla fosse. (Luglio 2024)

VILLA RIGAMONTI

Simulazione di lettera al Sindaco

21 maggio 2024

Al Sindaco Davide Bortolato vorrei descrivere villa Rigamonti e chiedere soluzioni.

Mi chiamo Lia Angelin, ho 16 anni e frequento la 2Ca del liceo “Berto” di Mogliano Veneto.

Vorrei portare alla sua attenzione lo stato di Villa Rigamonti a Campocroce sull’omonima via. Appartiene a un complesso signorile con ampio parco, una chiesetta e una tenuta agricola. La villa, a tre piani, è stata ultimata a metà Settecento come riporta una data sulla facciata: vi si accedeva attraverso il lungo viale alberato chiuso da un cancello in ferro battuto. Sappiamo che prima del 1919 nel parco esisteva un laghetto e la cappella conteneva le reliquie di Santa Pulcheria, riesumate dalle catacombe di Priscilla a Roma.

Dai primi proprietari, famiglia cui apparteneva il vescovo Giuseppe Maria Peruzzi, passò ai Coletti e quindi ai Rigamonti. A metà Novecento fu venduta agli Istituti Riuniti di Ricovero di Treviso eccetto i fondi agricoli, e poi abbandonata.

Nel 2007 una cordata di imprenditori si aggiudicò all’asta la villa per 10,5 milioni di euro, ma il progetto non si concretizzò. La vicenda ebbe anche a che fare con il fallimento di Veneto Banca perché quest’ultima ne aveva sostenuto l’investimento in modo determinante, con un prestito di oltre 10 milioni di euro. Infine, a inizio 2018 si decise di mettere in liquidazione la società, quando ormai lo stato di abbandono aveva ridotto di molto il valore dell’intero complesso.

Nel 2020 la stampa si soffermò su furti ed episodi di vandalismo all’interno della villa, e associazioni e comitati ambientalisti locali si mobilitarono. Oggi, malgrado tutto, l’edificio conserva ancora il suo fascino: in alcune immagini recenti si notano i soffitti affrescati, la grande scala in legno e le stanze rovinate dal tempo e dall’incuria. Del parco non resta molto se non la cancellata e la chiesetta. Ci sono passata durante le mie passeggiate e per me rimane un luogo molto bello.

So che pochi anni fa Lei si è adoperato per trasferire le reliquie della Santa, messe a rischio dai vandali, nella parrocchiale di Campocroce: credo allora che, dopo aver salvato i resti di una santa si potrebbe salvare l’intera villa, che li ha conservati per oltre trecento anni.

È noto che a Campocroce la filanda Motta, già recuperata dal suo stato di abbandono, oggi accoglie alcuni uffici ed è apprezzata sede di eventi. Credo che Villa Rigamonti, con un progetto adeguato, potrebbe anch’essa divenire un elemento prezioso di un paesaggio da tutelare, secondo l’art. 9 della Costituzione.

Grazie della Sua attenzione. Sono fiduciosa nella Sua volontà di salvare quel che resta di una villa e di un luogo che meritano di essere restituiti alla comunità.

Lia Angelin – Liceo Berto

PIAZZETTA TEATRO

Simulazione di lettera al Sindaco

21 maggio 2024

Al sindaco Davide Bortolato vorrei descrivere la situazione di Piazzetta Teatro e chiedere soluzioni.

Mi chiamo Paolo Baldassa, ho 16 anni e frequento la 2Ca del liceo Berto a Mogliano Veneto.

Come Lei certamente saprà, Piazzetta Teatro si trova nella zona sud molto vicina al centro della città, nei pressi di via Terraglio.

La piazzetta è sempre stata usata per piccole feste, serate di teatro, feste di fine anno scolastico, spettacoli per bambini, esibizioni di gruppi musicali e molto altro, divenendo così un luogo di ritrovo per i moglianesi. Dispone di un palcoscenico e di parecchi posti a sedere. Nei pressi, vi trovano posto lo sportello comunale di Punto Comune, un bar e degli uffici.

Negli ultimi mesi, però, il luogo è risultato sempre più afflitto da microcriminalità e atti di vandalismo; vi si trovano spesso bottiglie di vetro spaccate, cartacce buttate a terra e, specie la sera, si sentono schiamazzi e musica ad elevato volume. Oltre tutto, si sono verificati episodi che confermano come la piazzetta sia diventata sede di risse e di ritrovi di baby gang: recentemente due gruppetti di ragazzini, tutti minorenni, sono stati tutti identificati e sanzionati dalla polizia locale per alcuni atti vandalici messi a segno durante un weekend nella zona del Brolo, dell’ex distretto sanitario e della piazzetta del Teatro. I ragazzi hanno fatto esplodere dei petardi dentro i cestini per la raccolta dell’immondizia, preso a sassate le telecamere, rotto le lampade a pallonate: i danni verranno ripagati dai genitori, che pare si siano mostrati collaborativi e abbiano promesso di vigilare maggiormente sui loro figli. Le ricordo anche che il 14 febbraio scorso, poco prima delle 22, proprio in Piazzetta Teatro un ragazzo è stato accoltellato alle spalle mentre era seduto su una panchina.

Insomma, a me a ad altri miei amici quella piazzetta non sembra più un luogo sicuro, tanto è vero che molti miei coetanei, e anche adulti, evitano di passarci vicino per paura di essere importunati da malintenzionati.

Vorrei qui citare l’articolo 9 della Costituzione: “La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni”. Ebbene, a me sembra che in Piazzetta Teatro manchino sia la tutela del patrimonio, sia quella delle generazioni future.

Secondo me la tranquillità potrebbe aumentare nella zona facendo circolare le pattuglie di pubblica sicurezza nelle ore più a rischio, ed eventualmente installando nuove telecamere, se non già presenti. In questo modo questo luogo a noi caro potrebbe tornare ad essere un punto di riferimento per eventi e spettacoli, e anche accogliere delle feste o altre attività per noi ragazzi.

Concludo ringraziandola per l’attenzione, e sperando che Lei con i suoi collaboratori riesca a trovare una soluzione al problema che Le ho segnalato.

Paolo Baldassa – Liceo Berto

VILLA LONGOBARDI

Simulazione di lettera al Sindaco

21 maggio 2024

Al sindaco Davide Bortolato vorremmo descrivere Villa Longobardi e formulare alcune proposte.

Siamo Sofia Da Re e Ambra Iabichella, e frequentiamo rispettivamente la 2Ca e la 1Ca del liceo “Giuseppe Berto” a Mogliano Veneto.

Anzitutto, desideriamo ricordare un po’ della storia del parco e della villa che non c’è più. Nel 1800 fu l’illustre progettista di giardini, architetto Antonio Caregaro Negrin, a farne un giardino all’inglese con un laghetto artificiale e una grotta decorativa. Allora costituiva una pertinenza della settecentesca Villa Seymour, poi demolita nel 1890 per lasciare spazio alla Villa Stucky.

Dopo che nel 1997, dopo un lungo abbandono, il parco fu acquisito dal Comune, la villa edificata a metà Novecento dall’omonima famiglia ultima proprietaria divenne nel 2000 sede del Centro internazionale Civiltà dell’Acqua che, tramite convenzione del Comune con la Fondazione Benetton, fino al 2003 si occupò del parco per cure ordinarie e interventi (demolizione di una piscina, ricostituzione dell’ansa della fossa Storta ecc.).

Nel 2009, non più rinnovata la convenzione, l’area accolse per pochi anni il Centro artistico Piranesi per poi essere nuovamente lasciata in abbandono: erbacce ovunque, rifiuti come sacchetti di plastica e bottiglie vuote nelle acque del canale. E la villa, lordata di scritte, cadeva a pezzi mettendo a rischio l’incolumità di chi si avventurava là intorno.

Finalmente, nel 2018 si avviarono degli interventi per scongiurare un ulteriore degrado, e tra il 2021 e il 2022 l’Amministrazione comunale poté annunciare un grande progetto: uno dei 106 parchi e giardini storici, finanziati in tutta Italia dal Ministero della Cultura coi fondi del PNRR. A febbraio fu demolita la villetta Longobardi ormai fatiscente, dov’è prevista – sfruttando le fondamenta nel terreno – una struttura destinata a eventi culturali. A luglio furono avviati i lavori su alberature e aiuole con messa in sicurezza delle grotte e del Belvedere, nuovi percorsi e impianti di illuminazione.

Dalla stampa ci risulta anche che sarà edificato un ponte sul Canale Fossa Storta, per consentire l’ingresso da Via De Gasperi grazie alla precedente acquisizione di un nuovo lotto, e sarà restaurata la casetta del custode all’ingresso, che ospiterà i servizi igienici, un magazzino e un ufficio.

Proprio due mesi fa, in occasione dell’inaugurazione del nuovo ingresso, Lei ha annunciato la prossima demolizione di un fatiscente edificio attiguo alla Biblioteca che darà ancora più respiro al parco e perfezionerà il suo collegamento col centro storico cittadino.

Siamo contente che i lavori proseguano e si avvicinino alla conclusione: veniamo ora ai suggerimenti.

Secondo noi, una volta terminati i lavori si potrebbe creare nel parco una zona di ristoro per i visitatori e migliorare l’accessibilità per persone disabili. Occorrerà anche pensare alla manutenzione e alla pulizia regolare del parco e alla cura costante del canale e del laghetto.

La ringraziamo per la sua attenzione. Ci auguriamo che i nostri suggerimenti possano risultare utili, affinché l’amministrazione comunale garantisca e mantenga sicuro, pulito e accessibile a tutti il più a lungo possibile il nostro amato Parco di Villa Longobardi. Ce lo chiedono anche l’art. 9 della Costituzione a tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico e l’obiettivo 11 dell’Agenda 2030, che chiede condizioni di vita sostenibili nelle città poiché queste saranno in futuro sempre più popolate. E la cura del verde, anche in una piccola città come Mogliano, ci pare un passo essenziale in questa direzione.

Sofia Da Re e Ambra Iabichella – Liceo Berto

IL FIUME ZERO

Simulazione di lettera al Sindaco

21 maggio 2024

Al sindaco Davide Bortolato descrivo la situazione del Fiume Zero e chiedo delle soluzioni.

Mi chiamo Nicolas Dei Poli, ho 16 anni e frequento la 2Ca del liceo “Berto” a Mogliano Veneto.

Vorrei parlarle di come vedo le condizioni attuali del fiume Zero che attraversa la città: una preziosa risorsa naturale che caratterizza il paesaggio. Ma questo fiume di risorgiva lungo circa quaranta chilometri, pur scorrendo per buona parte nella campagna, negli ultimi anni ha subito danni non indifferenti. Il livello d’inquinamento è aumentato: la qualità delle acque compromessa da sversamenti di rifiuti solidi e sostanze inquinanti che più volte ha distrutto la fauna ittica presente, e messo a rischio l’integrità dell’ambiente circostante. È positivo che di recente l’Arpav abbia avviato un programma di monitoraggio della qualità delle acque e si sia proceduto a interventi di pulizia, ma a me queste misure paiono ancora insufficienti.

L’art. 9 della Costituzione afferma tra l’altro che la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio, e l’obiettivo 6 dell’agenda 2030 punta a promuovere la gestione sostenibile delle acque. Le chiedo quindi di pensare a un piano che preveda impianti di depurazione delle acque inquinate e iniziative di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e alle imprese sull’importanza di rispettare il fiume. Occorrerebbe anche istituire un’area protetta lungo il suo corso per favorire il ripristino della biodiversità, e realizzare percorsi sia pedonali che ciclabili lungo le rive, che rendano l’area più ospitale e sicura.

So che il comitato a difesa delle ex Cave di Marocco ha proposto di creare un corridoio ecologico tra Bonisiolo, Marcon e Casale sul Sile collegando la campagna lungo il fiume Zero col Sito d’interesse comunitario (SIC) delle Cave di Gaggio e l’area di ripristino ambientale creata dal Consorzio Acque Risorgive al lago Pojan, tra Marcon e Quarto d’Altino. Ebbene, molti di questi obiettivi secondo me sarebbero realizzabili se la Sua amministrazione, insieme a quelle confinanti, mettesse a punto quella Carta comune del Dese e dello Zero chiesta dalle associazioni ambientaliste di Mogliano proprio in occasione della Marcia lungo lo Zero, lo scorso ottobre. Mi permetto di ricordare qui i punti della Carta comune richiesti dalle associazioni:

-Informare i cittadini ogni anno sulla risorsa ecosistemica potenzialmente garantita dai fiumi Dese e Zero;

-Controllare come le aziende stanziate lungo i due fiumi trattano i rifiuti prodotti dalle loro attività;

-Creare una figura reperibile h24 competente a vigilare sul territorio, o darne l’incarico all’ARPAV;

-Creare un numero di pronto intervento che i cittadini possano usare per segnalare comportamenti illeciti;

-Potenziare le attività di gestione manutentiva sui fiumi da parte del Consorzio Acque Risorgive.

Infine, Lei potrebbe fin d’ora evitare di concedere dei permessi per riqualificare edifici a uso residenziale lungo l’argine, in quanto potrebbero determinare interventi nocivi all’ambiente del fiume.

Confido nel Suo impegno nell’affrontare il problema, e La ringrazio per l’attenzione.

Nicolas Dei Poli – Liceo Berto

L’EX MAGLIFICIO NIGI

Simulazione di lettera al Sindaco

21 maggio 2024

Al sindaco Davide Bortolato vorrei parlare dell’Ex Nigi ed esprimere un parere sui progetti futuri.

Mi chiamo Mayara, ho 16 anni e sono una studentessa di 2Ca del Liceo Berto. Quello che una volta era uno splendido edificio e oggi un bell’esempio di archeologia industriale, l’ex maglificio Nigi in via Marconi sul Terraglio, giace ora in rovina e inutilizzato. Un tempo luogo di lavoro e d’incontro per i moglianesi, è da anni ricoperto di erbacce e con le finestre ridotte in pezzi.

Molto si è discusso sul riutilizzo dell’intero complesso. Alla fine ho saputo che Lei, nonostante le proteste di nove associazioni di categoria che proponevano il suo integrale recupero a verde o il suo utilizzo per spazi pubblici per giovani e anziani – ha deciso di “riqualificarlo” adibendolo a un nuovo supermercato, in questo caso del gruppo Visotto che nel 2016 ha acquisito l’area. Ma sarà un ipermercato, data l’estensione prevista di 4.000 mq. So che molti cittadini si erano affiancati alla protesta delle associazioni perché il punto vendita nuocerebbe al commercio locale, e anch’io ritengo che la nostra città ne abbia già tanti e non gliene serva un altro. Preferirei un’ex Nigi adibita a museo sull’archeologia industriale e sulla rivoluzione industriale, circondato da una lussureggiante area verde, pur consapevole che si tratterebbe di un piano impegnativo e costoso.

Ho letto che il progetto prevede il restauro dell’edificio e che la società Visotto si è impegnata a realizzare la caserma del Comando di Polizia Locale intercomunale (Mogliano, Preganziol e Casier) e la sede della Protezione Civile recuperando l’edificio limitrofo ex Datalogic. Sono tutti dati positivi, ma resta il fatto che il Terraglio, un tempo noto per le sue splendide ville, oggi lo è anche per la gran quantità di iper e supermercati che vi si affacciano, cui si aggiungerà il nuovo punto vendita con conseguente incremento dei flussi di traffico.

Penso anche che, mentre si continua a parlare di tutela dell’ambiente naturale e di “filiera corta” alimentare, aumentano il traffico e gli ipermercati così come i capannoni vuoti e le aree artigianali o commerciali dismesse.

Ho l’impressione che occorrerebbe fare marcia indietro, ma che nessuno voglia cominciare. Eppure ce lo chiedono tutti i più importanti documenti programmatici internazionali, come il PNRR e l’Agenda 2030, e la nostra stessa Costituzione agli articoli 9 e 41.

Grazie comunque di avermi ascoltata. Spero che, chiuso il capitolo ex Nigi, anche pensando a questo mio intervento Lei possa fare il possibile per evitare a Mogliano Veneto nuovo spreco e consumo di suolo.

Mayara Peruzzo – Liceo Berto

L’EX COOPERATIVA PESCHICULTORI A MOGLIANO

Simulazione di lettera al Sindaco

21 maggio 2024

Al Sindaco Davide Bortolato vorrei descrivere la situazione dello stabile dell’ex Cooperativa Peschicultori a Mogliano Veneto, e chiedere soluzioni.

Mi chiamo Viola Viotto, ho 14 anni e frequento la 1Ca del liceo “Berto” di Mogliano Veneto.

Le chiedo cosa potrà fare per migliorare le condizioni della vecchia sede della Cooperativa Peschicultori, costruita nel 1928 e simbolo dell’agricoltura della nostra città, dove fino agli anni ‘60 si radunavano ed esportavano in tutta Italia e all’estero squisite varietà di pesche coltivate nei pescheti vicini: rinomate al punto che tre di questi frutti sono raffigurati all’interno di una cornucopia nello stemma cittadino.

L’ex cooperativa, con accesso principale da via Marconi lungo il Terraglio, si affaccia sul retro su via Toti Dal Monte, che costeggia la stazione ferroviaria e il parcheggio “Metropark”: ma un tempo esisteva solo la via Gardigiana (oggi via Matteotti e via Roma) e un binario correva sul retro dell’edificio dove, attraverso ampie aperture quadrangolari oggi murate, le casse di pesche confezionate nello stabilimento venivano direttamente caricate sui vagoni.

Ma a fine anni ‘60 la produzione è gradualmente calata e la struttura è andata in rovina. Attualmente si vedono i muri esterni e le travi di sostegno del tetto, che ormai non c’è più; i vetri rotti, i portoni arrugginiti, le altre entrate murate. Più volte si è parlato di un suo recupero: ad esempio, si pensava di costruire un grande parcheggio ma i proprietari non sono riusciti a trovare un accordo, ed è rimasta abbandonata.

Secondo me, ormai rappresenta un pezzo di storia di Mogliano Veneto e non dovrebbe essere lasciata così. Lo dice anche l’art. 9 della Costituzione che tutela il patrimonio storico artistico della nazione; né mi risulta siano in corso controlli o opere di manutenzione, col rischio che si crei un ambiente favorevole a ratti e insetti infestanti che potrebbero proliferare. Inoltre, secondo l’art. 42 esistono limiti alla proprietà privata per assicurarne una funzione sociale: perciò il comune potrebbe cercare un accordo col privato e destinarla a uno scopo d’interesse generale. Penso anche all’obiettivo 15 dell’Agenda Onu 2030, che raccomanda di riutilizzare dove si è costruito, per non consumare spazi verdi inutilmente: si potrebbero realizzare abitazioni e uffici mantenendo la forma dello stabile per conservarne la memoria, o un luogo pubblico, adibendone una parte a museo dedicato alla storia locale, o un piccolo hotel, data la vicinanza con Venezia che porta a Mogliano un certo numero di turisti, anche di passaggio.

Insomma, spero che il luogo possa essere valorizzato come merita: ricordo di quando il mio bisnonno me ne ha raccontato la storia, che purtroppo pochi conoscono. Le “antiche pesche di Mogliano” del resto non sono scomparse ma, anche se le antiche varietà sono state progressivamente sostituite da altre, continuano a essere raccolte nel comprensorio di Mogliano Veneto grazie a un progetto dell’associazione Terre Venete.

Grazie per avermi ascoltato, spero che l’amministrazione che Lei rappresenta possa impegnarsi in questo senso.

Viola Viotto – Liceo Berto

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