Un anno di Servizio Civile – Il racconto

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La testimonianza di Lodovica

Mi chiamo Lodovica Merlo e ho 28 anni; sono laureata in Scienze storiche presso l’Università di Padova.

Ho svolto il Servizio Civile Universale nell’anno 2019-2020; ho iniziato il 20 febbraio 2019 ed ho concluso il percorso il 20 febbraio 2020 (poco prima del COVID-19) presso il Comune di Altivole in provincia di Treviso.

Il progetto in cui ero impegnata riguardava l’ambito culturale, ero operativa nell’Ufficio Scuola- Cultura e Servizi sociali del comune, il quale si occupava principalmente di gestione dei servizi di trasporto, gestione della mensa scolastica e relativi contributi, buoni libri e progetti di lettura; ero operativa anche nella biblioteca.

Alla domanda “che cosa ho fatto in quest’anno?”; potrei rispondere un milione di cose! Ho fatto veramente di tutto (chi ha fatto il civile sono sicura vi dirà lo stesso!).

Mi sono occupata principalmente di supporto ai servizi scolastici attraverso l’attività “Compiti-insieme” con alcuni alunni delle scuole primarie e della scuola media di Altivole e aiuto nelle pratiche amministrative. Ho anche collaborato con la biblioteca occupandomi del front office, consigliando alle persone il libro giusto da portare a casa, gestendo i prestiti e la ricollocazione dei libri.

L’attività più importante e soddisfacente è stata sicuramente la programmazione di attività culturali, in particolare mi sono occupata di una ricerca sul Barco di Altivole della regina Caterina Cornaro organizzando poi anche delle visite guidate. Questa attività mi ha permesso di mettermi in gioco e di connettere la mia passione per la storia con l’esperienza di Servizio Civile: di portare qualcosa di mio, di dare il mio piccolo contributo (spiegazione di ciò che ho fatto e note informative su Caterina Cornaro ed il Barco)

“La domanda delle domande”: perché ho fatto il Servizio Civile? Rifarei questa esperienza? La consiglierei?

Io ho fatto il Servizio Civile perché mi trovavo in un momento di riflessione personale, di “esame di coscienza” in cui sentivo il “bisogno di fare qualcosa” per me stessa, ma anche per gli altri.

Questa esperienza rispondeva alle mie domande: infatti mi ha dato l’opportunità di mettermi in gioco a 360° sia sul piano professionale, delle competenze, sia su quello relazionale e personale (bagaglio emotivo). Ho conosciuto moltissime persone ognuna con il proprio vissuto, ed ognuna di loro mi ha lasciato qualcosa.

È stato un anno di bilancio per capire a che punto ero della mia vita, e che mi ha dato maggiore sicurezza in me stessa e consapevolezza, strumenti essenziali, per affrontare meglio il futuro.

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