Vivere la nostra scuola per imparare e migliorare reciprocamente
Vi vorremmo raccontare la nostra esperienza di partecipazione al Pon “Scuola amica dei diritti umani”, iniziando col dire che, durante le trenta ore, abbiamo affrontato tutte le tematiche che i partecipanti (ben 26 ragazzi e ragazze delle classi prime, seconde e terze) tenevano ad approfondire: uno degli argomenti trattati è stata la tortura, definendo innanzi tutto ciò che si intende per tortura, che non è soltanto quella fisica, ma anche psicologica e, successivamente, come alcune di queste pratiche vengano attuate in molti Stati nel mondo.
Noi che viviamo abbastanza comodamente in un Paese sviluppato, a volte, diamo per scontato avere dei diritti umani, delle libertà fondamentali, oppure non siamo consapevoli di come e quanto noi siamo tutelati, dal punto di vista legislativo. Infatti, durante le prime lezioni, la prof. Costa ha introdotto il quadro normativo che tutela, in tutto il mondo i diritti umani: partendo dalla nostra stessa Costituzione del 1948, studiando la Dichiarazione universale dei Diritti umani, la Dichiarazione dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza, fino ad arrivare proprio all’ambito della scuola; ciò su cui abbiamo lavorato, quindi, è stato proprio quello di apprendere come la nostra scuola ci tutela, per poi applicare le nostre conoscenze alle problematiche affrontate. Abbiamo, quindi, deciso di dividerci in gruppi, stilando una serie di domande da rivolgere a tutti i membri che vivono la scuola, studenti, insegnanti e personale amministrativo, in una visione olistica, per capire come ognuno di noi vive e percepisce la tutela (o la non tutela) dei diritti umani nella nostra scuola.
Alcune studentesse del gruppo hanno creato dei grafici (che potrete vedere durante l’autogestione) che riassumono in modo molto chiaro e conciso i risultati, sicuramente positivi!
Il nostro PON ha voluto affrontare, inoltre, le tematiche relative alle libertà fondamentali e al rispetto dei diritti nel mondo, tramite delle attività interattive, tra cui l’incontro con un rappresentante di Amnesty International Mestre.
Ma cos’è Amnesty International?
Amnesty International è un’organizzazione non governativa (ONG) fondata nel 1961 dall’avvocato londinese Peter Benenson, il quale, dopo aver assistito al sopruso dell’allora dittatura portoghese, decise di fare qualcosa. Peter Benenson decise, tramite il giornale settimanale “The Observer”, di pubblicare un appello per cui le persone inviassero lettere per contrastare questo abuso di potere: da quel momento venne fondata Amnesty International che tutt’ora si batte per i diritti di tutti e una delle sue campagne è proprio la “Write for rights”.
Con la nostra attività abbiamo discusso di tematiche come la pena di morte, in che modo viene applicata e di come i diritti tutelati dalla Convenzione dei diritti umani vengano a mancare in molti Stati nel mondo. Spesso si potrebbero associare atrocità come le esecuzioni capitali come usanze del passato, ma anche ad oggi tali pratiche vengono eseguite ed ogni giorno Amnesty International le combatte per preservare quei diritti che tutti gli uomini e le donne meritano di preservare. La nostra scuola ha deciso di entrar a far parte della rete creata da Amnesty international “Scuole amiche dei Diritti umani” e quindi noi siamo stati i primi attivisti e attiviste in un progetto pilota che speriamo continui negli anni futuri.
Grazie a questa rete, siamo entrati in contatto con una scuola superiore del Kenya, a Kericho, anch’essa amica dei diritti, e, attraverso Google Meet, divisi in cinque gruppi di lavoro, abbiamo lavorato con i ragazzi keniani, scambiandoci impressioni relative alle nostre diverse Nazioni, come vengono tutelati i diritti umani da loro e da noi, come si percepiscono a scuola e fuori di essa. E poi, niente di più bello che poter parlare con ragazzi che vivono all’altro capo del mondo: ci siamo perfino scambiati ricette di cucina e ora ci seguiamo a vicenda su Instagram!
A chiusura del progetto, come ultima attività, il 27 aprile siamo andati a visitare l’M9 di Mestre, un museo che ha come tema principale quelle che sono state le tre più importanti conquiste del ‘900: la sconfitta dell’analfabetismo, della mortalità infantile e della miseria. Partiti da scuola tramite autobus, abbiamo raggiunto il museo, indossando le magliette che noi stessi abbiamo realizzato precedentemente inerenti al nostro corso, con stampi creati a mano e colori per tessuti, dove viene raffigurata una mano, realizzata con colori differenti per ognuno di noi, il logo del nostro liceo e una farfalla simbolo che richiama la nostra scuola.
L’attività all’interno del museo è iniziata con una comparazione tra le diverse epoche, fino ad arrivare alla modernità; la guida ci ha quindi divisi in tre gruppi, ognuno dei quali corrispondente ad un periodo specifico, che andava da fine Ottocento all’inizio degli anni Duemila, per svolgere una specie di “caccia al tesoro” dei fattori che hanno permesso a gran parte degli italiani di raggiungere il benessere sociale, sanitario ed economico, per poi condividere tutti insieme le informazioni che avevamo raccolto.
Durante questi mesi, ci siamo divertiti molto, imparando e creando un gruppo coeso e speriamo, in futuro, di poter continuare questo percorso, perché è necessario, nel mondo, intorno a noi, a scuola, ovunque, non essere mai indifferenti di fronte alle ingiustizie e batterci per i nostri diritti.
Gruppo Pon “Scuola amica dei diritti umani” del Liceo “G. Berto”