Questione di coraggio o di buonsenso?
Per curiosità o per necessità, i ragazzi mostrano interesse per i corsi o gli incontri di educazione sessuale a scuola. Eppure, ciò che emerge da una ricerca curata dall’“Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza” della Federazione Italiana di Sessuologia Scientifica (Fiss) è che quasi la metà dei giovani italiani non ha mai affrontato questo tema a scuola.
Noi della classe quarta dell’Istituto Aeronautico “A. Fleming” possiamo ritenerci fortunati; la scuola ha organizzato un’attività in cui abbiamo sfruttato alcune ore scolastiche per poter parlare serenamente di sessualità con un’ostetrica.
Abbiamo trattato in modo molto scorrevole molti argomenti, tutti collegati tra loro, dopo di che ci è stato lasciato il tempo di fare apertamente tutte le domande che potessero esserci sorte.
Siamo partiti conoscendo noi stessi, parlando del nostro corpo e descrivendolo; da qui siamo passati a parlare dei vari punti erogeni nel corpo maschile e femminile, e di come si può provocare il piacere per sé stessi e per il/la partner. Siamo passati a parlare dell’atto sessuale e, a questo punto, la nostra interlocutrice ci ha anche illustrato i vari tipi di contraccettivi e come si usano.
Incontri di questo tipo possono spesso avere l’effetto di dividere le persone in due schieramenti: chi pensa che attività come queste siano estremamente utili e dovrebbero essere portate in tutte le scuole, e chi invece crede che sia solo una perdita di tempo e che non serva approfondire questo tipo di argomenti quando siamo ormai arrivati alla nostra età. È successo anche tra noi, che qualcuno abbia avuto opinioni contrapposte in merito, ma una cosa che ha messo d’accordo tutti è stato il tipo di approccio che la dottoressa ha utilizzato con noi. Intanto è partita chiedendo al professore di quell’ora se potesse uscire, e ci ha spiegato che in questo modo ci saremmo sentiti più a nostro agio nel trattare le varie tematiche. Poi ci ha chiesto espressamente di interromperla in qualsiasi momento ne sentissimo il bisogno. Fin dall’inizio ha utilizzato con noi un linguaggio semplice e diretto, senza usare paroloni complicati o che ci potessero far prendere sonno nel giro di dieci minuti. Coinvolgendoci in modo amichevole, ci ha rivolto pure lei un sacco di domande e ci siamo anche divertiti a sentire le teorie più strane che magari, anche se non si ha il coraggio di confessarlo, potrebbero tormentare anche qualcuno di noi.
Rison Fernando – Giulia Nour Panizzo (Istituto Aeronautico Fleming)