I videogiochi fanno bene o fanno male?

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E’ possibile riconoscere al videogioco anche un valore artistico oppure si limita ad essere un prodotto ludico di intrattenimento? Qual è la differenza tra arte e intrattenimento?

Sono domande che ci siamo posti a partire dalla lettura di un interessante articolo pubblicato nella scorsa edizione, che ha attirato la nostra attenzione e ci ha stimolato a dare un contributo clinico sul tema.

Il concetto di videogioco come forma d’arte è interessante perché eleva il fenomeno da giudizio superficialistico e pregiudizievole ad argomento degno di considerazione, poiché inserito nel contesto culturale.

Evitando di addentrarci in una disquisizione sul valore artistico dei videogiochi, poiché riteniamo non essere nostro ambito, vorremmo evidenziare alcuni aspetti che “sporcano”, per così dire, l’arte di giocare e di divertirsi: aspetti da tenere in considerazione per evitare di incappare nelle trappole che fanno diventare l’arte buona e nobile del videogioco, arte cattiva e rischiosa sul versante della salute psichica. Per esempio, le loot boxes, che sono “scatole premio” virtuali acquistabili ad un prezzo irrisorio, il cui contenuto rimane segreto fino a quando non vengono aperte e possono essere utilizzate per procurare dei vantaggi nell’esperienza di gioco, sia in termini prestazionali che puramente estetici. La presenza delle scatole virtuali aumenta il coinvolgimento nel gioco con il rischio inavvertito di entrare nel mondo pericoloso del gioco d’azzardo, che ha delle regole molto diverse da quelle del videogioco.

Chiariamo un concetto fondamentale riconosciuto unanimemente: “GIOCARE E’ SALUTARE E FORMATIVO”, ogni forma di gioco, da quello competitivo a quello rappresentativo, insieme al divertimento, contribuisce a dare forma alla crescita cognitiva ed emotiva, attraverso il gioco si acquisiscono regole sociali e relazionali, si verificano i propri limiti e quelli altrui, si esercita l’ingegno e la creatività, si impara a stare in gruppo e la condivisione. Tuttavia, è opportuno fare particolare attenzione per non incorrere nella dipendenza da videogioco, che può svilupparsi a partire da un comportamento di gioco sano e formativo.

La dipendenza da videogioco è un disturbo del comportamento che ha molte caratteristiche simili ad altre tipologie di dipendenza (sostanze psicoattive, alcol, gioco d’azzardo). Nel tempo si sente il desiderio di dedicare sempre più energie al gioco preferito, sollecitati dall’acquisizione di competenza e dall’obiettivo di avanzare di livello.

Quando il desiderio si trasforma in “bisogno” di giocare e si comincia a trascurare le attività della vita quotidiana (studio, vita sociale, sport…) per dare preferenza e precedenza al videogioco, significa che si sta strutturando una dipendenza, che può arrivare a livelli profondi di gravità (ritiro sociale, ritiro scolastico, ritiro nella propria stanza…) e a richiedere un trattamento specialistico presso il Ser.D.

In alcuni paesi, come la Cina per esempio, consapevoli del rischio di sviluppare dipendenza da parte degli adolescenti, lo Stato ha posto alcune regole restrittive sull’uso dei videogiochi e di internet. Noi sappiamo però che le restrizioni possono avere effetto se inserite all’interno di un atteggiamento educativo.

Spesso i genitori tendono a sottovalutare l’eccessivo videogiocare del figlio e a chiedere aiuto quando il problema diventa evidente e non sanno come reagire di conseguenza. Alcuni genitori pensano che basti una promessa di autoregolazione da parte del figlio o una limitazione dell’utilizzo (restrizione temporale, divieto del suo utilizzo). Queste modalità educative si sono rivelate infruttuose di fronte ad una dipendenza conclamata da videogiochi o internet. L’azione educativa deve essere coinvolgente per poter essere efficace, altrimenti si trasforma in un braccio di ferro tra genitori e figlio.

Considerando che rischi e opportunità sono ugualmente presenti, riteniamo utile che il genitore si ponga come modello educativo che fornisce corrette informazioni sulle modalità di utilizzo dei dispositivi elettronici, rilevando precocemente quei “sintomi” che potrebbero preludere un disagio.

Lo sportello “S-collegati” attivato dalla Az. ULSS2-TV per questo tipo di problematica può essere contattato al seguente nr 3534204911 per una consulenza informativa/educativa o per un trattamento psicologico breve o per eventuale invio al servizio specialistico competente.

Per concludere, vogliamo affermare la peculiarità dei videogiochi come forma d’arte, ma vogliamo anche sottolineare i possibili rischi in caso di uso eccessivo.

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