Erasmus+ a Lisbona, il mio racconto

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Lisbon city old town, Portugal. King Jose I Statue at Commerce Square or Praca do Comercio and famous Rua Augusta Arch on a sunny summer evening. High quality photo

L’esperienza di Luca, ex studente del “Mazzotti”

Mi chiamo Luca Dinon e sono un ex studente dell’Istituto Tecnico “G. Mazzotti” di Treviso. Grazie alla scuola ho avuto l’immensa opportunità di intraprendere un Erasmus+ Long Term nella città di Lisbona, capitale del Portogallo.

La mia esperienza ha avuto una durata di 14 settimane, dal 20 luglio al 22 ottobre 2022, durante i quali ho lavorato come tirocinante presso Hotel Lisboa Plaza (Tv. do Salitre 7, 1269-066 Lisboa, Portogallo), un albergo storico a 4 stelle situato lungo Avenida da Libertade, la strada più importante del centro città. 

Non sono stato da solo. Il giorno della partenza dall’aeroporto di Venezia ho conosciuto i miei 4 compagni di viaggio, che avrebbero trascorso insieme a me i successivi 3 mesi.

Il primo giorno, appena arrivati, siamo stati accolti da Benedetta, referente della Camera di Commercio Italiana, la quale ci ha portati ai nostri alloggi e ci ha presentato Dona Isabela, a cui potevamo fare riferimento in qualsiasi momento in caso di problemi nell’appartamento.

Durante la mia permanenza ho abitato nello stesso appartamento con altri 3 ragazzi del gruppo, all’edificio 27 di Avenida Mouzinho de Albuquerque.

La mia esperienza lavorativa, motivo per il quale mi trovavo a Lisbona, è iniziata il giorno 21 luglio ed è terminata tre mesi dopo, il 21 ottobre 2022. Il primo giorno di stage io e Alice, una delle componenti del gruppo, che aveva vinto la seconda borsa di studio messa in bando dal consorzio di cui i nostri due istituti fanno parte, ci siamo recati in azienda, dove abbiamo incontrato il nostro tutor, Sr. Joaquim Rua. Ci sono state consegnate le divise e ci è stato presentato l’hotel; abbiamo visto le camere, le sale comuni e abbiamo assistito passivamente ad una giornata tipo nella reception dell’hotel. In seguito, il signor Rua ci ha fornito i dettagli tecnici del nostro stage: giornata lavorativa di 8 ore, mezz’ora di pausa pranzo/cena e fine settimana libero. L’hotel si trovava a pochi chilometri dall’appartamento, ed era facilmente raggiungibile in autobus o in metro.

Per la maggior parte dell’esperienza ho lavorato dalle 14.00 alle 22.30, dal lunedì al venerdì, svolgendo le mansioni tipiche del receptionist: check-in, check-out, assistenza degli ospiti e risoluzione dei problemi e rispondevo al telefono quando possibile. Per una settimana ho lavorato come facchino per coprire una temporanea carenza nel personale dell’hotel. Per qualche settimana ho fatto il turno mattutino, dalle 9 alle 17.30, ma ho sempre preferito quello pomeridiano.

Le interazioni con gli altri membri del personale avvenivano in inglese. Tuttavia, ho sfruttato l’opportunità per imparare le basi della lingua portoghese, grazie ad un corso di 15 ore che ci è stato offerto durante la prima settimana di Erasmus, e ovviamente anche ai miei colleghi di lavoro.

Non ho solo lavorato. Io e i miei compagni abbiamo fatto buon uso del tempo libero di cui disponevamo per visitare la città e i suoi dintorni. Posso dire che Lisbona ormai la conosco come le mie tasche, e mi è piaciuta moltissimo per le sue attrazioni e anche per la qualità dei servizi di cui i cittadini possono usufruire, anche se purtroppo l’ho trovata poco pulita.

Nel complesso ho adorato quest’esperienza, la rifarei se ne avessi l’occasione. Ho conosciuto tante persone, ho esplorato un ambiente nuovo e diverso e mi sono divertito parecchio.

Il fulcro dell’esperienza, per me, è stata l’autogestione. Ognuno era responsabile per sé stesso ed allo stesso tempo era tenuto a collaborare per il benessere di tutti. Ho così potuto mettermi alla prova.

È stata la mia prima vera esperienza lavorativa; ho imparato l’importanza della disciplina e del rispetto, migliorato il mio uso delle lingue straniere e ora mi sento molto più maturo e aperto nei rapporti verso le altre persone.

Mi auguro che Erasmus continui ad avere successo, ed esorto gli istituti a promuovere ai ragazzi esperienze del genere, perché sono avventure uniche, incredibilmente utili ed effettive nella formazione di una persona, perché ci costringono ad uscire dalla nostra zona di comfort; inoltre, possono aiutarci a capire noi stessi più a fondo, per comprendere cosa più ci rende felici e, magari, cosa vorremmo nel nostro futuro.

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