Premio Giorgio Lago Juniores

0
768

Due studentesse trevigiane sul podio

Podio tutto al femminile (per il secondo anno consecutivo) per il Premio Giorgio Lago Juniores – Nuovi talenti del giornalismo, promosso dall’Associazione Amici di Giorgio Lago in collaborazione con Centro Studi Regionali Giorgio Lago, Università degli studi di Padova, Comune di Treviso e Banca Prealpi SanBiagio, con il patrocinio di Regione Veneto, Provincia di Treviso, Comune di Castelfranco Veneto e Ordine dei Giornalisti del Veneto e il sostegno del main sponsor Tao Technologies, che martedì 24 maggio al Teatro Comunale Mario Del Monaco di Treviso ha incoronato le tre vincitrici dell’edizione 2022, autrici di altrettanti articoli giornalistici sul tema “L’uomo in guerra con l’ambiente. Il caso Nordest”.

Sul gradino più alto è salita Nancy Galdi del Liceo Linguistico Newton Pertini di Camposampiero (Padova) con “La Terra non parla più”, seconda Miriam Pascon del Liceo Linguistico Scarpa di Motta di Livenza (Treviso) con “Chiare, fresche, dolci acque”, e terza Beatrice Zabotti del Liceo Scientifico Casagrande di Pieve di Soligo (Treviso) con “Ecologia e sociale”.

La premiazione e la consegna delle tre borse di studio da utilizzare per sostenere gli studi universitari, un riconoscimento che rispetta la vocazione formativa dell’Associazione e del Premio, sono state precedute dalla conversazione sul palco tra lo scrittore e docente Paolo Malaguti e la storica firma dei quotidiani del Gruppo Gedi Francesco Jori, in continuità con il tema sul quale sono stati invitati a riflettere gli studenti dei licei veneti e con gli articoli che Giorgio Lago ha dedicato al rapporto dell’essere umano con il paesaggio che lo circonda, ancora di eccezionale attualità.

Davanti ad una platea di studenti (una rappresentanza di alcuni tra i 17 licei veneti che hanno partecipato all’edizione 2022), Paolo Malaguti, padovano d’origine e asolano d’adozione, da sempre attento al territorio veneto e dedito al racconto di paesaggi e atmosfere, in bilico fra storia e ricordo, con la capacità di tessere ritratti e narrazioni potenti e concrete, ha portato l’attenzione sul ruolo dei più giovani, che deve essere giocato nel presente – e non rimanere relegato al futuro – anche attraverso occasioni come il Premio Giorgio Lago Juniores.

Spesso sentiamo dire che i giovani sono il futuro della società, i cittadini del domani. – ha detto Malaguti – In affermazioni del genere avverto sempre qualcosa di sbagliato, di potenzialmente rischioso, quasi che i giovani siano accomodati in una sala d’attesa, e che il loro compito sia di aspettare pazientemente che arrivi il loro turno, quando i “cittadini dell’oggi” decideranno che è arrivato il momento di cedere loro spazio. I giovani sono già cittadini dell’oggi, sono il presente della nostra società, e hanno il diritto e il dovere di rivendicare ora, e non in un domani imprecisato, un ruolo attivo, dinamico, responsabile. Questo diritto-dovere è più che mai urgente nell’Italia del XXI secolo, un’Italia in crisi demografica, nella quale i giovani sono minoranza, e faticano ancora di più rispetto ai propri genitori e ai propri insegnanti a trovare uno spazio d’azione e un ruolo preciso da interpretare. Il Premio Giorgio Lago Juniores rappresenta una preziosa occasione in tal senso, perché chiede ai nostri studenti di farsi lettori e narratori del presente, di impegnarsi in un lavoro di critica, di non rinunciare alla sfida di “dire la propria opinione””.

Le tre vincitrici sono state selezionate dalla giuria del Premio, composta da personalità di eccezionale valore, grandi firme del giornalismo italiano e veneto ad esponenti del mondo accademico: Marco Almagisti, coordinatore di DANE – Osservatorio Democrazia a Nordest del Centro Studi Regionali Giorgio Lago dell’Università di Padova, Fabrizio Brancoli, direttore dei quotidiani veneti del Gruppo Gedi, Sergio Frigo, giornalista e scrittore, Francesco Jori giornalista e scrittore, Giuliano Gargano, presidente dell’Ordine dei giornalisti del Veneto, Danilo Guerretta, direttore Tg Veneto News Tva, Massimo Mamoli, direttore de L’Arena, Roberto Papetti, direttore de Il Gazzettino, Edoardo Pittalis, giornalista e scrittore, Alessandro Russello, direttore del Corriere del Veneto, Giovanni Stefani, caporedattore Tgr Veneto Rai. I giurati hanno espresso grande soddisfazione per l’impegno dei ragazzi e dei loro insegnanti, ma anche per la capacità di offrire uno sguardo originale e appassionato su un tema tanto discusso e talvolta abusato.

La prima classificata Nancy Galdi, autrice di “La Terra non parla più”, immagina di intervistare l’uomo che parla con la Terra, il cui nome resta avvolto dal riserbo (è indicato solo come A. B.): è un contadino che la terra l’ha toccata, nutrita e amata, avvertendo i primi segnali di sofferenza quando si è accorto che la temperatura saliva, che case e fabbriche si moltiplicavano, tanto da impedire anche alla nebbia di separarle.

Miriam Pascon, seconda classificata, nel suo “Chiare, fresche, dolci acque” si concentra su un bene sempre più prezioso e minacciato, anche a Nordest, dove incombe la minaccia dell’inquinamento da PFAS.

Mentre Beatrice Zabotti, terza classificata, con l’articolo “Ecologia e sociale, il nuovo ambiente a Nordest tra ‘profezia’ e concretezza”, richiama i segnali tangibili nel Nordest– l’acqua alta a Venezia, lo scioglimento dei ghiacciai dolomitici, il caso Miteni, la secca del Po – del cambiamento climatico, troppo spesso trattato come un tema generale e percepito come un pericolo “distante”. E fa appello ad esempi di impegno “di casa nostra”, Andrea Zanzotto e Don Paolo Chiavacci.

Con l’occasione, Francesco Chiavacci Lago, figlio di Giorgio e segretario dell’Associazione Amici di Giorgio Lago, ha annunciato il tema della prossima edizione 2023, “Raccontare la guerra, una nuova arma accanto a quelle tradizionali”. “Come già sottolineava mio padre nel marzo 2003 in un’acuta analisi del rapporto tra guerra e informazione, scritto in occasione del conflitto iracheno, – ha spiegato – da sempre, ma soprattutto nelle guerre del Golfo e in quella dell’Ucraina, la narrazione dei conflitti ha puntato sull’aspetto emotivo. Sempre più è diventata anche uno strumento in mano alle parti in causa per influenzare l’opinione pubblica attraverso le fake-news e altre forme di manipolazione, rendendo così difficile alle persone capire cosa sta succedendo. Inoltre, la narrazione è diventata selettiva, riservando grandi spazi ad alcuni conflitti, come quello in Ucraina, e ignorandone altri non meno sanguinosi, come quelli in Medio Oriente e in Africa”.

Maggiori informazioni su www.premiogiorgiolago.it

Previous articleLe costellazioni estive: in vacanza nell’infinito
Next articleUn morso d’estate

LEAVE A REPLY

Please enter your comment!
Please enter your name here