Senza questo lavoro probabilmente non avrei mai riflettuto su questi argomenti; ha detto Leonardo.
E’ fondamentale formarci, giovani e adulti, perché i fenomeni mafiosi sono un argomento ancora terribilmente attuale che rischia di finire in secondo piano rispetto alla mole di informazioni che riceviamo. In particolare in questi anni segnati dalla pandemia, il discorso sulla legalità e sulla responsabilità sociale sembra qualcosa di scomodo e difficile da sostenere viste le già gravi questioni che ci colpiscono.
Noi studenti vorremmo essere informati e formati perché siamo noi le armi contro la mafia: siamo la prossima società, la prossima classe politico-amministrativa, la prossima schiera di genitori e la prossima squadra di insegnanti, educatori e assistenti sociali che potranno salvare moltissime vite dalla morsa della criminalità organizzata.
La mafia è come tutte le altre cose di questo mondo, tutti la conosciamo e spesso ci fa sentire migliori pronunciare i nomi dei principali esponenti, forse per marcare la distanza tra un noi e un loro così da mettere al sicuro le nostre coscienze. Come dicevamo però, come tutte le altre cose di questo mondo, solo chi è veramente interessato, appassionato ad un argomento lo conosce a fondo.
Con queste attività abbiamo scoperto che la mafia non è solo in Sicilia o nel sud Italia ma è un problema del Paese intero, da nord a sud. L’abbiamo trovata ovunque, dalla politica dei palazzi al piccolo artigiano di paese. Abbiamo visto organizzazioni provenienti da diverse parti d’Italia, ma collegate tra loro, estorcere ricchezza a chi lavora in modo onesto.
Il nostro prof ci ha raccontato che al Liceo Berto questo progetto va avanti da diversi anni e anche quest’anno, nonostante le limitazioni dovute alle regole imposte dalla pandemia, vi stiamo partecipando. Oramai sono passati cinque anni da quando, con un primo gruppo di studenti, ha iniziato ad approfondire in modo particolare questi temi. Ci ha raccontato dei viaggi che ha fatto con le classi degli scorsi anni a Palermo, Corleone, Cinisi, Partinico, Portella della Ginestra, Mazara del Vallo, ecc.
Infine ci ha portati nel giardino del Berto dove ci sono degli alberi, degli ulivi, con delle targhe. Ci ha spiegato che questo è un giardino dedicato alla memoria dei Giusti. Ogni anno il 23 Maggio viene piantato un nuovo albero. Nel tempo questo spazio si è caricato di vivi segni che ricordano l’impegno e la dedizione di molte persone che hanno cercato di lasciare il mondo un po’ migliore di come hanno trovato.
Il giardino si trova proprio di fronte all’Ingresso del Liceo, ci siamo passati davanti per quattro anni ma non ci eravamo mai soffermati sul senso di questo luogo.
E’ proprio vero, a volte bisogna creare un’occasione che interrompa la quotidianità e ci faccia prendere coscienza di ciò che ci circonda.
Purtroppo le ore dedicate a questo lavoro sono state davvero poche. La richiesta da parte nostra nei confronti dei professori è di apprezzare questo lavoro e di non considerare le proprie ore “perse”, bensì come noi, essere entusiasti di questi momenti e una volta deciso di iniziare questo lavoro, dedicarsi a pieno ed immergersi in esso magari dando più importanza a quella materia fondamentale che è l’educazione civica.
Con questo progetto abbiamo potuto essere noi a lavorare, ci siamo confrontati faccia a faccia con il resto del “popolo scolastico”, uscendo da un mondo di pensieri introspettivi, chiusi nelle nostre menti, Ci siamo preparati e abbiamo iniziato a comprendere meglio cosa sia la mafia e come agisce. Schematizzando, abbiamo raccolto le informazioni più importanti ed essenziali, dividendoci i compiti tra di noi: chi ha scritto, chi ha riassunto, chi ha fatto il power point e chi ha esposto. Alla fine abbiamo preso la parola e coinvolto i nostri compagni in un momento di formazione che siamo certi non sarà l’ultimo!
Studenti della classe 4BA