La guerra nelle parole dei bambini

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Riflessioni alla Primaria Vittorino da Feltre

Il periodo successivo alle vacanze natalizie, si sa, prevede sempre che si parli con i bambini di ogni classe, coerentemente con la loro età, della Seconda Guerra Mondiale e di quello che ha comportato.

Dalla Shoah, allo sterminio, alle deportazioni nei campi di concentramento, alle leggi nazifasciste, a tutto quello che ci ha coinvolto da vicino come popolo italiano, ma che anche a distanza di tempo riecheggia nelle epoche e ci trova a vivere storie simili anche ai giorni nostri.

Perché la guerra c’è, c’è ancora, e gli orrori che porta con sé toccano tutti noi anche se non li troviamo fuori dalla porta di casa, ma che sono troppo devastanti per non sentire coinvolte la nostra coscienza civile e la responsabilità che ognuno di noi ha nei confronti dell’altro.

Ed è in questa cornice, tra memoria e riflessioni, che i ragazzi della classe quinta Vittorino da Feltre si sono trovati ad esprimersi nei confronti della guerra.

Sono molte le idee, i suggerimenti ed i messaggi mandati da questi ragazzi, ed è stato quanto mai difficile poterne scegliere alcuni da pubblicare tra queste pagine, ma se quelle che leggerete sono delle righe dense di sentimenti, sappiate che ognuno di loro ha riversato sui fogli il proprio sentire.

Desideriamo, dunque, condividere con voi le parole di Leonardo, che scrive:

“Nel buio della notte, lampi di luce
Innocenti vittime, senza colpa alcuna
Le famiglie si stringono in abbracci di pace
La guerra cancella ogni traccia di vita.”

Scrive Rachele:

“Una volta, adesso.
Una volta, nel cielo, volavano uccelli
adesso nel cielo volano bombe.
Una volta le persone erano felici e spensierate,
adesso le persone sono tristi e preoccupate.
Una volta le famiglie tornavano nella loro casa,
adesso le famiglie scappano dalla loro casa.
Una volta nel mondo regnava la pace,
adesso nel mondo regna la guerra.”

Ed ancora, Peter scrive:

“Laggiù,
finestre bucate,
muri distrutti,
vite spezzate.
Bossoli caduti,
proiettili d’acciaio
militari di qua
e di là, gente
triste, arrabbiata.
Laggiù in un domani…
irraggiungibile,
pieno di ostacoli
di rallentamenti
di urla, morti, tristezza,
rabbia, armi.
La Pace.”

Molte altre sono le parole ricche di sentimento e profondamente sentite di questi ragazzi.

Sono il nostro presente e saranno il nostro futuro e noi non possiamo che supportarli ed infondere loro la speranza che, un domani, il mondo possa essere un posto migliore.

Vorrei chiudere con le parole di Pablo Neruda, che sempre fanno pensare alla condizione primaria da cui scaturiscono le guerre ed il meccanismo perverso su cui si fondano:

“Le guerre sono fatte da persone che si uccidono senza conoscersi…
per gli interessi di persone che si conoscono ma che non si uccidono.”

Insegnante Bressan Claudia, classe 5 “Vittorino da Feltre”

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