Il giardino

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La natura nell’educazione

Nel 1909 Maria Montessori, nel suo primo libro “Il metodo della pedagogia scientifica applicato all’educazione infantile nelle case dei bambini”, dedica un intero capitolo a “La natura nell’educazione”, perché considera la natura un importante elementoda integrare nella sua visione pedagogica della realtà scolastica. Lei stessa definisce il bambino come «il più grande osservatore spontaneo della natura, il quale ha indubbiamente bisogno di avere a sua disposizione un materiale su cui agire».

L’ambiente naturale crea nei bambini un ascolto immediato che si manifesta attraverso ricerche polisensoriali con foglie, rami, alberi, cortecce, erba e terra” diceva Luigina Mortari,

e a tale proposito la scuola deve dare un grande spazio e un grande ruolo al giardino, che diventa anche amico e compagno di giochi e avventure. Come gli spazi interni anche gli spazi esterni devono essere progettati, cioè investiti dalla riflessione degli adulti.

Il giardino deve essere un luogo articolato, accogliente e organizzato non solo per la grande motricità, ma anche per l’esplorazione e favorire la possibilità di ricerca attraverso l’osservazione e la sperimentazione di nuovi ambienti e materiali, i bambini possono entrare in sintonia con gli agenti esterni, naturali, stagionali ed essere partecipi del cambiamento naturale che vivono quotidianamente in prima persona.

Il giardino  a scuola diventa un alleato della maestra perché la aiuta ad integrare la programmazione didattica, diventa amico quando  i suoi alberi  confortano con il suono del vento che passa tra le foglie e con gli uccellini che cantano tra i rami, diventa pittore quando cambia completamente volto ad ogni cambio  di stagione, diventa uno scrigno dei tesori quando  fa trovare mille cose nascoste e che diventano gioelli preziosi da portare a casa, ma sa essere anche un personal trainer perché il bambino  può muoversi e sperimentarsi tra i suoi spazi e sviluppare al meglio le proprie capacità motorie.

L’area esterna rappresenta l’indispensabile completamento e prolungamento delle aree interne. Il gioco all’aperto è un bisogno intrinseco che dà ai bambini la possibilità di vivere esperienze che non possono essere offerte all’interno delle classi.

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