La psicomotricità di gruppo educativa o preventiva

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La psicomotricità di gruppo educativa o preventiva, secondo la metodologia di B. Aucouturier, ha come obiettivo equilibrare o riequilibrare gli aspetti motori, emotivi, simbolici, rappresentativi e relazionali nel bambino.

Queste funzioni sono strettamente legate tra loro e, quando dobbiamo aiutare un bambino a crescere, non possiamo considerarle separate. Nelle esperienze di gruppo, durante le sedute, questi aspetti si fondono insieme.

Ecco alcuni esempi: gruppo di 5/6 bambini di 4 anni, dopo una ricerca di piacere nel muoversi saltando in profondità, correndo, rotolando tra il materiale morbido, camminando in disequilibrio sopra i cuboni, emerge, nell’immagine di un bambino, un coccodrillo. L’evocazione di questo animale nasce proprio dalla somiglianza di forma di un’asse lunga e pesante che crea instabilità nel bambino quando ci cammina sopra.

Prendo dello scotch carta e disegno denti e occhi e li attacco nell’asse, la prendo e inseguo i bambini con movimenti simili al coccodrillo. Loro iniziano a scappare e rifugiarsi insieme in piccoli angoli. Lì, nascosti, iniziano ad accordarsi per attaccare il “coccodrillo”. Offro dei bastoni morbidi e iniziano a colpirlo con forza, ogni tanto si fermano e gli chiedono se ora è diventato buono, un secondo bambino risponde di no e continuano. Offro delle corde, ognuno lo lega e lo trascinano lungo la stanza fino a portarlo vicino ad una scaletta e lì, aiutandosi uno con l’altro, lo legano e ridono, saltellano, si abbracciano.

Riordiniamo il materiale e leggo una storia di un coccodrillo che mangia tre anatroccoli e, quando ha la pancia piena, passa un elefante e lo schiaccia. I tre piccoli escono dalla bocca e tornano dalla loro mamma. Al termine propongo del pongo, con il quale invito i bambini a fare i tre anatroccoli e la mamma. Prendo poi dei coccodrilli ed un elefante di plastica e loro inscenano la storia, facendo ognuno personali modifiche, che raccontano al gruppo.

Gruppo di 6/7 bambini di 7 anni, già al momento dell’accoglienza ognuno esprime il suo desiderio di gioco, che il più delle volte hanno pensato da giorni! Ci si accorda per definire i vari ruoli, per rendere in un gioco unico l’idea di tutti, si identificano i materiali necessari e gli spazi.

Al via dei giochi, si lascia spazio ad una motricità libera che dissolve tensioni muscolari e libera immagini nuove. Man mano i bambini iniziano ad organizzare il gioco deciso che nel frattempo assume piccole variazioni. Si costruisce, ci si accorda, si creano alleanze, si trovano soluzioni insieme, a volte ci si ferma per capire meglio gli obiettivi di ognuno. Finalmente tutto è’ pronto, parte il gioco vero e proprio, che a volte dura solo 10′, nonostante l’attività duri 1h e 15′!! Spesso non si riesce a terminarlo, allora ci si ritrova in cerchio e ognuno racconta il suo finale. Infine la seduta si conclude con la rappresentazione che viene proposta con disegno e frasi scritte. La scrittura non è  più vuota ma diventa realmente espressione di sé: le emozioni, le esperienze condivise con l’altro, la capacità simbolica si fondono insieme.

Psicomotricista: Arianna Pavan
www.nelpaesedialice.eu

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