Gli studenti del liceo e Itis Planck indagano su uno dei siti industriali chiave del Veneto e dell’Italia
Tutto comincia dalla lettura del libro di Gianfranco Bettin “Cracking”, romanzo dedicato al Petrolchimico di Porto Marghera, in particolare al famoso impianto che trasforma frazioni pesanti e medie del petrolio in sostanze utilizzate anche per la produzione della plastica (pvc e poliestere). Gli studenti del liceo delle scienze applicate e dell’Itis Max Planck hanno indagato una realtà industriale chiave nello sviluppo veneto e italiano, oggi quasi dimenticata. È iniziato così un percorso di ricerca, tra geo-storia e chimica, culminato nell’intervista a Bettin il 19 febbraio scorso e in un viaggio, vero, in nave attraverso i canali di Porto Marghera. Ne parlano Viola Donadi e Gabriele Scattino della classe 2 A Liceo.
Aprire lo sguardo sulla realtà è sempre un’avventura coinvolgente, e diventa addirittura strano se a proporla è la scuola, tradizionalmente accusata di essere “libresca”. Noi siamo partiti da un libro, è vero, “Cracking” edito da Mondadori nel 2019, scritto da Gianfranco Bettin, ma poi abbiamo indagato mossi dalla curiosità in diverse direzioni per capire aspetti storici, sociali, economici ma anche tecnologici e chimici dell’area industriale di Marghera e del porto che si estendono per 1900 ettari alle spalle della bella e molto meno estesa Venezia.
L’approfondimento ci ha portati a ricostruire la storia di Marghera dall’inizio del 900 ad oggi, attraverso uno sviluppo industriale spesso pagato a caro prezzo dai lavoratori sia nella sua fase espansiva tra gli anni 50 e 60 fino alla crisi degli anni 80 e 90. Nella storia di Porto Marghera e del Petrolchimico si riflette la storia italiana dal boom economico alle lotte operaie degli anni 70 fino alla crisi e allo smantellamento, dai problemi ambientali della laguna alle ecomafie e alle mafie del Nord Italia, tra cui la famosa Banda Maniero. Tutti questi temi sono stati oggetto di una lunga intervista a Gianfranco Bettin, scrittore e soprattutto politico che ha conoscenza diretta dell’economia e della società venete, grazie ai ruoli che ha ricoperto e continua a svolgere nell’amministrazione del Veneziano. L’incontro è stato gestito dalla nostra classe, la 2A liceo delle scienze applicate, ma hanno partecipato in modo costruttivo anche i nostri compagni della 3 A liceo e della 4 D Itis elettronica ed automazione. Bettin ha risposto alle domande in modo dettagliato, mostrando di attingere anche alla sua preziosa esperienza. Quanto del piano di recupero ambientale Arpav è stato attuato? Oggi l’impianto del “cracking” è stato chiuso, quale sviluppo futuro c’è per questi vecchi impianti? E i famosi “fanghi” del petrolchimico dove sono localizzati? Che ne è stato delle eco-mafie? Come è stato possibile alla fine sgominare la Mala del Brenta? Quali attività industriali sostenibili ci sono oggi? Gianfranco Bettin ha risposto in modo professionale e dettagliato dandoci grande attenzione. Noi abbiamo così capito la complessità dell’approccio geo-storico ad un territorio dove l’azione dell’uomo ha trasformato, sfruttato, non sempre rispettato la natura.
Poi, cogliendo al volo la proposta dell’Autorità Portuale di Venezia che ci ha messo a disposizione un’imbarcazione, abbiamo potuto vedere con i nostri occhi. Infatti abbiamo navigato via mare da Venezia fino alle banchine di Porto Marghera. Davvero un’esperienza interessante.
Viola Donadi e Gabriele Scattino (classe 2° liceo)