Ci sono momenti in cui un corpo si raggela in un istante, momenti in cui la paura si prende ciò che di razionale è rimasto dentro di noi, ci lascia nudi, bloccati in un limbo di incertezze.
La nostra mente vaga alla ricerca di qualcosa che ci possa mettere in salvo, che possa farci da scudo, regalandoci la forza e la sicurezza necessarie per potercela fare.
I nostri genitori già dalla tenera età ci insegnano il mito del supereroe: una figura incredibile, dai solidi principi, disposta a rischiare la sua vita per salvare quella degli altri. Se dovessimo guardare ad un orizzonte più ampio, oggi i supereroi sono semplici persone che nel loro piccolo compiono delle vere e proprie imprese; basti pensare alla dura lotta che medici e infermieri hanno affrontato durante la pandemia da covid-19 o alla resistenza dei popoli ucraino, russo, palestinese ed israeliano, dei civili e dei soldati in tutto il mondo che per un ordine superiore sono costretti a vivere e a combattere sotto le bombe rischiando quotidianamente le proprie vite.
Eppure non serve essere dei supereroi per dimostrare il proprio coraggio.
Nel suo saggio “Il coraggio” Paolo Crepet intima ai giovani di non rassegnarsi e di riscoprire in se stessi quella forza d’animo che li condurrà ad una rinascita ideale ed etica.
In pieno accordo con lo scrittore, ritengo che il coraggio sia un “moto” importante, in particolare nella crescita di noi adolescenti, in quanto contribuisce a plasmare la nostra personalità e a prepararci ad essere degli adulti consapevoli, capaci di affrontare a testa alta tutte le sfide future della vita.
Far fronte alle paure e alle situazioni difficili non solo contribuisce ad alzare l’autostima e la fiducia in se stessi, ma anche ad accrescere la capacità di gestire le pressioni sociali e lo stress emotivo che al giorno d’oggi incidono molto nella vita dei giovani che, pur mostrando una apparente corazza, nascondono le proprie insicurezze e le proprie fragilità.
Il coraggio, quindi, non è solo l’attitudine ad affrontare le difficoltà della vita, ma è anche quella forza interiore che spinge ognuno di noi a portare avanti le proprie idee, senza soccombere a quello che possiamo definire “il pensiero della massa”. Ci vuole coraggio ad essere se stessi in una società basata sull’esteriorità e sull’apparenza.
Mostrare i propri sentimenti e i propri limiti deve essere motivo di orgoglio.
Coraggio è anche scegliere da che parte stare, schierarsi, senza la paura di sentirsi giudicati, cercando di distinguere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato, soprattutto quando il dolore e le difficoltà dei deboli vengono messi in secondo piano, lasciando troppo spazio all’egoismo di alcuni.
Se la paura è spesso una gabbia che limita la nostra vita, il coraggio ci rende liberi.
Ilaria De Noni – 5F GeC – IIS A. Palladio (TV)