È difficile parlare di Intercultura a chi non l’ha vissuta sulla propria pelle, questo è poco ma sicuro. Proprio per questo ci siamo proposte di provare a spiegare che cosa ha comportato per noi Intercultura.
Partire è, per ogni ragazzo di 16 / 17 anni, un’enorme sfida con sé stesso. Non sa cosa troverà, le paure sono tante ma la forza di volontà e la curiosità per il mondo che lo muove è più importante di ogni altra cosa. Ogni ragazzo che viaggia con un programma interculturale per un certo periodo finirà inevitabilmente per stabilire tantissimi legami che dureranno molto a lungo, se non addirittura per sempre. Legami difficili da spiegare, perché spesso richiedono tanta buona volontà e pazienza per cercare di abbattere le barriere culturali che spesso all’inizio tendono a dividere le persone, ma una volta superate, ogni momento passato assieme diventa una possibilità di scambio e confronto tra culture diverse.
Questo è parte di ciò che noi chiamiamo l’AFS effect, ossia “l’effetto Intercultura”. La mia stessa mamma ospitante, prima di rispedirmi a casa, mentre singhiozzavo come un rubinetto che perde, me ne ha parlato e il pensiero di un legame tanto profondo, che si perpetua oltre lo spazio e gli anni passati lontane, mi ha decisamente confortata.
Ospitare uno studente straniero
Tuttavia non solo chi va all’estero vive un’esperienza unica che lo segna nel profondo, Intercultura infatti dà la possibilità a chiunque abbia un po’ di curiosità e di buona volontà, di ospitare uno studente straniero.
L’incontro con la diversità è da sempre stato un modo per definire meglio noi stessi, per confrontarsi e crescere, per abituarsi a comprendere che, a questo mondo, non esistiamo solo noi e il nostro modo di fare e di pensare. Aprire le porte di casa ad un ragazzo straniero richiede coraggio ma l’esperienza di vita che ne deriva è impagabile.
All’inizio bisogna avere un po’ di pazienza, per capire quali sono le differenze culturali che separano i membri della famiglia, ma dopo un primo normalissimo momento di imbarazzo, parlare per confrontarsi e capirsi a vicenda sarà un processo spontaneo. Cucinare cibo tipico della propria cultura d’origine, secondo me, è uno dei momenti più belli da vivere insieme perché è una bellissima occasione per confrontarsi e cercare di capire la cultura del nuovo membro della famiglia.
Proprio per questi motivi, alla fine dell’anno scolastico, quando è arrivato il momento di salutarsi, piangere sarà inevitabile. Si piange dalla felicità, perché si è consapevoli di aver vissuto una bellissima esperienza che ti ha arricchito come persona e sai che quello studente che all’inizio era uno sconosciuto adesso è un diventato un figlio e un fratello.
Non esiste una e vera e propria definizione per quello dai noi definito “effetto Intercultura”, la verità è che al suo interno racchiude talmente tanti significati che cercare di definire l’AFS effect sarebbe riduttivo.
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