Au pair, nanny…quanti modi di dire “ragazza/o alla pari”! Se ne parla spesso, ma cosa vuol dire veramente fare il/la ragazza/o alla pari? (…)
Il lavoro alla pari, poco diffuso in Italia, ma di gran successo in Inghilterra e in Usa, è la giusta soluzione per chi vuole migliorare la propria preparazione linguistica, per chi ha pochi soldi e vuole spendere poco, per chi vuole ritrovarsi in una situazione sicura ed organizzata.
Si tratta essenzialmente di un’esperienza all’estero di una ragazza (meno frequentemente di un ragazzo!) di età variabile tra i 18 ed i 30 anni (ma dipende dalla richiesta della famiglia), disposti a soggiornare per un periodo breve (2-3 mesi, richiesti solitamente durante i mesi estivi) o anche per lunghi periodi (anche 24 mesi) presso una famiglia locale.
La ragazza, in cambio di aiuto in casa e di mansioni di cura dei bambini come giocare, sorvegliarli, aiutarli nei compiti, portarli a scuola e accompagnarli nelle attività extrascolastiche, e aiuto nei normali lavori casalinghi (a volte è richiesto anche di saper cucinare), riceve ospitalità comprendente vitto (i pasti devono essere consumati solitamente con la famiglia), alloggio (generalmente in camera singola, per rispettare la privacy) e un piccolo compenso per le spese personali. Il viaggio per raggiungere la famiglia è sempre a carico dell’au pair. Si deve essere amante dei bambini, preferibilmente con esperienza nel campo, e saper fare qualche lavoro domestico.
In alcuni casi è necessario essere in possesso della patente di guida e non fumare. Sempre pi๠spesso viene richiesto personale che ama gli animali, se la famiglia ospitante ne ha in casa. L’au pair è abbastanza libera di muoversi grazie all’orario di lavoro ridotto (spesso 5 ore giornaliere per un totale di circa 30 ore a settimana), viene inserita nel locale contesto socio-culturale grazie ai contatti della famiglia e può frequentare un corso di lingua, entrando cosଠin contatto con un ulteriore nuovo ambiente. A volte il corso di lingua viene spesato direttamente dalla famiglia. In alcune famiglie viene richiesta la presenza della au pair anche nei fine settimana o in orario serale. Resta comunque il fatto che la ragazza ha diritto ad un giorno libero. Per la tutela di entrambe le parti è stato firmato a Strasburgo il Trattato europeo per l’impiego alla pari che ha posto le regole fondamentali di comportamento per un buon accordo fra la famiglia ospitante e la ragazza au pair. Un esempio? Se da un lato la ragazza può calarsi nell’atmosfera familiare del posto, beneficiandone a livello linguistico ed esperienziale, dall’altro l’au pair ha una serie di regole da rispettare: riceve la chiave di casa, ma deve essere chiaro che ciò non significa estrema libertà : come membro del nucleo famigliare dovrà tornare a casa ad un orario ragionevole e non star fuori tutta la notte, dovrà informare la famiglia se invita degli amici a casa, uniformarsi agli orari e alle abitudini, comportarsi in maniera responsabile.
E’ buona norma cercare una famiglia attraverso un’agenzia – anche se occorre pagare qualcosa – perché serve a “garantire” sulla serietà della famiglia (e viceversa), ed è quindi meno rischioso. La soluzione “on line” con incontro diretto di offerta-domanda è sicuramente pi๠economica, ma richiede maggior intraprendenza. A volte può capitare di ricevere annunci diretti, ma in genere è meglio verificare molto bene la provenienza (amici, colleghi ecc.) perché le sorprese possono essere dietro l’angolo!
Ora vi è tutto un po’ più chiaro? Siete pronti a partire? Allora correte in un negozio: portare un piccolo dono alla famiglia è sempre un gesto gentile e gradito!
Siete pronti per la ricerca della vostra “famiglia ideale”? Vi diamo un aiuto per trovarla! Eccovi un link utile per conoscere le agenzie che si occupano di collocamento alla pari con i rispettivi siti internet: http://europa.eu/youth/working/au_pair/index_eu_it.html.
Informagiovani del Comune di Treviso