
Meeting di Pastorale Giovanile 2025
15 novembre alle ore 15.00, presso l’Auditorium Pio X, Treviso
«Se ti dico futuro?».
Questa domanda, posta virtualmente ai giovani di oggi, riesce ad intercettare non solo la loro esigenza di pianificare le proprie scelte professionali e di vita, ma di esplorare altresì una dimensione più profonda. Perché alla fine, parlare di futuro, significa parlare di felicità! È un modo per chiedersi: «Cosa devo fare nel prossimo tempo per essere felice?».
«È difficile dire come mi vedo tra dieci anni, afferma Paola, 25 anni. Andrò in una direzione o in un’altra? Spero di ricevere dei segnali forti che mi aiutino ad intuire la mia strada per essere felice».
Per le generazioni più giovani, in particolare la Generazione Z (nati indicativamente tra il 1997 e il 2012), rispondere a questa domanda risulta sempre più complesso. Il mondo in cui crescono cambia ad una velocità senza precedenti: è più interconnesso, instabile e imprevedibile. Costruirsi una famiglia o comprare una casa è diventato più difficile rispetto al passato. Allo stesso tempo, però, le possibilità di fare esperienze, studiare, viaggiare e conoscersi meglio si sono ampliate notevolmente. La narrazione dominante, spesso veicolata dai media e dai social, propone l’idea che ognuno possa diventare qualsiasi cosa in qualsiasi momento. Questa incertezza diffusa, se per alcuni rappresenta un’occasione di libertà e apertura, per molti altri è invece fonte di ansia e preoccupazione per il futuro.
Papa Leone XIV, durante il Giubileo dei Giovani vissuto quest’estate a Roma, ha esortato i giovani ad aspirare ai “carismi più grandi” (1Cor 12,31) per loro vita e per la vita dei fratelli e delle sorelle accanto a loro. Li ha invitati a percorrere l’”avventura della santità” per essere segni di speranza: “sale della terra” e “luce del mondo” (Mt 5, 13-16). La Chiesa guarda ai giovani come necessari agenti di cambiamento per la società. Ma per poter vivere tutto ciò è fondamentale non perdere la capacità di sognare in grande, la capacità di saper rischiare le proprie idee e di rischiare se stessi per un’idea o per qualcuno. Eppure l’ottimismo di molti giovani non è ingenuo, ma una forma di speranza che viene spesso accompagnata da un impegno attivo nella società.
Lasciamoci interpellare su questo tema attraverso le provocazioni della Dott.ssa Katia Provantini, psicologa e psicoterapeuta dell’istituto di Milano “Il Minotauro”, che “scatterà una foto” sulla percezione che i giovani hanno del futuro (tra paure e speranze, luci e ombre) e ci aiuterà ad acquisire una “postura” significativa per le sfide di domani, personali e comunitarie.
Vi aspettiamo! Info ed iscrizioni su www.pastoralegiovanile.it – giovani@diocesitreviso.it
Don Paolo Slompo e la Segreteria di Pastorale Giovanile Diocesana























