
Cos’è la felicità?
Cos’è la felicità? Ricchezza? Salute? È un viaggio o una meta? Una ricerca personale o qualcosa che deriva dagli altri?
Da un punto di vista scientifico la felicità è dovuta alla serotonina (comunemente detta ormone della felicità), un neurotrasmettitore sintetizzato per il 95% da particolari cellule della parete gastrointestinale e per il restante 5% da specifici neuroni cerebrali, è prodotta a partire dall’amminoacido triptofano presente in molte proteine sia di origine animale che vegetale. Questa sostanza biochimica interagisce con recettori situati nel sistema nervoso centrale e periferico e in vari tessuti non neuronali, come l’intestino e il sistema cardiovascolare. La sua azione comporta la regolazione del sonno e della temperatura corporea, influenza funzioni cognitive legate alla creatività e all’appetito e determina un aumento del buonumore, la riduzione dell’ansia e dell’aggressività.
Quindi per la scienza la felicità non è altro che un cocktail di sostanze, ormoni e neurotrasmettitori prodotti in risposta a determinati stimoli.
La felicità nei filosofi
Il concetto di felicità è stato esplorato nel corso della storia da molti filosofi, a partire dal IV secolo a.C. Aristotele nell’ “Etica Nicomachea” definì l’eudaimonia (cioè la felicità) come il fine ultimo della vita umana, come uno stato di realizzazione raggiungibile vivendo una vita virtuosa e compiendo azioni razionali.
Pochi anni dopo Epicuro, in una delle sue lettere, espose la sua concezione di felicità, definendola come l’assenza di dolore (atarassia) e l’assenza di sofferenza fisica (aponia), descrisse una felicità raggiungibile tramite l’equilibrio interiore, la conoscenza dei propri desideri e la gestione delle proprie passioni.
Parecchi secoli più tardi nel XVIII secolo Kant delineò una visione differente della felicità, la quale non dovrebbe essere l’obiettivo principale dell’agire morale, ma piuttosto un effetto collaterale di un comportamento virtuoso.
Un secolo dopo Friedrich Nietzsche, pur criticando la ricerca convenzionale della felicità, sviluppò una sua concezione a riguardo legata al superamento delle difficoltà e delle sofferenze ed all’affermazione della volontà e della potenza individuale.
Le molteplici visioni della felicità
Tutti questi filosofi hanno contribuito all’immagine che abbiamo della felicità, ma oltre a loro numerose persone nel corso della storia hanno aggiunto la propria opinione, modificando l’idea e il concetto comune di felicità.
Totò, un attore comico del cinema e del teatro italiano del primo Novecento, in un’intervista disse: “Vi sono momenti minuscoli di felicità, e sono quelli durante i quali si dimenticano le cose brutte. La felicità, signorina mia, è fatta di attimi di dimenticanza.” In questa visione la felicità è un passaggio momentaneo, un intermezzo in una vita di altro. Al contrario, lo statunitense Emerson, un secolo prima sostenne una visione differente, in cui la felicità è un aspetto costante di ognuno in noi, e sta proprio a noi scoprirlo; scrisse: “Non cercare la felicità fuori di te, dentro di te c’è già.”
Per alcuni inoltre è legata all’amore e all’amicizia, è quindi conseguente ad una relazione o ad un contatto con gli altri. Il poeta Hermann Hesse, all’inizio del ventesimo secolo, disse: “La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare” mettendo così in stretto rapporto queste due grandi tematiche che da sempre struggono l’animo dell’uomo: amore e felicità.
A lui contemporaneo ma di pensiero contrapposto, Alberto Moravia sosteneva che “La felicità è essere se stessi, profondamente, veramente, senza compromessi, anche a costo di essere infelici.” e come lui, qualche anno prima, Lev Tolstoj disse che “La felicità non dipende dalle cose esterne, ma dal modo in cui le vediamo.” Entrambi questi scrittori proposero un approccio alla felicità che dipende esclusivamente dalla propria persona e individualità, un sentimento che parte in primo luogo da noi stessi.
Fabrizio de Andrè, un cantautore italiano della seconda metà del Novecento, disse che “la felicità sta nel piacere di donare”, mentre il fisico Albert Einstein disse che “Se si vuole una vita felice la si deve dedicare a un obiettivo, non a delle persone o a delle cose”. Per uno si basa sull’altruismo verso il prossimo, per l’altro su un traguardo lavorativo o personale.
Sorge quindi spontaneo chiedersi perché ci siano interpretazioni così differenti, una sua influenza ce l’ha sicuramente il periodo storico, la società, le esperienze e chissà quante altre cose, ma in fondo non siamo tutti umani?
Per Anna Frank infatti la felicità è una cosa che ci accomuna, “Le nostre vite sono tutte diverse, eppure eguali, viviamo tutti con l’obiettivo di essere felici”.
La felicità è difficile da definire
Quante definizioni, quanti punti di vista, quante sfumature e quanti modi per descrivere un’unica cosa. Ma è giusto cercare di definire un concetto così ampio e soggettivo?
Definire la felicità non sarebbe come tentare di ingabbiare un uccellino o come scalare le nuvole? Forse è una forzatura, forse non è nelle capacità dell’essere umano. Definire la felicità sarebbe riduttivo come riempire un barattolo d’acqua salata e dire che quello è il mare, forse alcune cose andrebbero solo accolte e apprezzate, vissute nella loro pienezza, senza il bisogno di farsi troppe domande.
La felicità e Trilussa
Tuttavia io sono rimasta affascinata da uno dei tanti che ha tentato di definire la felicità, forse per la mia passione per il mondo naturale o per la mia tendenza a preferire tranquillità e semplicità. La mia mente è rimasta incastrata tra le parole di Trilussa, tra i colori e le immagini che queste hanno dato vita nella mia testa. Questo poeta romano, in una delle sue poesie dialettali scrisse:
“C’è un’ape che se posa
su un bottone de rosa:
lo succhia e se ne va…
Tutto sommato, la felicità
è una piccola cosa.”
Non so voi, ma socchiudendo gli occhi mi sembra di sentire il ronzio dell’ape, il profumo dei fiori di campo e il tiepido torpore del sole primaverile che mi accarezza delicatamente la pelle del viso.
Non so cosa sia la felicità, credo che ognuno abbia la propria, tutta da scoprire.
La mia assomiglia a questa poesia, e vi lascio qualche frase per trovare o riconoscere la vostra.
Citazioni sulla felicità
“Niente è sbagliato, se ti rende felice.” – Bob Marley
“La felicità è una combinazione di pace interiore, disponibilità economiche e, soprattutto, pace mondiale.” – Dalai Lama
“Se la meta da raggiungere è la felicità, il viaggio è sempre conveniente.” – Emanuela Breda
“Siate felici, agite nella felicità, sentitevi felici, senza alcuna ragione particolare.” – Socrate
“La miglior vendetta? La felicità. Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.” – Alda Merini
“Ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute.” – Voltaire
“Nel mio cuor dubitoso sento bene una voce che mi dice: “Veramente potresti esser felice.” Lo potrei, ma non oso.” – Umberto Saba
“Gli uomini sarebbero felici se non avessero cercato e non cercassero di esserlo.” – Giacomo Leopardi
“Il successo non è la chiave della felicità. La felicità è la chiave del successo, se ami ciò che stai facendo avrai successo.” – Albert Schweitzer
“La vera felicità non è in fondo a un bicchiere, non è dentro a una siringa: la trovi solo nel cuore di chi ti ama.” – Jim Morrison
“Felicità è quando ciò che pensi, ciò che dici e ciò che fai sono in armonia.” – Mahatma Gandhi
“Dicono che il denaro non faccia la felicità, ma se devo piangere preferisco farlo sul sedile posteriore di una Rolls Royce piuttosto che su quello di una carrozza del metrò.” – Marilyn Monroe
“Quando avevo cinque anni, mia madre mi ripeteva sempre che la felicità è la chiave della vita. Quando andai a scuola mi domandarono come volessi essere da grande. Io scrissi: felice. Mi dissero che non avevo capito il compito, e io dissi loro che non avevano capito la vita.” – John Lennon
Matilde Mattiello