
Parlare di quest’uomo è parlare di uno dei più grandi cantautori e musicisti internazionali negli ultimi cinquant’anni. Solo per elencare gli album pubblicati (21 in totale) o i premi vinti (tra cui 20 Grammy e un Oscar alla miglior canzone nel 1994) mi ci vorrebbero ben più di due pagine, ma cercherò lo stesso di raccontarvi la storia di questo ragazzo del New Jersey che non fa parte semplicemente della storia della musica, ma l’ha letteralmente scritta.

L’infanzia e l’adolescenza di Bruce Springsteen
Bruce nasce il 23 Settembre del 1949 a Long Branch (New Jersey) da padre di origine irlandese, con cui il cantante avrà un rapporto conflittuale e complicato che inciderà pesantemente nella sua carriera, e madre con origine italiana con cui il rapporto sarà altrettanto fondamentale in maniera, però, più positiva. Cresce in una famiglia con problemi economici causati dalla mancanza di un lavoro fisso del padre che porteranno il continuo spostamento di città in città negli anni. Fin da ragazzo Bruce dimostra un carattere anticonformista e deciso che gli permetterà, attraverso la musica, di esprimere il suo pensiero e le proprie idee.
A quattordici anni acquista la sua prima chitarra (usata) per 18 dollari che si è procurato grazie a dei lavoretti fatti nel quartiere dove viveva, e inizia a prendere lezioni di chitarra dal cugino più grande. Il Natale dell’anno successivo la madre gli regalerà la prima chitarra elettrica (a cui verrà ispirata la canzone Wish) con cui il cantante inizia il suo viaggio nel mondo che presto conquisterà. Negli anni successivi, dopo essere fortunatamente sfuggito alla leva militare, comincia a comporre con varie band di amici con le quali parteciperà ai primi “concerti” ai balli studenteschi e ai festival della zona.
La nascita della E Street Band e il successo internazionale
La prima svolta effettiva arriverà nel 1971 quando fonda con altri musicisti la Bruce Springsteen Band che verrà successivamente conosciuta come E Street Band e che lo accompagnerà per gran parte della sua successiva carriera e tutt’ora. Con questa incide nel 1973 il suo primo disco intitolato “Greetings from Asbury Park, N.J.”, pubblicato dalla casa produttrice Columbia che lo considerava un “Nuovo Bob Dylan”.
Questo non ebbe però un gran successo ma iniziò a inserirlo nel mondo della musica e gli permise di lavorare da subito con i propri musicisti e amici. Fu infine il suo terzo album a lanciarlo nel mondo dei grandi, parliamo di “Born To Run” (dall’omonima canzone) pubblicato nel 1975 che segnò definitivamente la vita del cantante e la storia del Rock e della musica in generale. In poche settimane questo album raggiunse i vertici delle classifiche negli USA e gli permise di essere conosciuto e amato da un pubblico più grande e di esibirsi in arene sportive invece che in sale da concerto.
Born in the USA e il successo mondiale
Negli anni seguenti Bruce abbraccerà il successo con tournée e la pubblicazione di tre nuovi album, per arrivare nel 1984 a pubblicare uno dei suoi album più belli e importanti: Born in the USA. Scriverà questo album sotto depressione (causatagli dal rapporto conflittuale col padre) e si può affermare che sia uno degli album più riusciti e venduti della storia grazie alla presenza di pezzi come “Glory days”, “Dancing in the dark” e l’omonima “Born in the USA”.
L’autore risponde dunque a un momento negativo con un album gioioso e pieno di allegria e voglia di rivincita, ma anche serio, e per alcuni tratti cupo se si va ad ascoltare il messaggio trasmesso dai testi composti. Sarà questa allegria riflessiva che lo porterà a essere uno degli autori e personaggi più amati del palcoscenico americano dell’epoca e moderno. Ciò lo porterà a partecipare all’evento di beneficenza “USA for AFRICA” insieme a molti altri cantanti come Michael Jackson, Stevie Wonder o Bob Dylan e a cantare la canzone “We are the World”, composta come messaggio di pace e uguaglianza nei confronti del mondo.
Il periodo degli anni ’90: la crisi creativa e il rilancio
Nel 1989 abbandona il luogo di nascita per trasferirsi a Los Angeles con la seconda moglie Patti Scialfa da cui avrà tre figli negli anni successivi. In questo stesso anno affrontò lo scioglimento della E Street Band e l’inizio di un inaridimento creativo che sfociò in un nuovo metodo compositivo. Questo lo portò a vincere l’Oscar nel 1994 per la miglior canzone (Streets of Philadelphia) che lo rilanciò a seguito di qualche anno sottotono.
L’anno seguente pubblicò il disco simbolo del suo stile negli anni novanta, ossia “The Ghost of Tom Joad” il cui tour live sarà fatto da solista in sale da concerti ridotti, per comunicare un messaggio più intimo e privato di quelli precedenti. In questo disco il Boss (così soprannominato) parla delle condizioni dei più poveri nella società, il che ci mostra come il suo impegno sociale fosse ancora attivo (cosa che accadrà per tutta la sua carriera).
La Rock and Roll Hall of Fame e la rinascita con “The Rising”
Il 1999 fu un anno fondamentale della carriera di Springsteen. Venne infatti inserito nella Rock and Roll Hall of Fame (una lista di tutti i migliori artisti musicali rock), alla quale premiazione si presentò con tutta la E Street Band, riunita definitivamente. Questa riunione portò alla consacrazione definitiva del gruppo che ormai più che un gruppo di professionisti si riconferma, ed è, un gruppo di amici. Uno dei segreti dei travolgenti concerti del Boss è proprio questo: il divertimento e la spensieratezza che portano alla creazione di un’atmosfera magica ed entusiasmante.
Il primo album dopo la riunificazione fu “The Rising”, pubblicato nel 2001 dopo il tragico attentato alle torri gemelle dell’undici settembre. Lo stesso cantante ha dichiarato che decise di scrivere l’album dopo che un fan lo vide per strada e gli urlò: “Bruce, we need you”, cosa che a quanto pare lo spronò ad impegnarsi sulla tematica in quell’album e, negli anni successivi, contro la guerra promossa dal Presidente Bush. Bruce sarà testimone negli anni a seguire di un serio impegno politico, fino all’appoggio nel 2007 per la campagna elettorale del futuro Presidente Obama.
Il futuro di Bruce Springsteen e il suo impegno continuo
Dopo The Rising continuerà con la pubblicazione di album alternati da tournée mondiali sempre coinvolgenti e in pieno “stile Springsteen” (come quella condotta nel 2012 dopo la scomparsa del caro amico e sassofonista della E Street Band Clarence Clemons o quello ancora in corso iniziata nel 2023) che lo consacreranno anche agli occhi dei più giovani e faranno di lui uno degli artisti immortali e intramontabili.
Tutto questo partito da una piccola casa nel New Jersey dove 74 anni fa era nato uno dei più grandi musicisti della musica moderna che con la sua allegria, con il suo entusiasmo, con il fatto che dopo un concerto di quattro ore ha più energia lui di te, ma soprattutto con la sua incredibile forza e resistenza alle angosce della vita, che con lui sfociano in speranza e voglia di vivere, riesce a trasportare ancora milioni di fan. Tutto questo da un solo uomo che con i suoi amici e il suo talento ha creato qualcosa di incredibile. E, a voi che leggete, consiglio di ascoltare Springsteen, anche solo qualche canzone, perché tutti necessitiamo della speranza e della gioia che questo ragazzo sa portare.
Bianco Giacomo