
Obiezione di coscienza in un Paese in guerra
In Israele, come in molte altre parti del mondo, vige la leva obbligatoria. Prendere parte al servizio militare, però, significa partecipare ad un conflitto che ha radici profonde, e che mai come nell’ultimo periodo mette a dura prova le vite di persone, famiglie ed intere popolazioni.
C’è chi, però, ha il coraggio di rifiutare. Le storie di chi si oppone al vincolo legale di arruolarsi, in un momento in cui la propria nazione partecipa attivamente ad un cruento conflitto armato, sono intrise di sacrificio, coraggio, ma anche limitazione della libertà personale al fine di perseguire un’ideale di libertà e uguaglianza tra i popoli. Tra gli altri, questa è anche la storia di Itamar Greenberg.
La storia di Itamar Greenberg
Itamar è nato 18 anni fa a Bnei Brak, poco distante da Tel Aviv, in una comunità haredi, una minoranza ultraortodossa che bandisce il servizio militare per i propri adepti.
Ma è proprio nell’esercito che Itamar trova, a partire dai 12 anni, una possibile strada di realizzazione personale ed integrazione con la società israeliana, fortemente contaminata da propensioni nazionaliste. Per molti israeliani, infatti, il servizio militare è un motivo di orgoglio e prestigio, oltre che un obbligo previsto dalla legge.
Ben presto però, Itamar prende consapevolezza dell’attività dell’esercito israeliano, finalizzata principalmente a contrastare duramente la presenza del popolo palestinese.
La scelta e le conseguenze
Nonostante la giovane età, Itamar si trova davanti ad una scelta: diventare parte di una grande organizzazione e osteggiare aspramente i palestinesi, oppure scegliere di opporsi all’arruolamento obbligatorio in nome di un’ideale di uguaglianza tra popoli.
Dopo un lungo processo di apprendimento e presa di consapevolezza, il giovane ha fermamente optato per la seconda opzione, e tale scelta ha avuto delle ripercussioni negative sulla sua vita.
Rinunciare al partecipare alla vita militare può voler dire isolamento ed emarginazione (molti dei suoi amici hanno interrotto completamente i rapporti con lui), ma soprattutto rappresenta un reato punibile con la prigione. Itamar, infatti, ha subito ripetute condanne a pene detentive per un totale di 197 giorni, suddivisi in cinque periodi distinti.
Una battaglia personale per la pace
Nonostante le difficili condizioni carcerarie, Itamar sostiene che la lettura, la scrittura e la convinzione di essere dalla parte del giusto, lo hanno sostenuto mentalmente, senza mai farlo vacillare nei suoi ideali di pace e uguaglianza, fino al momento della scarcerazione, arrivato inaspettatamente poco tempo fa.
Egli sostiene che il suo rifiuto ad entrare nell’esercito è stata una scelta personale, ma anche una dichiarazione politica, una battaglia che parte dal contesto in cui vive, ma sconfina nella condanna della violenza e oppressione in tutte le sue forme.
Itamar ha esercitato un diritto fondamentale dell’essere umano, cioè quello di impegnarsi ad agire con giustizia. È resistito di fronte a un tentativo di nascondere e silenziare una protesta non violenta, e ha vinto questa sua battaglia personale.
Ma continuerà a lottare, e come lui moltissime altre persone, affinché il desiderio di pace e uguaglianza sovrasti l’oppressione e la violenza, ovunque nel mondo.
Campi estivi Amnesty International
Campi Estivi Amnesty International. Cambiando argomento mi preme ricordarvi che, come da svariati anni a questa parte, Amnesty Italia organizza dei campi estivi per persone di tutte le età.
Potete trovare tutte le informazioni al seguente link:
👉 https://www.amnesty.it/entra-in-azione/summer-lab/
Per approfondire
Come sempre, per approfondire quanto trattato in questo articolo e tenervi aggiornati su tutte le altre tematiche riguardanti i diritti umani, vi invitiamo a visitare:
🌐 www.amnesty.it
📱 Facebook e Instagram di Amnesty International Italia e del gruppo di Treviso agli indirizzi indicati qui sotto.
@AmnestyInternationalItalia
https://www.facebook.com/AmnestyInternationalItalia
https://www.instagram.com/amnestyitalia/
@AmnestyTreviso
https://www.facebook.com/groups/amnestytreviso
https://www.instagram.com/amnestytreviso/