Erasmus: tornare a casa dall’altra parte del mondo

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Illustration of Mediterranean city building exterior water color style

Quando un australiano pensa all’Italia, nella sua mente affiorano immediatamente immagini vivide, quasi cinematografiche: il caldo abbraccio del sole che bacia le piazze affollate, le lunghe serate estive in riva al mare, i colori intensi di una città che sembra uscita da un quadro rinascimentale. Immagina Venezia, con i suoi canali che riflettono il cielo come uno specchio, e la bellezza classica di Roma, dove ogni pietra racconta secoli di storia. Poi c’è la pizza, quella vera, che si scioglie in bocca come un piccolo pezzo di paradiso. E, naturalmente, l’arte: Michelangelo, Leonardo, Botticelli. Un paese che, agli occhi di chi arriva da lontano, è il regno del Romanticismo e del fascino senza tempo.

Ma c’è una differenza sostanziale tra l’Italia sognata e quella che un australiano, come Finn, si ritroverà a vivere davvero. Perché la realtà, spesso, è ben più complessa di un’immagine da cartolina. Quando Finn è partito da Sydney per questa esperienza di scambio, che lo ha portato a frequentare il Liceo Berto di Mogliano per quattro mesi, aveva già in mente l’idea di un’Italia solare e accogliente, ma non sapeva che il vero viaggio sarebbe stato quello dentro di sé, attraverso la cultura, la lingua, le persone e le sfide che lo avrebbero trasformato in modi che non avrebbe mai immaginato.

Noi, Sofia e Pietro, studenti del Liceo Berto, lo abbiamo incontrato a scuola e intervistato. Ecco quanto è emerso dalla nostra chiacchierata.

D.: Partiamo da alcuni fondamentali, come la cucina o il paesaggio. Cosa ti aspettavi dall’Italia? Cosa ti ha colpito più di tutto?

R.: “La cucina è stata di sicuro un mondo da esplorare: la pizza è diversa, addirittura migliore di quanto mi aspettassi. Qui non ci sono additivi, solo ingredienti freschi e genuini“. Finn ce lo racconta con l’entusiasmo di chi ha riscoperto il piacere della semplicità. Ma non è stato solo il cibo a colpirlo. Le montagne italiane, che mai avrebbe immaginato così imponenti, gli hanno regalato uno spettacolo mozzafiato: “Le montagne sono incredibili. Quando raggiungi la cima, ti senti come se fossi sopra il mondo“, dice, la voce che rivela la meraviglia di un paesaggio che, più che a un australiano, potrebbe sembrare familiare agli occhi di un viaggiatore che ha sempre sognato l’Italia. Anche Venezia è stata una di quelle esperienze che sembrano uscite da un sogno: “È davvero come la descrivono: romantica, da film. Camminare su quei ponti ti fa sentire come se stessi vivendo una favola“.

D.: E con la lingua, come te la sei cavata?

R.: “Arrivato in Italia, le cose non sono andate esattamente come me le ero immaginate. Per la lingua, innanzitutto. Nonostante avessi studiato un po’ l’italiano prima di partire, trovare le parole giuste per esprimermi era un’impresa quotidiana. All’inizio sembrava impossibile. Poi, con il tempo, è diventato più facile mettere insieme le parole, cercare di capire e farmi capire“.

Nessuno scoglio è insormontabile. Lo sa bene Finn, che a poco più di un mese dal suo arrivo, ha incontrato Natalia, una ragazza colombiana che lo ha aiutato a superare la barriera linguistica e che, con il suo amore per le lingue, è diventata una presenza fondamentale nella sua vita in Italia. “Lei mi ha aiutato a tradurre tutto. È stato incredibile“, dice lo studente australiano, e c’è nel suo tono un’ammirazione profonda per la capacità di fare da ponte tra le lingue, come se Natalia fosse stata l’ancora di salvezza in un mare di incomprensioni.

D: Parliamo più in generale del Bel Paese: come te lo aspettavi? Oltre alla cucina e alla lingua, di cui ci hai già parlato, c’è qualcos’altro che ti ha colpito?

R.: “Non è stato solo il contesto linguistico a rivelarsi una sorpresa per me. Avevo immaginato l’Italia come un paese sempre caldo, con la brezza marina che accarezza la pelle, e invece ho dovuto fare i conti con l’inverno. Non mi aspettavo fosse così freddo. Non avevo portato abbastanza vestiti pesanti“. Finn lo dice con un sorriso imbarazzato, ma che nasconde una consapevolezza più profonda: quella di trovarsi in un paese che non aveva nulla da offrire se non la sua realtà, fatta di sfide, di sorprese e di bellezza autentica.

Eppure, proprio in quelle difficoltà, Finn ha trovato qualcosa che non avrebbe mai immaginato: la forza dei legami. L’Italia gli ha regalato esperienze che vanno oltre il semplice viaggio: “Le persone qui sono davvero più aperte e calorose rispetto a quanto siamo abituati a vedere in Australia“, riflette, rivelando una delle scoperte che lo hanno cambiato di più. “Ho fatto amicizie che mi hanno sorpreso. Non pensavo che avrei creato un legame così forte in così poco tempo.”

D.: Cosa porterai con te dell’esperienza in Italia?

R.: “Questo nuovo calore umano, che per me era qualcosa di sconosciuto, mi ha conquistato, e le relazioni che ho costruito con le persone italiane sono diventate una delle esperienze più significative del mio viaggio”.

Nel frattempo, le difficoltà quotidiane si sono trasformate in opportunità per crescere, per scoprire nuove parti di sé, e non solo di un altro paese. “Questa esperienza mi ha insegnato ad essere più aperto, a non avere paura di mettermi in gioco e a non temere di chiedere aiuto agli altri“, dice Finn con una saggezza che viene solo da un’immersione profonda in un’altra cultura. E non è solo questo a rendergli più chiari i piani per l’avvenire. La sua voglia di scoprire il mondo è aumentata: “Sento che viaggerò molto in futuro“, ammette, con la certezza che quella voglia di esplorare non si fermerà a questa esperienza. E chissà, forse un giorno deciderà di vivere in Italia per qualche anno.

D.: Hai scelto un periodo particolare per venire in Italia, tra settembre e gennaio. Come hai trascorso il Capodanno? È stato molto diverso rispetto a quanto sei solito fare in Australia?

R.: “In Australia, per Capodanno, siamo abituati a fare campeggio seduti sotto il cielo stellato, a guardare i fuochi d’artificio e a riflettere sui nostri obiettivi per il futuro Ma quest’anno è stato diverso, poiché ho scelto di festeggiare il nuovo anno a Valencia, lontano dalla mia terra, ma comunque con la stessa consapevolezza che solo un viaggio come questo sa donare. Mi sono trovato a riflettere su come questa esperienza in Italia mi stesse cambiando. Non mi aspettavo di imparare così tanto su me stesso. Non vedo l’ora di continuare a viaggiare e, chissà, magari tornare a vivere qui un giorno “, dice, con una risata che nasconde l’intensità del momento.

Quando Finn tornerà in Australia, il suo cuore avrà già lasciato una parte di sé qui, tra le piazze italiane e i legami che ha costruito. La sua esperienza non sarà solo un ricordo di luoghi e facce nuove, ma un viaggio che lo avrà portato a capire se stesso, la sua voglia di scoprire, e quanto sia fondamentale mettersi in gioco.

E se si invertissero i ruoli? La storia di Jacopo

Nel caso di Jacopo, il percorso risulta invertito. Lui, studente del Liceo Morin di Mestre, si è lasciato alle spalle l’Italia per raggiungere l’altra parte del mondo: l’Australia. Quando ha deciso di intraprendere questa nuova avventura, sapeva che sarebbe stato un viaggio completamente diverso. Ma l’idea di affrontare l’ignoto delle distese australiane lo incuriosiva e allo stesso tempo lo spaventava. La partenza era carica di emozioni contrastanti: da un lato, il desiderio di scoprire un nuovo continente, dall’altro, la consapevolezza che, anche se lontano, casa gli sarebbe mancata. Abbiamo raccolto anche la sua testimonianza.

Atterrato a Brisbane, Jacopo è stato subito colpito dall’immensità del paesaggio e dal calore tropicale che avvolge la città. “Non avevo idea di cosa mi aspettasse“, confessa, “ma appena ho sentito il calore dell’aria e visto la vegetazione esotica, ho capito che sarebbe stata un’esperienza unica“. Il contrasto con l’Italia è immediato: un clima tropicale che rende ogni giornata più lunga e calda, e che obbliga Jacopo a imparare a convivere con temperature che, d’estate, arrivano facilmente ai 40 gradi.

Ma non è solo il caldo ad averlo sorpreso: il mondo animale che lo circonda è qualcosa di completamente nuovo per lui: “Ho visto uccelli esotici che non avevo mai immaginato potessero esistere“, confessa, sorpreso dalla varietà di fauna che l’Australia offre. Il suono degli uccelli tropicali che riecheggiano tra gli alberi lo affascina, mentre gli piace osservare la tranquillità di questi animali che sembrano abitare un mondo parallelo, lontano da quello che conosceva.

Quando Jacopo tornerà a casa, avrà portato con sé non solo il ricordo dei paesaggi spettacolari, dei tramonti infuocati, ma anche una consapevolezza più profonda di sé e del mondo che lo circonda. L’Australia gli ha insegnato a prendere la vita con più calma, ma anche ad apprezzare ancora di più le radici che affondano nella sua terra d’origine.

E, forse, come Finn, Jacopo scoprirà che il desiderio di esplorare, una volta acceso, non smette mai di crescere. Con il cuore diviso tra due continenti, il viaggio non finisce mai davvero: “L’Australia mi ha lasciato qualcosa dentro –conclude Jacopo– è un luogo che rimarrà sempre con me, come una parte del mio cammino“.

Sofia Facchin e Pietro Mazzoleni, studenti della 3^A Linguistico e 4^BU Scienze Umane del Liceo Berto di Mogliano Veneto

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