La vittoria a Caterina Munari del Da Vinci
Svelata la classifica dell’edizione 2024 del concorso dedicato al celebre direttore de Il Gazzettino ed editorialista del Gruppo Espresso: tra i tanti ragazzi dell’ultimo anno degli istituti superiori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia che hanno partecipato, la Giuria ha scelto “(Non) è Cosa Nostra” (primo posto) di Caterina Munari, del Liceo Scientifico “Leonardo da Vinci” di Treviso, “Le mafie a Nordest: una presenza inquietante” (secondo) di Matteo Cunial del Liceo Economico Sociale – Istituti Paritari Filippin di Pieve del Grappa (Treviso), e “Le mafie non uccidono più” (terzo) di Caterina Orso, dell’Istituto Superiore “Antonio Scarpa” di Motta di Livenza-Oderzo (Treviso).
I tre vincitori sono stati selezionati fra settanta concorrenti, provenienti da ben 20 istituti del Veneto e del Friuli Venezia Giulia: una vittoria, quella dei tre studenti trevigiani, che ha anche un grande valore educativo e un ritorno non solo reputazionale per gli istituti di provenienza. Per la prima volta, infatti, il concorso ha assegnato anche il Premio Speciale della Regione del Veneto agli istituti scolastici dei vincitori, importi in denaro che la scuola dovrà destinare alla promozione della cultura della legalità e alla lotta alle mafie, attraverso azioni ed interventi specifici, come ad esempio l’acquisto di libri, l’organizzazione di eventi, la realizzazione di approfondimenti didattici.
La prima classificata Caterina Munari, autrice di “(Non) è Cosa Nostra”, propone una riflessione sulla scarsa percezione che i veneti hanno del fenomeno mafioso e sulla loro dubbia volontà di prendere atto di quanto permei la realtà economica del Nordest. Lo fa partendo da una semplice e personalissima indagine statistica condotta fra i compagni di scuola: quanti sanno chi sono stati Falcone e Borsellino? La risposta sembra scontata, ma il 22% degli intervistati non ha saputo rispondere correttamente o non ha saputo rispondere affatto. Una difficoltà che Munari mette in relazione con quella dei tanti adulti che non vogliono fare i conti con la realtà e che apre la porta a un’amara riflessione: “Se ora sono in 131 a non sapere la storia di Falcone e Borsellino, la prossima generazione in quanti saranno?”.
La premiazione e la consegna delle tre borse di studio da utilizzare per sostenere gli studi universitari, un riconoscimento che rispetta la vocazione formativa dell’Associazione e del Premio, e quella dei premi speciali della Regione, sono state precedute dalla conversazione sul palco tra il procuratore capo di Venezia, Bruno Cherchi, il giornalista Domenico Basso e i tre vincitori e aspiranti giornalisti che, prendendo spunto dalle riflessioni che Giorgio Lago fin dal 1987 ha dedicato al tema delle infiltrazioni mafiose nel tessuto economico del Nordest, si sono confrontati su come sono cambiate le organizzazioni criminali, come hanno permeato il territorio e su come le affrontano politica e istituzioni.
“Nel contrasto alle mafie – ha messo in evidenza il procuratore capo di Venezia Bruno Cherchi – sicuramente è importante l’appuntamento annuale con Giornata della legalità, che consente di richiamare l’attenzione sulla problematica delle mafie, ma ancor di più lo è, in particolare per le nuove generazioni, l’esempio quotidiano delle generazioni precedenti: deve passare il senso della comunità e dello Stato, fondamentali per qualsiasi tipo di crescita e soprattutto per contrastare ciò che attacca l’organizzazione sociale”.