Partiamo con Erasmus+

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The volume map of the European Union on the flag. 3d rendering.

Apriamo la nostra mente!

Salve a tutti! Sono una ragazza che a breve partirà per un’esperienza all’estero e sono qui a scrivere proprio per condividere questa mia prossima avventura.

Leggendo tra i vari articoli che si trovano in rete, vi era uno che parlava della felicità nei vari paesi, l’Italia è al 41° posto. Questo è dovuto a diversi aspetti come l’impatto negativo che ha avuto il Coronavirus sui giovani e al fatto che le fasce sopra i 30 anni sono più felici rispetto alla nostra.

Un articolo di poco interesse all’inizio, se non che, nei correlati, c’era un report dell’Unicef dove trattava di come tra i giovani l’ansia aumenti sempre di più avvolgendo tutti, che sia legata al futuro incerto e al mondo del lavoro in attesa che ne varchiamo le porte, oppure al cambiamento climatico o ai vari conflitti attuali, fatto sta che diventa così tutto più complicato, una nebbia che ci offusca la visione. Se poi si aggiungono i messaggi negativi e incessanti, uscirne incolumi diventa un’ardua impresa.

E così ecco che mi pongo una domanda: “Io, sono felice?”, mi sono sentita abbastanza sciocca sul subito, ma poi, in fin dei conti ero da sola tra le mura della mia camera, potevo anche permettermi di concedermi del tempo a pensarci.

L’esito è stato: “Infelice sicuramente no, ma sto cercando qualcosa di diverso, quello che sto vivendo non mi basta, non mi piace per alcuni aspetti, per altri mi soffoca, ma è anche vero che nella mia comfort zone ci sto proprio bene, perché uscirne? Perché rischiare? E’ un mondo che ci tiene al guinzaglio con la paura, il cui unico motivo è farci sottostare ad un’idea o ad un’altra, ma se volessi vivere la mia vita? E se ci fosse qualcun altro che la pensa come me, ma ha avuto più coraggio?” E così ho cercato in internet e nei social uno spunto di partenza.

Sento di voler viaggiare, di conoscere nuove persone, di provare le tradizioni di una nuova cultura e soprattutto di essere indipendente al 100%!

Sono anni che mi frulla in testa e ormai è diventato un bisogno. Durante l’estate di solito ho sempre insistito per fare camp di una o due settimane, conoscere gente nuova, ma in contesti decisamente “protetti”, a volte anche troppo. I camp sono stati comunque un trampolino di lancio, il via ad un percorso che non voglio finisca così.

Ebbene, ho scoperto che si può viaggiare in Europa gratis, con persone di paesi diversi, dedicandosi a progetti sull’ambiente, sui diritti umani, su noi stessi che forse è proprio quello che ci serve all’inizio, aprirci al mondo e, già che ci siamo, perchè no? Migliorarlo!

Io non voglio essere solo italiana, io voglio essere cittadina del mondo, sentirmi a casa in ogni luogo, non considerare le differenze culturali come una barriera ma un arricchimento, non aver paura di non essere in grado di esprimermi correttamente, un modo lo troverò!

E così ecco che cercando arrivo a scoprire il sito dell’Erasmus +, e della possibilità per i giovani di diversi paesi di incontrarsi e vivere assieme dai 5 ai 21 giorni per lavorare su progetti comuni. Gli scambi non sono in ambiente scolastico e le attività sono le più diverse, dai laboratori agli sport, dai dibattiti ai giochi di ruolo e molto altro ancora. Si parlerà in lingua inglese, ma non è richiesto un livello, capirsi sarà una sfida da accogliere a braccia aperte.

Ecco che mi trovo qua per spiegarvi un po’ come funziona per permettere anche a voi di sfruttare questa possibilità.

Gli scambi sviluppano abilità, favoriscono l’apprendimento interculturale, abbattono i pregiudizi e soprattutto stimolano l’impegno nella società, perché noi siamo il futuro di essa, e se vogliamo che migliori, il cambiamento deve partire da noi.

Attenzione però, per fare questo tipo di esperienza bisogna avere un requisito fondamentale: essere versatili. Bisogna sapersi adattare a tutto, come vi dicevo prima, essere aperti e pronti a buttarsi a capofitto in queste esperienze uniche. Lo sottolineo perchè non dovete aspettarvi un hotel 4 o 5 stelle, ma di tutto di più, come per esempio un ostello, un hotel (sì ok, ma non chissà che), dei bungalow e anche piccoli alberghi, insomma, una sorpresa. La giornata poi sarà piena di lavori, intensa di attività volte a portare un’atmosfera di fiducia e amicizia tra i ragazzi. Di conseguenza il metodo è: si impara mettendosi in gioco. Tutto torna a quest’ultima frase. Avete un sacco di possibilità di scelta come paesi, ovviamente, che sia chiaro, solo quelli dell’Unione Europea.

Ed è con la curiosità che vi lascio, ci rivedremo alla prossima dove vi parlerò della mia esperienza di ricerca. Ciaoo!!

Anonima

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