L’anno all’estero è un’esperienza bellissima che ho avuto la possibilità di fare e che sicuramente mi darà tanto nella vita, ma può anche essere una sfida difficile da affrontare certi giorni. Infatti andando via dalla mia dolce e comoda casa non pensavo di incontrare così tante differenze con quello a cui ero abituata e, devo ammettere, sono anche arrivata a sentire la mancanza della scuola di cui mi lamentavo tanto prima. In ogni caso, mi trovo ancora in Inghilterra e per ora non sono tanto rassicurata all’idea di riprendere il greco e il latino… Soprattutto sapendo che qui, al posto di fare 12 o 13 materie, sto seguendo solo 3 corsi (e mezzo).
Come funzionano le materie?
In Inghilterra e in particolare nella mia scuola, da quello che chiamano “Year 12”, che è il penultimo anno per loro, ogni studente sceglie 3 materie tra l’elenco di quelle disponibili e una mezza materia tra “Core Maths” e EPQ. In quest’ultima lo studente deve scegliere un tema e scrivere un testo di 5000 parole durante l’anno rispondendo ad una domanda posta da lui stesso. Sono anche previste delle lezioni in cui viene insegnato come scrivere il testo, che tipo di fonti utilizzare, se il tema scelto è appropriato o no (per esempio non si può scegliere un tema che potrebbe essere affrontato in una delle materie scelte dallo studente o fare domande su temi che non hanno un reale fondamento) ecc. Core Maths è invece matematica che affronta temi “più semplici” della matematica “A-Levels”.
Cosa sono gli “A-Levels”?
Prima di spiegarvi questo, tengo a farvi sapere che quando ho dovuto scegliere le mie materie neanche io ci capivo molto, non sono neanche riuscita a capire che dovevo scegliere la mezza materia e mi hanno messo EPQ, senza neanche dirmi di cosa si trattasse (devo dire però che sono molto felice di farla, soprattutto vedendo quanto gli alunni di Core Maths sembrino disperati, mentre noi non facciamo quasi niente). Insomma, tornando ai nostri “A-Levels”, questi sono le materie “normali”, come matematica e lingua inglese, ma anche psicologia e… fotografia. Poi ci sono anche altre materie definite BTEC, come “Business” o “Health and Social Care” e altre due materie che non saprei assolutamente definire (so solo che una è criminologia). Per dirvela tutta, non ho idea di cosa rappresentino, ma, se dovessi comparare all’Italia, le ultime penso sarebbero piuttosto materie delle scuole professionali mentre gli A-Levels potrebbero essere le materie dei nostri licei, solo molto diverse.
Cos’altro facciamo?
Oltre a queste materie abbiamo, ogni ultima ora del mercoledì, “Enrichment”, che cambia ogni tre settimane per noi e alterna tra molti sport, primo soccorso, preparazione per la rappresentazione teatrale di fine anno (non recitiamo ma aiutiamo con le decorazioni e altro), lingua dei segni ecc. Lo studente può anche scegliere di far parte della squadra di calcio, pallavolo o rugby e farlo ogni volta. Infine iniziamo sempre la giornata con mezz’ora di “Tutor”, un’ora in cui viene fatto l’appello e ci sono date le principali informazioni della scuola, come un’attività prevista dalla scuola, un cambio in una giornata o altro; a volte al posto di Tutor abbiamo un’assemblea. Dopo che sono state date le informazioni generali facciamo ogni giorno un’attività diversa, che però rimangono le stesse nelle settimane (possono essere lezioni di prevenzione, momenti di studio in cui insegnano nuovi metodi o lettura in cui lo studente sceglie se leggersi un libro o ripassare ecc.)
Come funziona per i compiti?
Oltre a tutte queste belle materie, nella mattina abbiamo anche ore libere e ore di “directed study”. In quest’ultima dobbiamo andare in una classe dove ognuno ha il suo piccolo spazio di studio, con un computer e dei muri sul tavolo che separano ogni studente. È obbligatorio andare in quella classe durante quell’ora, in cui in generale si fanno i compiti, si studia o, se proprio non c’è più niente da fare, si legge. Certo, anche se è vietato parlare e usare il telefono, molti studenti si divertono con gli amici, facendo arrabbiare la prof, che nella mia scuola è sempre la stessa, Miss Thompson (gli studenti inglesi possono essere insopportabili, non sapete quanto). Queste ore sono molto comode e ti permettono di avere i pomeriggi più liberi: io per esempio mi ritrovo spesso con pochi compiti una volta a casa, dato che uso anche le mie ore libere a scuola per farli. Se però non hai fatto i compiti e il tuo insegnante ti ha dato il così detto “catch up” (pronunciato ketchup, cosa che ci ha fatto molto ridere all’inizio, soprattutto perché continuavano a ripeterla e non riuscivamo mai a capire) puoi finire in quella stessa classe di “directed study” nel pomeriggio. Di solito dura 1 ora, ma può anche andare fino a 2 ore se continui a non fare niente. Ti può anche capitare un “catch up” se ti sei comportato male in classe o nella scuola e, ovviamente, ci finisce sempre la stessa gente. Nonostante tutto non è escluso per nessuno di averne uno, anche se sei generalmente molto bravo a scuola.
Come studiano gli inglesi?
Il modo di studiare in Inghilterra e Italia è molto diverso: infatti qui danno meno importanza alla conoscenza in sé ma preferiscono dare importanza al modo in cui la applichi. Generalmente ti sarà chiesto di studiare le definizioni più importanti e i concetti chiave, ma ti verrà chiesto di saperli usare per scrivere un testo in risposta ad una domanda. Questo testo è strutturato in modo un po’ particolare e cambia in base al punteggio (per esempio, in certe materie bisogna scrivere 3 o 4 paragrafi per un testo a 20 punti e 2 per uno a 10 punti). Inoltre, nella maggior parte delle materie, ogni paragrafo deve avere la struttura PEEL, PEAL o PEAEL in base all’insegnante e all’argomento. La lettera P sta per “point” (viene preso appunto il punto che verrà sviluppato), la prima E per “evidence” (viene spiegato il concetto), la A per “apply” (il concetto viene “applicato” alla realtà con un esempio o citando uno studio), la seconda E per “evaluate” (l’alunno giudica il concetto, difendendolo o criticandolo, oppure lo approfondisce) e infine la L per “link” (quello che è stato appena scritto viene usato per sostenere la propria risposta alla domanda iniziale). Questi testi sono molto importanti per i ragazzi in Inghilterra dato che costituiscono le loro prove per gli esami che hanno, generalmente, ogni fine anno.
Quali sono le principali differenze per me?
Le differenze tra la mia vita in Italia e quella in Inghilterra sono tante. Innanzitutto per la differenza di materie: in Italia faccio il classico Esabac (scelta tremenda) mentre qui ho preso sociologia, letteratura inglese e matematica (che tra l’altro sono, queste due ultime, diversissime da quello a cui sono abituata); poi, come ho detto prima, mi hanno messo EPQ. Inoltre la differenza nei compiti è enorme, dato che in Italia avevo l’impressione di fare solo questi, mentre qui, anche se sono lunghi, mi sembrano molto più leggeri, soprattutto perché sono solo per tre materie e ho la possibilità di svolgerli nella mattina a scuola. Tuttavia qui usciamo molto più tardi: nella mia scuola usciamo quasi ogni giorno alle 14:55 (o all’ora di pranzo tra le 13:15 e le 13:55 se hai l’ultima ora libera), però iniziamo alle 8:20. Dovrei dire che è molto bello cominciare così tardi ma personalmente preferisco finire prima, soprattutto per il fatto che qui ceniamo molto (troppo) presto, quindi ho sempre l’impressione di non avere tempo nella giornata. Al Canova, uscivo generalmente tra le 12:50 e le 13:50, solo una volta a settimana alle 15:10, ma almeno sapevo che non avrei cenato fino alle 20:30/21:00, per cui avevo tutto il pomeriggio davanti a me (anche se in questo facevo principalmente compiti…). Qui invece ceniamo attorno alle 18 e le mie amiche inglesi mi dicono di cenare al più tardi alle 19… Certo poi loro fanno tutto dopo cena, ma io ho semplicemente l’impressione che sia finita la giornata. Parlando di cibo, gli inglesi mangiano generalmente ad ogni singolo pranzo un panino, anche durante il weekend. Devo ammettere che questa cosa mi deprime, anche perché il cibo proposto a mensa fa così schifo che preferisco non mangiare proprio (sono riusciti anche a fare patatine che sanno di carta…). Il fatto che qui non sappiano cucinare e mi ritrovi forzata a buttare via i panini preparati dalla mia mamma ospitante non aiuta (vi giuro che ho cercato di mangiarli, ma non sono proprio commestibili). Per cui io qui ho sempre fame; in realtà vedo che è così anche per gli studenti inglesi stessi che mangiano costantemente a scuola tra le ore o durante le pause e nelle ore libere: è anche importante sapere che qui, durante i pasti, mangiano quantità che non basterebbero neanche per un neonato.
E invece come si fa per le classi?
Un’ultima differenza è quella riguardante le classi, sia riguardo al posto fisico che agli studenti che incontri. Prima di tutto bisogna sapere che le superiori inglesi vanno dall’anno 7 (con studenti di 11/12 anni) all’anno 11 o 13. Gli ultimi due anni, 12 e 13, sono parte del “College” o della “Sixth Form” e si ritrovano solo in certi posti (non c’è molta differenza tra i due ma puoi scegliere andando in specifiche scuole). Detto questo, posso ora dirvi come funzionano le classi: mentre da noi entriamo la mattina in classe e non ne usciamo praticamente più per tutta la giornata, per ogni lezione in Inghilterra bisogna cambiare classe, spesso anche edificio se sei in una scuola grande. Generalmente, ogni materia è associata ad un edificio specifico, come quello “scientifico” con anche le materie informatiche, o il dipartimento di inglese (che è quello più lontano, mi servono 5 minuti per arrivare all’edificio della “Sixth Form”, che è quello riservato ai più grandi, dove mangiamo e ci risposiamo), quello di arte, quello di sociologia, psicologia e materie simili, il teatro, la palestra ecc. Per cui ti puoi ritrovare a camminare anche sotto la pioggia tra una materia e l’altra, o a dover cambiar classe anche se hai la stessa materia, dato che abbiamo in generale due insegnanti per materia. In generale io mi ritrovo ad aver più o meno le stesse classi, ma di matematica puntualmente spuntano fuori classi di cui non hai mai sentito parlare neanche dagli insegnanti.
Ma è così brutto in Inghilterra?
So che sembra che mi lamenti tanto, ma vi giuro che mi sta piacendo un sacco quest’esperienza e, per dirvela tutta, rimarrei anche più tempo quando mi ricordo cosa devo affrontare una volta tornata al Canova. Devo anche dire che le materie che faccio qui mi piacciono tantissimo, in particolare sociologia e letteratura inglese (il modo in cui le affrontano qui è molto interessante devo dire). Poi in generale mi sto divertendo tantissimo e continuo a incontrare sempre persone nuove, anche da paesi diversi. In conclusione, l’unica cosa che posso affermare con sicurezza è che sono molto fortunata ad aver avuto questa possibilità e non la cambierei per niente al mondo. So con certezza che può solo essermi utile.
Héloïse (Liceo Canova)