Dall’80^ Mostra del Cinema di Venezia
Dopo The Orphanage, The Impossible, Jurassic World: Il regno distrutto, il regista Juan Antonio Bayona, in una coproduzione Spagna-Uruguay, adatta una storia vera già portata sullo schermo due volte: “I sopravvissuti delle Ande”, un film messicano del 1976 ed “Alive. Sopravvissuti” (1993) con un giovanissimo Ethan Hawke. Il cineasta spagnolo ha adattato l’omonimo libro di Pablo Vierci, che raccoglie le testimonianze reali di 16 sopravvissuti al catastrofico evento: il disastro aereo sulle Ande del 1972, con a bordo, oltre all’equipaggio, una squadra di rugby diretta in Cile per una partita, con al seguito alcuni parenti e amici. È quindi la drammatica vicenda di sopravvivenza di un gruppo di giovani catapultati a oltre 6.000 metri in un ambiente fra i più ostili del continente e del pianeta intero, che devono lottare contro un ambiente ostile, oltre che contro sé stessi. Tramite la voce narrante di un sopravvissuto, si resta incollati per due rore davanti allo schermo per vedere l’evoluzione di una storia che più va avanti e più scava negli anfratti dei nostri istinti primordiali, facendo riflettere su quale possa essere il prezzo da pagare per la sopravvivenza. Nel film viene data molta importanza all’elemento di gruppo, all’affiatamento e all’affetto fra questi compagni di spogliatoio, che si organizzano come una comunità, in condizioni così estreme, in cui l’aiutarsi si unisce all’istinto che spinge a rimanere in vita, a qualsiasi costo, prendendo anche le scelte più dolorose per salvare il maggior numero possibile di vite.
Dopo la presentazione alla Mostra del Cinema di Venezia, il film è stato selezionato per rappresentare la Spagna agli Oscar 2024 e ha vinto l’Audience Award al San Sebastian Film Festival nella sezione Perlak, dove ha ottenuto la votazione più alta della storia del premio. Il cast è composto da attori dell’Uruguay e dell’Argentina, molti dei quali alla loro prima esperienza cinematografica. Il lungometraggio uscirà in alcuni cinema selezionati il prossimo dicembre, per essere poi disponibile sulla piattaforma Netflix dal 4 gennaio: da vedere.
Susanne Furini