50 ragazzi e un’esperienza indelebile
Viviamo in un periodo storico dove si parla spesso di queste “nuove generazioni”. C’è chi li definisce fannulloni, che non si alzano dal divano, senza voglia di fare né di lavorare.
Viviamo in un’epoca in cui ci vuole coraggio. Coraggio di prendere decisioni, di andare contro corrente, di trovare la propria strada, di combattere per le proprie idee. E ad aprile di quest’anno 50 ragazzi delle scuole superiori della regione Veneto hanno avuto coraggio.
“Il viaggio umanitario è un viaggio alla scoperta di umanità nel vero senso della parola, ti imbatti nella molteplicità delle sfaccettature dell’essere umano. Le persone che incontri sono la più grande ricchezza che ti porti dietro.”
[Sofia, 18 anni]
“Un viaggio Umanitario? Beh è qualcosa da cui torni cambiato. Torni con più consapevolezza, voglia di conoscere e di renderti utile. Ma soprattutto capisci che, se credevi di partire per dare qualcosa, sei tu ad aver ricevuto. È un’opportunità per condividere con gli altri delle emozioni che poi ti restano nella testa, nella pancia e nel cuore per sempre. È un’esperienza che ti fa sentire vivo, ti fa ridere, ti fa piangere, ma ti dà la forza di fare sempre un sorriso. È qualcosa per cui sarai per sempre grato.”
[Giorgia, 16 anni]
“Per me il viaggio umanitario è un’opportunità di scoprire tante cose nuove, ma soprattutto di scoprire te stesso. È l’opportunità di trovare in degli sconosciuti un’anima affine alla tua e anche di trovare persone che ti danno tutto ciò che hanno, anche se di loro hanno ben poco. È l’opportunità di andare oltre i propri limiti e di trovare la forza in chi ci sta accanto, anche essendo a centinaia di chilometri da casa. È un’opportunità unica, da cogliere al volo.”
[Linda, 17 anni]
Sono queste le parole con cui tre delle studentesse di ritorno dal viaggio umanitario raccontano l’esperienza.
Austria, Repubblica Ceca, Polonia, Ungheria, sono molte le tappe che ha percorso la corriera in partenza da Treviso il 22 aprile.
Abbiamo espresso un desiderio sul ponte di Praga, abbiamo ballato nelle piazze di Cracovia e ascoltato le parole di chi vive e ha vissuto la storia di questi luoghi, ci siamo recati ai campi di Terezín e Auschwitz, in occasione del 25 aprile, perché la storia non rimanga solo sui libri.
Ci siamo confrontati con l’associazione giovanile Pontes, che ci ha presentato le realtà di volontariato per i ragazzi della Polonia, a Katowice abbiamo fatto visita all’ospizio Cordis e all’associazione Seven, che ci ha raccontato delle loro attività con i ragazzi disabili, siamo stati accolti dalla casa per anziani gestita dalle suore di Rzeszow, abbiamo ballato con i bambini della scuola elementare János Pál di Ozd, e abbiamo lasciato alcuni aiuti umanitari alla Caritas di Rzeszow, dove alcuni profughi ucraini con la voce spezzata ci hanno raccontato la loro storia.
Abbiamo allargato la Rete attraverso i gemellaggi con la scuola Křesťanské gymnázium Kozinova di Praga e il liceo Ogólnokstałcące di Katowice, che ci hanno insegnato a ballare la Mazurca e qualche nuova parola nelle loro lingue.
E infine, girando in battello sul Danubio abbiamo ammirato Budapest illuminata dai riflessi notturni. Quell’ultima sera chi era partito da solo ormai non lo era più. Quando siamo scesi dalla corriera, eravamo consapevoli che non si può riuscire a raccontare il viaggio a chi non l’ha vissuto con noi.
Partire è stancante, faticoso, ti richiede tempo ed energie. Eppure non c’è stato un solo ragazzo che il giorno della partenza non si sia presentato con il suo pacco di aiuti umanitari, consegnato poi personalmente nelle mani di chi con gli occhi lucidi ci ha ringraziato. E certi sguardi non si dimenticano.
Per partire ci vuole coraggio, sai di tornare diverso. Sai che tutte le persone che incontrerai, in qualche modo, ognuno a modo suo, ti lasceranno qualcosa d’indelebile. E tornare alla vita di prima sembra quasi impossibile.
E a chi ancora crede che i ragazzi non abbiano voglia di fare vi avanziamo un invito: partite con noi. Venite a vedere. Perché ci sono ragazzi che sarebbero pronti a risalire sulla corriera anche subito.
Ovunque sarai, ovunque saremo, saremo parte della Rete.
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