Due pianeti e un unico polo gravitazionale
Quando si parte il gioco de la zara,
colui che perde si riman dolente,
repetendo le volte, e tristo impara;
con l’altro se ne va tutta la gente;
qual va dinanzi, e qual di dietro il prende,
e qual dallato li si reca a mente;
È con questi versi che si apre il sesto canto del Purgatorio della Divina Commedia di Dante Alighieri, poeta che più di ogni altro ha saputo racchiudere tutto lo scibile dell’epoca all’interno della sua opera.
Ne emerge, quindi, anche quello che un tempo era il gioco della zara, passatempo svolto nelle strade e nelle taverne, e che ha dato i natali al moderno gioco d’azzardo. Il nome zara, infatti, deriverebbe dall’arabo “zahr”, ossia dado e consisteva per l’appunto nel lancio di tre dadi, in cui il giocatore doveva indovinare la somma che sarebbe uscita dal loro esito.
Partendo da queste premesse, noi studenti della 4^ A del liceo scientifico matematico, abbiamo cercato di approfondire il mondo del calcolo delle probabilità che si celano dietro il risultato dei dadi, in particolare dietro questo gioco. Cercando di capire dapprima perché certi numeri abbiano una probabilità d’uscita maggiore rispetto agli altri, grazie al calcolo combinatorio, abbiamo determinato che le diverse percentuali di ogni somma si basano sulle possibili combinazioni e le permutazioni di ciascuna.
Ad approfondire la nostra iniziale ricerca è stato fondamentale l’intervento di un dottorando presso l’Università degli Studi di Padova, che in primis ha gettato luce su quanto concerne la logica nelle percentuali e in seguito ha presentato un approfondimento riguardante il concetto di “passeggiata aleatoria” e “moto Browniano”, evidenziando anche i suoi usi nell’insiemistica ed in altre casistiche. Un aspetto molto importante, però, ci ha fatto capire: il mondo del gioco d’azzardo è in realtà un rischio svantaggioso in quanto, percentuali alla mano, si nota come le possibilità di vittoria siano alla lunga inferiori.
Ad esempio nel gioco della zara, l’esito più frequente, ovvero il 10 e l’11, dispone di una percentuale di uscita pari al 12,5%, avendo dunque poco più di una possibilità su dieci della sua comparsa. Ecco l’invito a non giocare d’azzardo.
Grazie a questo incontro abbiamo anche potuto comprendere al meglio come il calcolo delle probabilità risulti essere un campo ancora inesplorato alla mente dei più, poiché perfino fenomeni banali hanno una logica determinabile. Interessante anche il richiamo a Dante, non solo perché ci dimostra la longevità di questo gioco, ma anche che a volte la matematica può trovare riscontro nella letteratura.
L’attività laboratoriale “Dante e la matematica”, ci ha portato infatti a scoprire altre correlazioni tra la Commedia e la matematica, come nel discorso logico del nero cherubino (Inferno XXVII) o nella numerazione degli angeli (Paradiso XXX).
Queste sono solo alcune delle attività laboratoriali previste nel liceo scientifico matematico del Liceo statale Giuseppe Berto di Mogliano Veneto, indirizzo nel quale, attraverso approcci laboratoriali, si cerca di applicare lo studio della matematica in un’ottica di trasversalità con le altre discipline e con gli aspetti della realtà che ci circonda.
Tommaso Bortolato e Simone Bottaro 4^A Scientifico – Liceo statale G. Berto