Pigmalione in classe e l’esperienza sui 5 biases più comuni

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TECNICHE DI COMUNICAZIONE ALL’ALBERINI

PIGMALIONE IN CLASSE
Questo mito mi ha colpito perché innanzitutto mi ha dato lo spunto per dedicarmi alla mia grande passione: il disegno artistico.

In secondo luogo mi ha fatto capire che questa dinamica accade anche tra noi studenti e i professori.

Infatti se un docente ci stima, allora si rivolge a noi in modo da trasmetterci tra le righe un messaggio incoraggiante: “TU SEI OK” …E noi ci convinciamo che ce la possiamo fare, saremo capaci anche di impegnarci per migliorare.

Quando invece i professori non ci stimano, ci rivolgono frasi opposte (che trasmettono emozioni negative legate all’idea che NON SIAMO OK) usando un preciso tono della voce e sguardi completamente diversi, allora noi ci comporteremo come si aspettano da noi: cioè “male”, ci arrendiamo, … e loro confermeranno l’idea negativa che avevano di noi. Sembra incredibile, ma accade sul serio. Un esperimento nelle scuole americane lo ha dimostrato. (Rosenthal e Jacobson)

Sarebbe bello spezzare questo circolo negativo… per lavorare insieme con più fiducia e stima reciproca.

Leonardo Delfini e Matteo Righetto (classe 4F)

LA MIA ESPERIENZA SUI 5 BIASES PIÙ COMUNI

Overconfidence bias (eccessiva fiducia in sé stessi)
Mi è capitato che durante un allenamento in bici, mi sentivo così sicura a fare una discesa che non ho preso bene i calcoli e sono caduta brutalmente facendomi abbastanza male.

Confirmation bias (bias di conferma)
Mi è capitato più volte che quando litigavo con una persona, l’amico di quella persona si limitava a sentire solo le sue ipotesi senza voler tenere in considerazione evidenze contrarie.

Self-serving bias (merito personale vs colpa altrui)
Mi ricordo ancora, la data era l’8 luglio 2015, la prima volta che in una gara ho vinto, sono arrivata prima. Però non è stato tutto merito mio, ringrazio molto gli allenatori che mi hanno allenata bene, l’incoraggiamento del pubblico durante la gara che mi è stato d’aiuto e soprattutto sono grata ai miei genitori che mi hanno portato nel posto e sostenuto in questo sport, perché se loro non mi avessero accompagnato molto probabilmente non ci sarei potuta andare e sicuramente non avrei vinto.

Halo effect (Effetto alone)
È successo che quando andavo ad allenarmi in palestra, l’allenatore di palestra oltre a darmi consigli sulla palestra, mi dava anche consigli sull’alimentazione che per quando possano essere utili può darsi che non sono veri al 100% perché lui dopotutto non è un nutrizionista.

Pygmalion effect (Effetto Pigmalione)
Sempre in gara qualche anno fa mi è capitato quando facevo parte di una squadra diversa da quella attuale, che la maggior parte degli allenatori mi incoraggiavano in modo che potessi metterci tutta me stessa come giusto che fosse; ma c’era un allenatore che, invece di incoraggiarmi e di incitarmi, usava frasi del tipo: “Smettila di andare a prendere il pane, sembri mia nonna, anche peggio!!!” oppure: “ Guarda che sei in gara mica in passeggiata!” mentre in realtà stavo dando il massimo. Quando mi diceva queste frasi ovviamente la grinta che avevo svaniva piano piano e secondo me non è una cosa molto buona e piacevole da dire ad un’atleta. Infatti ancora oggi me le ricordo bene, non essere stimati da un adulto non è affatto piacevole.

Camilla D’Este (classe 5H)

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