Stoner

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Di John Williams

Nell’introduzione redatta per questo romanzo da John Mcgahern, lo scrittore irlandese fa riferimento a un materiale di base non promettente, la storia di un’esistenza che ad occhi esterni parrebbe piatta e desolata. Quasi con meraviglia espone la grandezza insita nelle pagine di John Williams, evidenziando il fatto che dalla narrazione di una vita così semplice e comune l’autore sia riuscito a tirar fuori il dramma, il pathos che spetta alle grandi vicende. Di cosa parla, in effetti, Stoner? Di un misero insegnante universitario ostacolato nella sua carriera, e di un marito impotente di fronte ai capricci e alle angherie di una donna che non ama più. Forse non è altro che il miracolo stesso della letteratura, dell’ottima letteratura, saper trasformare la vita più comune in uno spettacolo, ma vi trarrei in inganno se vi dicessi che “Stoner” è solo un buon romanzo. Del resto, un bravo autore non dovrebbe mai mentire nel suo incipit, attenendosi fedelmente alla promessa fatta nelle prime righe:

“William Stoner si iscrisse all’Università del Missouri nel 1910, all’età di diciannove anni. Otto anni dopo, al culmine della Prima guerra mondiale, gli fu conferito il dottorato di ricerca e ottenne un incarico presso la stessa università, dove restò a insegnare fino alla sua morte, nel 1956. Non superò mai il grado di ricercatore, e pochi studenti, dopo aver frequentato i suoi corsi, serbarono di lui un ricordo nitido.”

Ecco, non c’è ombra di menzogna nello scoraggiante inizio di Stoner, ma l’autore incontrovertibilmente sembra divertirsi a smontarlo pezzo per pezzo nel corso del romanzo, mostrando che dietro il tessuto liso e ingrigito c’era manco a dirlo, colorata lana d’alpaca! “Stoner” di John Williams è una lode alla vita di ogni giorno, all’esistenza e al passare ineluttabile del tempo che pian piano ci divora. E’ anche un elogio alla cultura, alla scuola, al mondo universitario che come professore l’autore ha frequentato in prima persona per trent’anni della sua carriera. Non da ultimo, Stoner è un’intensa storia d’amore.

“Bill” Stoner è una creatura di terra, ha le mani di un lavoratore che sa che dai suoi sforzi dipenderà la quantità di cibo sulla tavola. Il carattere stoico, che ben si sposa all’espressione apatica, lo seguirà all’università e ne rimarrà parte integrante anche dopo aver sostituito gli strumenti dell’agricoltore con quelli del letterato. Già questo suo modo di condursi lo rende un eroe, un tipo di eroe che non possiamo non amare, perché lo riconosciamo in parte quando ci guardiamo allo specchio. E’ l’eroe che trova una ragione di alzarsi al mattino e di combattere, con gli strumenti che ha a disposizione, le battaglie che sceglie di affrontare e quelle in cui si trova trascinato suo malgrado, ed è l’eroe che decide di rialzarsi dopo essere inciampato in un ostacolo non previsto. A volte sembra che Stoner si faccia guidare dagli altri con languido sopore, un peso inerte nella corrente, ma quando più conta emerge con vigore sulla carta un protagonista eccellente, capace di sorprendere e di sorprenderci per la forza della sua passione e delle sue prese di posizione e per la capacità di radicarsi in esse nonostante il pericolo. Stoner è la biografia romanzata di un personaggio non banalmente dipinto, ma scolpito con tremenda precisione, con intensità tale da avere l’impressione, una volta chiuso il libro, di aver conosciuto quest’uomo in ogni suo spigolo, e di averlo compreso meglio di quanto potremmo mai comprendere noi stessi.

Non da meno, i personaggi che lo attorniano sono anime complesse, ricche e vivaci, a partire dal professor Archer Sloane fino agli amici e colleghi Dave Masters e Gordon Finch, dalla moglie-avversaria Edith al vero amore Katherine Driscoll, dalla figlia Grace all’acerrimo nemico Lomax… Tutti loro concorrono a costruire un articolato palcoscenico, e in questo palcoscenico, mentre la vita avanza lineare e inesorabile, William Stoner tenta di salvaguardare la grammatica delle emozioni tra gli sconquassi di due guerre mondiali, in una lotta continua tra bestialità e umanità, tra ignoranza e cultura.

Stoner di John Williams è, in una parola, un capolavoro. Ci narra l’introspezione, i valori, la gravità del ragazzo che diventa uomo e dell’uomo che invecchia, dell’uomo che ama, che soffre e che lotta, con gli altri e con sé stesso, fino a percepire di essere molto più del suo apparente fallimento.

Stoner è disponibile per la prenotazione e il prestito presso la Biblioteca Comunale “A. Zanzotto” di Treviso. Angela Siracusa

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