Cos’è la scintilla segreta della vita?

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“Soul” un film della Disney uscito nel dicembre del 2020 e subito piaciuto moltissimo al pubblico ed alla critica. Premiato come miglior film d’animazione dell’anno e miglior colonna sonora originale, candidato per molte altre onorificenze. Un film diretto dal genio di Pete Docter ed inserito nella categoria “Animazione per bambini”. Ma è davvero un film per bambini?

Analizziamo la trama. Il film racconta di un professore di musica di nome Joe il quale riesce ad avere finalmente un ingaggio nella band di una famosa jazzista. Questa sua passione per la musica gli è stata trasmessa dal padre, ma non era mai riuscito a sfondare, da qui la sua insoddisfazione pur essendo un docente in gamba stimato dai ragazzi. A causa di un incidente Joe, essendo in coma, conoscerà l’anima numero 22 nell’aldilà la quale aspetta di venire al mondo da migliaia di anni. Assieme i due protagonisti vivono molte esperienze nel mondo terrestre. Grazie alle vicende vissute 22 si innamora della vita. Joe invece conoscendo la piccola anima e viaggiando in una specie di “ante-mondo” capirà cosa significa realmente “vivere”.

Se si guarda attentamente il film si può riconoscere una certa somiglianza con una vecchia storia, raccontata in un vecchio il libro, scritto da un vecchio saggio: Il mito di Er inserito nel dialogo La Repubblica di Platone.

Tutto torna, due uomini ovvero Joe ed Er che vanno nell’aldilà, uno luogo misterioso, in questo luogo le anime scelgono cosa saranno in vita, scelgono il loro senso, il loro destino. Tutto fila liscio, l’impianto platonico è solido fino a che non succede qualcosa, o meglio qualcuno non dice qualcosa.

“La scintilla non è lo scopo della persona! Oh voi mentori e le vostre passioni, i vostri scopi, il senso della vita! Ah…così basici…”

Non vi dirò chi dice questa frase e quando la dice, ma è esattamente qui che il film si trasforma. Il destino non è cosa dell’uomo, o meglio l’uomo è destinato a trovare il piacere di vivere nelle cose, nelle persone ed in sé stesso. Questa via d’uscita molto epicurea cambia radicalmente il senso del film, il quale diventa da una ricerca incessante del proprio “talento” ad una critica della vita come misero talent show.

Nella vita non conta tanto il lavoro che FAI, ma COME lo fai… come ci fa comprendere il barbiere che avrebbe voluto fare il veterinario, ma in realtà si prende cura in ogni caso di un aspetto non trascurabile delle persone: mentre taglia i capelli apre un dialogo incentrato sull’ascolto dei clienti.

E si sente pienamente realizzato!

Ciascuno di noi può diventare una presenza efficace nel mondo qualsiasi sia il suo ruolo.

Federico Zanet 5IS (F. Besta)

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