I giovani e la storia

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I giovani e la storia, due semplici parole apparentemente così diverse, così lontane.

Una che sa di vecchio, di passato; una che sa di nuovo, di futuro; una che riguarda fatti già accaduti e l’altra fatti che ancora devono accadere.

L’idea di non “entrarci” nulla con la storia porta i giovani a detestarla, ad evitarla e a vederla come un semplice ostacolo da superare per raggiungere le vacanze estive.

…476 …1000 …1492 …1789… vengono visti come semplici numeri da imparare in vistagiovani-e-storia dell’interrogazione. Giulio Cesare, Carlo Magno, Cristoforo Colombo, Dante Alighieri, Hitler, Mussolini, Gorbaciov, vengono visti come dei personaggi quasi di un’altra specie, estranei provenienti da un altro pianeta, dimenticandosi quasi la loro appartenenza al genere umano.

Se noi giovani d’oggi provassimo a prendere consapevolezza che i personaggi storici sono anche loro degli esseri umani, forse potremmo imparare da loro qualcosa di utile, non solo per l’interrogazione di fine quadrimestre, ma anche per il resto della nostra lunga vita.

Se noi giovani d’oggi provassimo ad analizzare la storia con occhi diversi, forse, potremmo capire che l’essere umano cambia, si sviluppa, ma rimane pur sempre un essere umano, con le grandi qualità, ma allo stesso tempo con i grandi difetti che lo contraddistinguono.

Se noi giovani d’oggi provassimo ad analizzare la storia, forse potremmo capire che l’essere umano inventa, lotta, scrive, progredisce, per poi ricommettere sempre gli stessi maledetti errori.

Analizzando la storia, noi giovani d’oggi, potremmo capire che l’essere umano sacrifica la propria vita per ottenere la pace e poi, subito dopo ritorna a farsi la guerra, inoltre potremmo capire che la storia è un continuo ripetersi, in forma diversa, sempre degli stessi avvenimenti.

Tuttavia, non si può nemmeno addossare tutta la colpa del distacco creatosi tra i giovani e la storia ai giovani stessi. Infatti, delle volte noi giovani siamo disinteressati, però è anche vero che viviamo in un mondo frenetico in cui avviene tutto così in fretta da non darci neanche il tempo di capire cosa ci succede intorno ai giorni nostri, figuriamoci ai tempi di Cesare e Augusto.

Viviamo in un mondo in cui come sostiene E.T. Hosbawm nel suo famoso testo sul ‘900, “Il secolo breve”, la maggior parte dei giovani è cresciuta in una sorta “di presente permanente”, nel quale manca ogni rapporto originario con il passato, ma oltre a perdere il legame con il passato stiamo perdendo anche il legame con il presente e la cosa può diventare davvero pericolosa.

Invece di pensare sempre al futuro, noi giovani d’oggi, dovremmo imparare a vivere il presente utilizzando il passato come mentore per le scelte future.

La storia è sempre stata la migliore insegnante da cui l’essere umano, purtroppo, non è mai riuscito ad imparare, ma se Dio, o chi per esso, ci ha regalato il dono della memoria forse un motivo c’è…

Michele Levi Minzi 4BR
ITT MAZZOTTI

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