La scuola a teatro

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Da diversi anni l’Istituto G. Mazzotti accoglie il progetto “La scuola a teatro”. L’efficacia di questa iniziativa si è rivelata sempre più preziosa per la crescita della persona, al punto che questo anno si sono formati due gruppi di Laboratorio Teatrale, il primo costituito da 17 studenti di 1^ ha rappresentato “Isabella, tre caravelle e un cacciaballe” di Dario Fo, il secondo formato da 18 studenti dalle 2^ alle 5^, ha portato in scena “Sogno di una notte di mezza estate” di W. Sheakespeare. Entrambi hanno lavorato da ottobre a maggio con ottimi risultati.
Ma perché fare teatro?
Il teatro accoglie tutte le sfumature della persona senza “giudicarle” e fa’ di ciascuna un “gioiello” amplificando la loro espressione. Di conseguenza preserva la salute dell’individuo perché dà  apertura alle emozioni, rende il nostro corpo strumento e non gabbia delle emozioni.
Il teatro quindi guarisce una frammentazione della persona purtroppo ampiamente diffusa nella nostra società . Fare teatro vuol dire “stare nel corpo” come sostiene il Professore di pedagogia Marco Dallari, cioè, essere un’entità  armonica ed integra che sa unire vita e cultura, corporeità  e razionalità .
Come referente del progetto Il teatro a Scuola, ho avuto il privilegio di assistere alla progressiva crescita nei ragazzi che fanno teatro, soprattutto in quelli che lo fanno da diversi anni. Li ho visti gradualmente divenire più autentici, più capaci di gestire la comunicazione fisica e verbale in modo adeguato alle loro emozioni e più attenti all’ascolto degli altri e di sé stessi.
Durante la messa in atto dello spettacolo di Sheakespeare sembrava che le stesse parole pronunciate dai “giovani attori” avessero perduto il loro significato formale per acquisire, nella modulazione della voce, nuovi e pi๠vibranti significati. In conclusione mi sembra importante sottolineare che il teatro dà  vita alla lingua.
Con quelli più piccoli, d’altro canto, ho assistito ad una crescita davvero emozionante, proprio perché è stato più complesso trasmettere loro non solo il rispetto degli impegni (orari, studio delle proprie parti…) e dell’ascolto reciproco, ma anche la fiducia in sé stessi, la serenità  indispensabili per mettersi in gioco e superare gli insuccessi.
In entrambi gli spettacoli i ragazzi hanno saputo ricorrere alla propria creatività  per risolvere eventuali dimenticanze dovute alla tensione.
Per tutti questi aspetti posso concludere che nel teatro dei nostri ragazzi ritmo ed empatia, gioco e rispetto, benessere e bellezza, si fondono insieme come nella vita.
La referente del progetto
Isabel Lòpez – I.T.T. “G. Mazzotti”
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