Peer education

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Premiati dal Rotary i ragazzi dell’I.C. 5 Coletti

Bravissimi sì, ma anche in prima linea nel ruolo chiave di tutor a scuola, accanto ai compagni più in difficoltà con le materie o agli alunni con nulla o scarsa conoscenza dell’Italiano, perché da poco arrivati nel nostro Paese.

Premiati dal Rotary Club di Treviso lo scorso 11 dicembre dodici studenti della scuola secondaria dell’Istituto comprensivo Coletti, protagonisti da pieni voti del progetto Peer Education, l’insegnamento reciproco tra pari tra i banchi di scuola, dove un alunno insegna e l’altro impara.

A ciascuno il Rotary ha consegnato una borsa di studio per l’impegno dedicato al progetto nel corso dell’intero anno scolastico 2023-24.

Attraverso la metodologia didattica del Peer tutoring, gli studenti con un buon rendimento scolastico di partenza sono stati coinvolti in percorsi di affiancamento a compagni con diverse fragilità, offrendo loro non solo aiuto durante le ore di lezione in classe e nell’alfabetizzazione, ma anche un esempio concreto di empatia e di inclusione. Il tutto per un intero anno di scuola e un massimo di sei ore la settimana, a seconda delle necessità: “Gli studenti tutor sono stati selezionati dai  loro docenti e seguiti dai coordinatori di classe – spiega la preside dell’Istituto comprensivo Coletti Angela Ferraro che insieme al presidente del Rotary di Treviso, Sante Casonato, nell’auditorium dell’istituto ha consegnato le 12 borse di studio – A ciascun alunno sono stati assegnati due, tre compagni di scuola da affiancare in classe, o con bisogni educativi speciali o stranieri a zero Italiano. Tutte le materie in cui hanno dedicato il servizio di tutorato sono state registrate direttamente da loro in un apposito registro. Annotati anche gli argomenti dai ragazzi trattati e le attività svolte”.

Per chi ha bisogno, l’aiuto arriva dal compagno della classe accanto. Mentre da parte di chi aiuta, giunge l’esempio virtuoso che la sfida dell’analfabetismo emotivo tra adolescenti si può superare. Magari semplicemente sedendosi fianco a fianco sullo stesso banco, da una per insegnare e dall’altra per imparare: “In gioco non c’è solo la parte didattica – sottolinea la dirigente Ferraro – ma anche l’educazione all’empatia per contrastare l’analfabetismo emotivo. Tutti i ragazzi hanno beneficiato in termini di autostima, di amicizia condivisa e di forza di volontà”.

Alessandra Vendrame

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